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Il Lecce sbarra la strada alla Roma. Falcone chiude la porta, la squadra combatte

Salentini in vantaggio su autogol di Ibañez, quindi il pareggio con Dybala su rigore per un tocco irregolare col braccio di Strefezza. Il portiere dei padroni di casa ha sfoderato quattro interventi provvidenziali

LECCE - Non passa la Roma di Mourinho che sbatte sul muro eretto da Falcone e dalla compattezza del Lecce. I salentini non hanno mai subito l'arrembaggio degli ospiti, comunque certo avanti nelle statistiche per quanto riguarda il numero di occasioni da gol, e alla fine il punto conquistato dalla squadra di Baroni è anche meritato, soprattutto per il tipo di atteggiamento e per l'intensità atletica e agonistica sfoderata dall'inizio fino al triplice fischio di Aureliano.

Muovere la classifica dopo aver battagliato, e senza mai piegare la testa, contro una formazione che non ha bisogno di presentazioni è sicuro motivo di soddisfazione: il Lecce ha ora 24 punti  può attendere il completamento della terza giornata di ritorno con al consapevolezza di aver fatto in pieno il proprio dovere (l'altro risultato che interessa la corsa alla salvezza è il 2 a 2 tra Empoli e Spezia).

Falcone protagonista assoluto

Si è visto quasi tutto, in termini di opportunità da rete, nel primo tempo: dopo 7 minuti il vantaggio dei salentini per un autogol di Ibañez (in un primo momento sembrava che la marcatura fosse di Baschirotto che ha comunque colpito la sfera su cross di Strefezza esultato come se il gol fosse suo), al 15' una prima prodezza del portiere del Lecce su tiro forte e ravvicinato di El Shaarawi, quindi il pareggio su rigore di Dybala, al minuto 17, a causa di un tocco col braccio di Strefezza per anticipare Smalling e, infine, ancora gli interventi di Falcone, per due volte su tentativi di Abraham, al 42' e nel recupero.

La sfida tra l'attaccante della Roma e l'estremo del Lecce è quindi proseguita a inizio ripresa, con una deviazione in tuffo del secondo su colpo di testa del primo. Dopo una decina di minuti la gara ha perso qualcosa in velocità di esecuzione, ma lo spartito è rimasto lo stesso con gli ospiti protesi ad aggirare le linee leccesi e i padroni di casa pronti a ripartire senza nemmeno rinunciare a fasi di possesso (nei secondi 45 minuti il Lecce ha tenuto palla solo qualche secondo in meno della Roma). A parte una buona opportunità per Pellegrini, vanificata da un tiro terminato ben oltre la traversa, i giallorossi capitolini non hanno creato altre evidenti occasioni da rete, mentre i padroni di casa, autori di diversi capovolgimenti di fronte, sono mancati nel tiro o nell'ultima rifinitura. 

L'ingresso di Voelkerling per Colombo al 67' e soprattutto quello di Banda al posto di Strefezza, al 74', sono serviti ad allentare la pressione sulla metà campo del Lecce, mentre Mourinho ha fatto ricorso alla panchina all'83' con Wijnaldum per Matic e Belotti per Abraham, e poi al minuto 88 con Solbakken per capitan Pellegrini, più in previsione dell'impegno europeo di giovedì col Salisburgo che per lanciare l'ultimo assedio. La gara si è chiusa su una precisa chiusura di Umtiti su Wijnaldum in area di rigore in una situazione di reale pericolo per la porta di Falcone: un episodio che suggella un'altre prestazione di grande solidità e lucidità del centrale francese che, dopo un controllo sbagliato proprio in apertura di partita, ha sempre fatto la cosa giusta.

Curva Nord in silenzio e tensione tra le panchine

Da segnalare il silenzio della Curva Nord per i primi 15 minuti: una scelta dettata dalla volontà di protestare contro le restrizioni alle trasferte che dopo gli scontri tra romanisti e napoletani nei pressi di Arezzo sono tornate all’ordine del giorno. Prima di tornare a incoraggiare la squadra, gli ultras giallorossi hanno acceso torce ed esploso numerosi petardi: una situazione che avrebbe anche potuto portare all’interruzione della partita.

Altra annotazione a margine del calcio giocato: si è percepito un costante nervosismo sulle panchine, soprattutto su quella della Roma e i battibecchi sono stati diversi. La tensione è rimasta costante più o meno per tutto il match, costringendo il quarto ufficiale a molti richiami. Due gli episodi che più di tutti hanno innescato le proteste dei romanisti: un fallo di Strefezza su Matic, al 56', che sarebbe potuto costare all'esterno del Lecce un secondo cartellino giallo (il primo era arrivato in occasione del rigore accordato alla Roma) e, nel primo minuto di recupero, un netto fallo di Hjulmand su Dybala, che in contropiede si stava involando verso l'area di rigore: in questa circostanza però la decisione di Aureliano è inattacabile perché l'intervento del capitano del Lecce, seppur chiaramente irregolare, non è né violento né sproporzionato.

