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Venerdì, 29 Settembre 2023
Vigilia di Lecce-Bologna

Il bilancio biennale di mister Baroni: “Un percorso bello e complicato”

Il tecnico e la società discuteranno nei prossimi giorni se e come andare avanti insieme. L'impressione è che una promozione una salvezza non siano una polizza sufficiente. Su Umtiti: “Lui ci ha dato tanto, ma ha anche ricevuto molto”

LECCE – Con un rendiconto del biennio, sintetico ma tutto piendo di dati, Marco Baroni ha aperto la conferenza stampa che precede la partita di domani tra Lecce e Bologna, l’ultima della stagione e la prima senza l’ansia di dover fare risultato. La squadra giallorossa, infatti, si è conquistata la permanenza in serie A con una giornata di anticipo, vincendo nel turno precedente a Monza una gara dal finale incredibile.

Ai parametri registrati in serie B, che hanno delineato i contorni di una compagine dominante e molto propositiva, sono stati affiancati quelli della A nella quale, per ragioni evidenti, alcune cose sono cambiate (il livello degli avversari, l'età media), ma senza intaccare la propensione all’equilibrio e all’aggressività.

Il bilancio iniziale è stato motivato con la volontà di dare il senso pieno del percorso fatto dalla squadra, un percorso probabilmente non compreso bene o fino in fondo da tutti, ma è abbastanza plausibile che il tecnico abbia parlato anche per ricordare quello che lui, in prima persona, ha fatto, e che forse - bisogna a questo punto aggiungere - non basterà per ottenere la riconferma.

Sono stati giorni di riflessione, questi ultimi, da parte sua e da parte del club: raggiunta la salvezza, si fanno le valutazioni del caso e di certo fino a oggi ciascuno si è tenuto le proprie. Il direttore dell’area tecnica, Pantaleo Corvino, e l’allenatore parleranno del futuro, che è quasi già presente, dopo la partita col Bologna. Lo stesso Baroni ha detto oggi che il confronto tra i due è sempre stato schietto, il confronto continuo, tanto da annoverare anche momenti di divergenza, quindi non c’è ragione di pensare che i due avranno problemi nel dirsi le cose come stanno. Nessuna delle due parti arriverà impreparata all’appuntamento.

“Io lo ritengo un bilancio professionale positivo – ha commentato l’allenatore -. Tutti insieme abbiamo fatto un percorso bello, complicato perché non era affatto scontato lo scorso anno vincere, perché sono state fatte scelte importanti, non voglio stare qui a ricordarvele. Poi ne sono state fatte altre, ancora più coraggiose, quest’anno. Io sono contento del mio lavoro, è chiaro che ci sarà il momento in cui dovrò mettermi a sedere e avere il riconoscimento del quello che è stato fatto, o comunque le valutazioni di quel che è stato fatto, ma ora la palla gira ancora e io sono concentrato su questo”.

Per quanto riguarda la gara con i felsinei, cui seguirà la festa all’interno dello stadio, il tecnico ha assicurato che sarà una partita vera che i suoi ragazzi giocheranno per vincere. Sarà l’ultima di Umtiti con la maglia del Lecce, questo è scontato: il francese ha dei parametri di ingaggio troppo alti per restare ancora a queste latitudini. È di proprietà del Barcellona, ma il suo futuro sarà lontano dalla Catalogna: ora che è tornato a essere un calciatore a pieno ritmo, dopo gli anni terribili funestati dagli infortuni, Umtiti ha di nuovo un certo mercato e il club blaugrana, davanti a condizioni accettabili, se ne priverà senza grandi problemi.

Baroni ha ripercorso anche questo particolare capitolo: “Lui ci ha dato tanto, ma ha anche ricevuto molto perché gli abbiamo restituito l’amore, la capacità di sacrificarsi. Anche lui, ma per motivi opposti agli altri ragazzi, ha dovuto fare il reset: quando sei del Barcellona, ti alleni in strutture pazzesche, hai tutto a disposizione, venire qua…non voglio far paragoni, ma lui si è calato nella parte, è stato molto bello il suo arrivo perché lui si emoziona davvero, ha trasmesso questo sentimento alla squadra. Abbiamo avuto anche dei contrasti, ma io lo stavo tutelando perché lui aveva bisogno di ricrearsi una base per far vedere chi era. Ha dovuto ricominciare daccapo e ha dato tutto, fino a doverlo frenare certe volte perché voleva stare sempre ai ritmi della squadra. Lui aveva perso tutto, perché quando perdi il campo non ti resta altro, ma con noi se lo è riconquistato”.

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