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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Bufera nell'atletica italiana, anche Daniele Greco tra i 26 atleti a rischio di squalifica

C’è anche il nome di Daniele Greco nella lista dei 26 atleti azzurri deferiti con richiesta, da parte della Procura Antidoping della Nado-Italia, di due anni di squalifica per “elusione, rifiuto e omissione di sottoporsi ai prelievi dei campioni biologici”. I provvedimenti sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell'indagine Olimpia

LECCE – C’è anche il nome di Daniele Greco nella lista dei 26 atleti azzurri deferiti con richiesta, da parte della Procura Antidoping della Nado-Italia, di due anni di squalifica per “elusione, rifiuto e omissione di sottoporsi ai prelievi dei campioni biologici”. I provvedimenti sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell'indagine Olimpia condotta dai Nas-Ros dei carabinieri di Trento, su mandato della procura di Bolzano, e agli accertamenti della stessa Procura antidoping. Davvero una brutta tegola per il triplista azzurro, che rischia di veder svanire l’Olimpiade di Rio del prossimo anno.

Daniele Greco, 26 anni da Galatone, si è imposto negli anni all’attenzione dell’atletica mondiale in una disciplina che è l’insieme di velocità, potenza ed elasticità per volare sempre più lontano. La fatica di tendini, muscoli e articolazioni che si allungano fino allo spasmo. Nel 2012 aveva sfiorato il sogno di una medaglia olimpica nel salto triplo, conquistando uno storico quarto posto, a soli 14 centimetri dal podio e da un altro atleta azzurro, quel Fabrizio Donato che a 36 anni aveva regalato all’Italia una bellissima medaglia di bronzo. Per lui, comunque, una misura di 17 metri e 34 centimetri, un risultato che, dopo il quinto posto dei Mondiali Indoor 2012, lo consacrava definitivamente tra i migliori interpreti della scena internazionale. Meno di un anno dopo, il 2 marzo 2013, il trionfo ai Campionati europei indoor di Göteborg con la medaglia d'oro con la misura di 17,70 m.

L’apice di una carriera su cui si erano abbattuti infortuni gravi. Il primo, subito durante il riscaldamento per le qualificazioni, gli aveva impedito di partecipare alla finale del salto triplo ai Mondiali di Mosca 2013. Un anno dopo, ai Campionati europei, la rottura del tendine di Achille durante il riscaldamento per le qualificazioni. In molti, dopo quell’ennesimo infortunio, avevano temuto l’inizio della parabola discendente di quel ragazzo tanto talentuoso quanto fragile. Oggi per lui una nuova caduta, che tutti si augurano sia solo una brutta parentesi. La speranza è di poter ancora credere nei sogni di un ragazzone dalla faccia pulita, che sin da giovanissimo ha dimostrato di avere un talento fuori dal comune.

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