rotate-mobile
Calcio

Di Mariano e la lezione di Venezia: "Altre squadre più forti, ma noi siamo stati un gruppo unito"

Ha lasciato la seria A appena conquistata senza pensarci un attimo, tornando nel Salento dove, giovanissimo, arrivò per respirare il calcio di un certo livello. Per mister Baroni un rinforzo di qualità, per l'ambiente un uomo motivato

LECCE - Se non è amore, poco ci manca. Francesco Di Mariano, nella conferenza stampa di presentazione, non ha lesinato parole di entusiasmo e di gratitudine nei confronti del Lecce che ha voluto riportarlo in giallorosso, nel bel mezzo di una carriera che lo aveva premiato finalmente con la serie A raggiunta dal Venezia (che si è imposto sul Lecce nella semifinale play-off).

"Sono qui per la piazza, per le ambizioni che ha, per la squadra che è, è una di quelle poche realtà, forse l'unica, per la quale potevo lasciare la serie A - ha detto dopo essere stato introdotto dal direttore sportivo, Stefano Trinchera -. Sarei potuto andare anche altrove, ma quando mi ha chiamato il direttore non ho pensato ad altro: lasciare la serie A per il Lecce per me non è una sconfitta, anzi, è una ragione di orgoglio e una motivazione in più". 

Dopo aver assaporato la massima categoria con 64 minuti in Napoli-Venezia, il 25enne originario di Palermo ha quindi accettato la discesa agli inferi, perché di certo il campionato di serie B non assicura nulla nemmeno alla squadra più blasonata: "Ogni anno mi dico sempre che è quello più difficile, questo fa capire che il livello diventa sempre più alto. Questa volta sembra proprio che si possa usare il nome di serie A2, perché tantissime squadre che putano alla promozione. Oggi non mi voglio esprimere, non voglio andare oltre, dico solo che dobbiamo lavorare giorno dopo giorno, andare tutti nella stessa direzione: quando questo succede le cose belle arrivano da sé, questo l'ho sperimentato sulla mia pelle lo scorso anno".

A proposito dell'impresa del Venezia, Di Mariano ha rimarcato il valore dell'unità, del collettivo: "Possiamo anche avere 20 giocatori che hanno fatto la A o la Champions League, ma se non c'è il gruppo si fa fatica a raggiungere un obiettivo, almeno in questo campionato. L'anno scorso c'erano sette, otto squadre più forti del Venezia, ma eravamo un gruppo vero". 

Il calciatore ha scelto la maglia numero 10, quella che ha indossato da "piccolo", proprio a Lecce, con i Giovanissimi nazionali e gli Allievi nazionali, con la Primavera della Roma: "Mi è sembrato un segno del destino; quando è arrivata la chiamata del Lecce c'era il 10 libero e allora ho voluto cogliere questa occasione: io sono un ragazzo che cerca di trovare stimoli in queste cose, non sento il peso di quel numero, anzi mi carica ulteriormente".

Di Mariano si candida a ricoprire il ruolo di laterale offensivo di sinistra, ma è indubbio che sia un calciatore abbastanza versatile: "Tre anni fa - ha ricordato - mi sono espresso molto bene nella coppia d'attacco, avevo fatto sette gol fino a febbraio, poi mi sono fatto male. Negli ultimi due anni ho giocato nel mio ruolo naturale, quello di esterno sinistro. Davanti posso ricoprire quasi tutti i ruoli, è normale che prediligo la parte sinistra del fronte offensivo sia per arrivare al cross sia per accentrarmi e cercare il dialogo con i compagni oppure andare al tiro". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Di Mariano e la lezione di Venezia: "Altre squadre più forti, ma noi siamo stati un gruppo unito"

LeccePrima è in caricamento