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Sabato, 20 Aprile 2024
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Appunti giallorossi. Memushaj in campo come un direttore d’orchestra

L'albanese è stato il migliore dei suoi. Ha arginato l'intraprendenza del Cuneo nel suo miglior momento ed è stato sempre presente nella costruzione della manovra. Con un bolide, quasi da fermo, ha sfiorato la rete

LECCE - L’estate di Cuneo ha regalato al pubblico giallorosso l’autorevole prestazione di Ledian Mumushaj. Come in un crescendo rossiniano, l’albanese che già aveva fatto intravedere numeri discreti nella gara di Coppa Italia e che aveva fatto bene nella prima di campionato contro la Cremonese, segnando anche una rete, in terra piemontese ha preso in mano le redini della squadra, combattendo con il coltello tra i denti quando c’era da respingere l’intraprendenza dei locali e dettando i tempi ai compagni in fase di costruzione. Ha sfiorato anche la rete, con un bolide calciato quasi da fermo da circa 25 metri.

E’ un regista basso – ma tutti i paragoni, sia chiaro, sono impropri e prematuri -, segue gli spostamenti del pallone da un fronte all’altro e non disdegna di inseguire e aggredire i portatori di palla avversari, sebbene non sia l’interdizione la sua prima qualità. Si rivolge al pallone dandogli del tu – e in Lega Pro non è una prerogativa comune – ed è dotato di un tiro di tutto rispetto, sia per potenza che per precisione. Il suo protagonismo, che non è mai degenerato in egoismo, ha sollevato capitan Giacomazzi da alcune responsabilità che a 35 anni è difficile gestire per un campionato intero. Positiva anche la prestazione di Bogliacino, alla seconda rete in due partite. Un altro lusso per la categoria: giocatore dal basso profilo ma dagli ottimi fondamentali, pare essersi calato alla perfezione negli schemi di mister Lerda ed il suo apporto è più che apprezzabile, non solo in termini realizzativi.

Indicazioni confortanti sono venute anche da Matteo Legittimo che, incalzato dalla concorrenza di uno degli ultimi arrivati in casa giallorossa, Giovanni Tomi, ha giocato con buona personalità, sufficiente attenzione in fase difensiva e con una certa frequenza è arrivato al cross. Qualche affanno di troppo lo si è registrato sulla corsia opposta, quella destra, dove Vanin ha invece sofferto gli affondi di Donida, senza peraltro riuscire a proporsi in maniera incisiva nella fase di costruzione della manovra, come aveva fatto all’esordio al Via del Mare.

Un piccolo campanello d’allarme può essere colto nel fatto che, dei due gol fatti al Cuneo, nessuno rechi la firma di un attaccante. Ci hanno pensato Esposito e Bogliacino, mentre Pià e Jeda sono rimasti per tutta la gara al di sotto della sufficienza. Certo, l’arrivo di Foti dalla Sampdoria colma la lacuna creata dalla cessione di Corvia al Brescia e consente al tecnico giallorosso di avere almeno un centravanti di ruolo, in attesa del pieno recupero di Chevanton. Il Lecce è in parte mancato in fase realizzativa, ma fino alla trequarti, seppur non in maniera brillante, ci è arrivato con la consueta trama fatta di passaggi in orizzontale e di improvvise accelerazioni. Ci vuole, in fine dei conti, maggiore peso in area di rigore per offrire una sponda solida alle incursioni dei laterali e ai “rimorchi” dei centrocampisti.

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