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Venerdì, 19 Aprile 2024
Parla Corvino

Il club punta a conservare gli equilibri: cessioni di peso solo a giugno

I numeri per ora danno ragione al progetto avviato e la società non vuole intaccare gli equilibri raggiunti. Il direttore Corvino rivendica il suo ruolo di responsabile delle scelte tecniche

LECCE – Dopo l’intervento di apertura del presidente Sticchi Damiani, nella conferenza stampa convocata per tracciare un primo bilancio del campionato la parola è passata a Pantaleo Corvino, per una valutazione più tecnica di quanto avvenuto finora sul campo.

Il direttore dell’area tecnica è partito da un’ampia premessa sulle condizioni di partenza: “Dalla B alla A non è stata una passeggiata salutare. Avvicinarci a modo nostro al livello attuale nemmeno è stato facile, soprattutto in coerenza con il percorso che abbiamo programmato. In questa nostra pianificazione si tiene conto anche del settore giovanile, delle strutture, delle attrezzature di cui eravamo carenti. Tutto questo ci ha impegnato dalla mattina alla sera in questi due anni e mezzo”

Subito dopo ha aggiunto: “Nulla sarebbe stato possibile senza linee guida. Noi – dice con riferimento al lavoro in tandem col direttore sportivo Stefano Trinchera, che siede accanto a lui - in questo periodo difficile di pandemia siamo riusciti a tenere il club in una condizione di sostenibilità e a raggiungere la serie A. Al primo posto io e Stefano mettiamo il territorio, al secondo la proprietà, questo è il nostro modo di ricambiare la fiducia di chi crede in quello che facciamo e in come lo facciamo”.

La forza del telaio e quella dei numeri

Corvino ha quindi ricordato di aver mantenuto una certa intelaiatura della squadra che ha vinto il campionato di B, con riferimento a Gendrey, Gallo, Blin, Strefezza, Hjulmand ai quali si aggiunge Gonzalez, che era in Primavera, ma anche Tuia che non è un titolare, ma che ha sempre risposto presente alle chiamate di Baroni oltre a essere importante nello spogliatoio”.

Sul piano dei numeri, dei dati, il direttore ha rimarcato le coordinate generali: “Gli indicatori ci dicono che una squadra costruita per cercare di salvarsi è oggi a più 8 dalla terzultima. Siamo tra le prime sette difese del torneo e nel rapporto tra gol realizzati e gol subiti abbiamo fatto qualcosa di straordinario. I numeri ci dicono che siamo sulla strada giusta, adesso bisogna dare continuità a questa strada”.

La strategia di mercato: profilo basso

Il discorso si è quinti spostato sulla sessione invernale della campagna trasferimenti, rispetto alla quale la scelta di Corvino è di avere un profilo molto basso: “Il mercato arriva per tutti e magari noi per rimanere sostenibili dobbiamo proseguire sulla strada intrapresa. Ognuno fa il meglio con quello che può. La nostra strada è quella più ardua da seguire, ma ci dice anche che questa proprietà ha un futuro. Non ci sarà bisogno che arrivino chissà da dove per risanare il club: molte proprietà hanno asset stranieri e chi non li ha, li cerca. Noi ci abbiamo messo anima e cuore per cercare di arrivare dove siamo arrivati”.

Il Lecce, insomma, resterà defilato, ma non dormiente: “La finestra di gennaio è sempre avara, a volte ci va dentro chi è con l’acqua alla gola. Ma perché noi dobbiamo alterare ciò che di buono stiamo facendo. Possiamo fare aggiustamenti, ma relativi, il resto lo deve fare il lavoro sul campo. Questa squadra, la più giovane del campionato, ha ancora grandi margini di miglioramento.  Noi restiamo vigili, per il presente e per il futuro”.

Da parte sua Trinchera ha aggiunto: “Saremo molto vigili partendo dal presupposto che punteremo sul gruppo che finora ci ha dato soddisfazioni, lo dico per mettere in risalto il valore di un organico che per potenziale può andare anche oltre. Noi ci confrontiamo quotidianamente sulle strategie di cui discutiamo riservatamente. È chiaro che, se ci saranno delle opportunità, le coglieremo”.

Insomma, la strategia del Lecce è di non alterare gli equilibri: “A gennaio nessuno è sul mercato – ha ribadito Corvino -, mentre a giugno davanti ad alcune situazioni potremo fare delle valutazioni nel solco della sostenibilità del club. Noi non possiamo permetterci di avere calciatori incedibili, perché siamo una società virtuosa che deve essere brava a vendere un giocatore, sempre che ci siano tutte le condizioni per farlo, per avere quelle entrate che servono a sostenere il club”.

Il “mercato delle idee”

Rispondendo poi alle domande dei cronisti, Corvino è tornato sul senso di quello che era stato il suo slogan durante l’estate: “Quando parlo di mercato delle idee e non del portafoglio, qualcuno può pensare che mi senta ridimensionato. Non è così, ho una proprietà che mi ha dato delle linee guida, so come devo svilupparle e con molta umiltà dobbiamo essere molto capaci. Noi non possiamo illudere i tifosi. Dobbiamo fare gioco di squadra e questo si vede anche nella scelta dell’allenatore”.

Il ruolo del direttore: “Io ho sempre lavorato così”

Poi il direttore ha spiegato il suo modo di interpretare il ruolo di direttore dell’area tecnica. “Io sono sempre molto chiaro quando inizio un progetto. Non sono quello che sceglie il tecnico e che gli fornisce quello che chiede, no. Io intanto sono quello che prima deve capire se anche l’allenatore sceglie il sottoscritto: questo è il primo approccio, la sensazione del primo incontro. Il secondo riguarda la parte tecnica: l’allenatore deve essere in grado di mettere sul campo quello che l’area tecnica, col via libera della società, vuole a livello di gioco. Il terzo approccio riguarda i programmi: io devo poter dire al mio tecnico che io voglio un certo modulo, una squadra che gioca in verticale, in velocità, una squadra che non si allunga. Io discuto prima tutti questi aspetti. Forse è un modo inusuale per alcuni di voi, ma io ho sempre lavorato così. Solo dopo 32 anni di carriera ho dovuto esonerare il tecnico cui ho voluto più bene (Mihajlovic, ndr)”.

In un secondo passaggio ha quindi aggiunto: “Io non vado a mai a interferire nelle scelte, non voglio nemmeno vedere la formazione prima che scenda in campo. Dovunque sia stato ho dovuto fare capire questo, con molti sforzi: per l’importante è che l’allenatore lavori sulle linee guida che abbiamo dato, poi le scelte le fanno loro. Da quando faccio calcio non ho mai chiesto una formazione in anticipo”.

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