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Arriva la Roma, per il Lecce una sola strada: “Prima cosa, non sbagliare nulla”

Forte sulle palle inattive, piena di talento, con una fisicità imponente: la squadra di Mourinho non ha alternative alla vittoria. In dubbio la presenza di Blin, pronto Askildsen. Ceesay rientra tra i disponibili

LECCE – Blin o Askildsen? L’allenatore del Lecce, Marco Baroni, parlerà con entrambi per trarre poi le sue conclusioni. Lo farà con il dovuto anticipo rispetto all’inizio del match contro la Roma, ha detto in conferenza stampa, ma il tecnico fiorentino vuole assicurarsi di avere il quadro della situazione aggiornato all'ultimo momento possibile.

Il francese resta l’opzione sulla carta prioritaria, ma in settimana non si è allenato con regolarità a causa del trauma contusivo al ginocchio destro che in quel di Cremona lo ha costretto a uscire dal terreno di gioco al minuto 39 del primo tempo. Un episodio non isolato, dato che anche a Verona il centrocampista aveva accusato lo stesso tipo di problema. È chiaro quindi che in questa fase stia stringendo i denti. Askildsen, dal canto suo, è entrato sufficientemente bene nella partita contro i grigiorossi e dal punto di vista atletico sta sicuramente meglio del compagno.

Da segnalare anche il rientro tra i disponibili di Ceesay, ma il terminale d’attacco dovrebbe essere ancora una volta Colombo. Per il resto Baroni ha detto di voler seguire la linea della continuità. Scelte di formazione a parte, c’è la consapevolezza dello spessore dell’avversario di turno: “La Roma è una squadra che può far gol anche quando è nel sottopassaggio - ha detto scherzando, ma non troppo, Baroni -. Ha valori assoluti, fisicità, qualità. Noi però dobbiamo pensare alla nostra prestazione, sapendo di giocare davanti al nostro pubblico, vogliamo ben figurare. Dobbiamo partire dal fatto di non dover sbagliare nulla”. Da parte sua il Lecce sa di aver sempre fatto bella figura con le big del torneo: sconfitte di misura con Inter e Juve, pari con Napoli e Milan, vittorie con Lazio e Atalanta.

Palle inattive: delizia della Roma, croce del Lecce

Tra i punti di forza della squadra di Mourinho, terza in classifica, c’è sicuramente il gioco aereo e la capacità di capitalizzare le palle inattive, mentre il Lecce quel tipo di situazioni le patisce particolarmente: “Non dobbiamo nemmeno sentire una tensione eccessiva, perché poi ci vuole poco a sconfinare nel timore reverenziale. Noi dobbiamo cercare di conquistare questo tipo di palle, poi se loro sono più bravi e saltano a tre metri d’altezza, pazienza. Noi dobbiamo essere convinti nella testa perché così possiamo provare a compensare un certo squilibrio nei duelli e domani di duelli ce ne saranno molti”.

L’allenatore del Lecce ha insistito sull’aspetto psicologico: “La squadra deve lavorare serena, ma con concentrazione e anche con un poco di dolore perché se uno non sente il dolore della sconfitta, finisce per abituarsi più facilmente di quanto ci si abitui a vincere. A Cremona abbiamo avuto una reazione nella prestazione, ma l’abbiamo avuta anche durante la settimana: siamo andati a vedere i dettagli. Anche nelle precedenti due gare la squadra aveva creato i presupposti per tornare a fare risultato”. 

Quattro mesi dopo: una squadra più matura

Nei mesi che separano il match in programma domani da quello d’andata, vinto per 2 a 1 dalla Roma contro un Lecce ridotto in 10 a causa dell’ingiusta espulsione di Hjulmand, la formazione salentina ha certamente imparato a prendere meglio le misure al campionato: “Essendo una squadra con molti esordienti e giovani – ha spiegato Baroni –, il Lecce sta trovando di partita in partita la sua identità, che significa consapevolezza, compattezza, equilibrio e anche una fluidità di gioco che era difficile avere subito. Del resto la misura di tutto questo sono i risultati”.

A proposito di giovani, il tecnico fiorentino è stato sollecitato sulla condizione di Gonzalez che, nelle ultime settimane, sembra aver perso un poco di smalto rispetto al periodo in cui aveva sorpreso tutti, a partire dagli addetti ai lavori: “Viene da un campionato Primavera e senza nulla togliere al settore giovanile un conto è allenarsi con l’intensità e il volume di lavoro cui siamo abituati noi e un conto è farlo ai ritmi del settore giovanile. È chiaro che ha pagato un dazio, ma deve star sereno, leggero, anche perché ci pensiamo noi ad appesantirlo di lavoro. Sai, quando si hanno addosso i riflettori e la pressione, io cerco sempre di insistere sulla spregiudicatezza perché i giovani hanno bisogno anche di questo. Lui ha avuto anche qualche flessione, come molti altri, ma gliela consentiamo, è fisiologica per un calciatore così giovane”.

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