Va anche detto che, nella prima parte del match, la conduzione di gara, al di là dei singoli episodi, era apparsa a due facce: all'inglese quando a difendere era la Roma, abbastanza fiscale quando a farlo era il Lecce che pur scontava un certo gap di fisicità. 

In sala stampa: i due allenatori

Al termine della partita Baroni ha comprensibilmente lodato la prestazione della sua squadra: “Quando affronti dei campioni così non puoi concedere nulla. Abbiamo ridotto al minimo le loro potenzialità. Complimenti alla mia squadra, la nostra partita è stata quella che dovevamo fare. Noi l’abbiamo giocata con piglio, con le idee, grazie al nostro lavoro”.

L'allenatore toscano ha poi spiegato che la tensione che si avvertiva  sulle panchine è rimasta sempre nell'ambito del lecito : “Ci tengo a dire che ognuno voleva far bene, non ci sono stati screzi, con Mourinho ci siamo salutati all’inizio e anche alla fine". Sul piglio battagliero e fiero dei suoi ragazzi, ha commentato: “Giocatori come quelli della Roma se li lasci fare due scambi arrivano in area. Non dovevamo dare spazi e fare questo tipo di partita, con intensità e aggressività. Il calcio ormai è questo, occorre dinamicità. La Roma ha individualità incredibili, se vediamo uno per uno, dal portiere a tutti gli altri, non vedo debolezze. Noi ci siamo misurati con coraggio andando a duellare”.

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Da parte sua Mourinho, tecnico della Roma, ha così commentato il dato questa lettura del match: “La partita ha preso la direzione che volevano loro. Si sono chiusi bene, hanno poi inserito giocatori freschi per pressare più che per dare profondità. È normale che la squadra che attacca perde in lucidità". Per il tecnico lusitano la gara si è svolta per come se l'era immaginata: “Nessuna sorpresa da parte mia, io avevo preparato questa partita. Giovedì abbiamo fatto un allenamento sulle palle inattive, sapevamo che loro sono bravi in queste situazioni. Sicuramente loro sono felici per questo punto perché vogliono essere salvi il più presto possibile, noi non lo siamo perché vogliamo continuare il più a lungo possibile a stare lì tra le primissime”.

L'allenatore dei capitolini ha poi aggiunto una considerazione: “Questo è un campo molto difficile, con un terreno di gioco dove è complicato giocare. Loro praticano una certa filosofia di gioco e loro hanno centrato l’obiettivo. Da parte mia zero critiche al gioco, zero alle individualità. Abbiamo perso due punti? Sì, pero abbiamo anche un punto in più”.

In sala stampa ha preso la parola anche Federico Di Francesco, autore di una prova di grande intensità e anche qualità: “Siamo una squadra operaia - ha detto l'esterno offensivo -, una squadra che dà tutto. Dopo il pari ci siamo detti di continuare a fare il nostro, siamo rimasti uniti, compatti e questo è l’atteggiamento giusto per ottenere la salvezza”.

Un pareggio che premia lo spirito del Lecce (foto Chilla).

Il tabellino di Lecce-Roma 1 a 1

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibañez; Zalewski, Cristante, Matic (83’ Wijnaldum), El Shaarawi; Dybala, Pellegrini (cap.) (88’ Solbakken); Abraham (83’ Belotti). A disposizione: Boer, Svilar, Llorente, Celik, Camara, Kumbulla, Bove, Volpato, Tahirovic. Allenatore: Mourinho

LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Baschirotto, Umtiti, Gallo (74’ Pezzella); Blin, Hjulmand (cap.), Gonzalez (67’ Askildsen); Strefezza (74’ Banda), Colombo (67’ Voelkerling), Di Francesco (88’ Oudin). A disposizione: Bleve, Brancolini, Romagnoli, Tuia, Helgason, Ceccaroni, Ceesay, Lemmens, Cassandro. Allenatore: Baroni

Marcatori: 7’ Ibañez (aut.), 17’ Strefezza

Ammoniti: 17’ Strefezza, 33’ Ibañez, 52’ Colombo, 62’ Gonzalez, 90+1 Hjulmand

Arbitro: Aureliano; assistenti: Vecchi e Perrotti; quarto ufficiale: Gualtieri

Var: Guida; assistente Var: Prontera

Spettatori 25.200 di cui 5.252 paganti e 19.948 abbonati

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