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Sabato, 20 Aprile 2024
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Cento anni di sogni, di corsa dietro ad un pallone

Il Lecce compie oggi un secolo di vita. La società rimanda le celebrazioni ufficiali al termine della stagione, ma i tifosi, in un moto spontaneo, hanno stanno festeggiando la storia del loro club

Mai una Champions League, il piazzamento Uefa solo sfiorato, lo scudetto una pia illusione ed una sfida per "ricchi". Tifare per le squadre di periferia non è un gioco da salotto, ma una missione per stoici. Ci si accorge così che ci sono amori e amori. Quelli veri, sono immensi e accesi come fiaccole perenni, trascendono il senso sportivo e vanno oltre, da qui all'eternità, radicandosi nel senso di appartenenza ad una terra. Si ama il Lecce non per le emozioni, ma perché è il Lecce l'Emozione. Si ama il Lecce perché quel giallo e quel rosso sono il sole che splende ed il cuore che pulsa vita, perché uno scudetto cucito su una maglia non è niente a confronto di una bandiera che sventola con fierezza anche dopo un bagno di sangue. Stagione 1999-2000, Inter-Lecce 6 a 0, nel "San Siro" solo i cori di oltre un migliaio di salentini. Surreale. Finì con i calciatori del Lecce sotto il settore ospiti, a battere le mani, stretti nell'emozione di trovarsi al cospetto di un popolo così tenace e orgoglioso.

Chi non sta sentendo un fremito cambi pagina, per favore, e si dedichi alla sua Juve ed al suo Milan. Qui, oggi, festeggiamo il Lecce. Cento anni di altalene fra le serie minori e quella serie A che, a rivedere il film di quella prima volta, viene uno di quegli struggenti attacchi di nostalgia per il calcio che fu, che quasi il cuore si spacca in due. Chi se la dimentica l'intera Curva Nord trasferitasi a Monza nell'ultima di B del 1985? Il gol di Alberto Di Chiara aprì le porte della storia (finì 1 a 1). Cento anni, e quella foto sbiadita dello Sporting Club che a guardarla sprigiona l'incantesimo di un tempo sospeso nell'infinito. Ma guarda un po' com'eravamo, un secolo fa. E che ne sapeva, il portiere Ettore De Michele, rannicchiato per terra in un'ampia divisa bianca, che la sua passione amatoriale per il pallone avrebbe aperto la strada, tanti anni dopo, a professionisti come Terraneo e Lorieri?

La festa ha inizio, allora, e coinvolge tutti i tifosi, stretti in un ideale abbraccio che supera gli Oceani. L'Unione Sportiva Lecce rimanda tutto a tempi più sereni. Sul sito ufficiale https://www.uslecce.it in una lunga intervista il presidente Giovanni Semeraro sottolinea che per lui è "una fortuna e un onore essere il presidente nell'anno del centenario ", ma rinvia le celebrazioni ufficiali al termine della stagione in corso. E allora, sono i tifosi, in un felice moto spontaneo, a segnare il passo della ricorrenza. Gli Ultrà Lecce hanno chiamato tutti a raccolta domani, domenica 16 marzo, per un corteo che partirà dalle vie del centro e che arriverà sotto lo stadio: raduno in piazza Sant'Oronzo alle 13 https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=6814). E intanto, la grande festa rimbalza sui principali siti web, dove si raccolgono i tifosi sparsi in Italia e all'estero per lasciare un pensiero. Piccoli, grandi atti d'amore in formato elettronico.

Su https://www.leccecalcio.net il webmaster Mario Contaldo, con sapiente maestria, dedica un'introduzione animata in Flash coinvolgente, a tratti emozionante, che ricalca attraverso parole alternate ad immagini d'epoca raffrontate a quelle dei momenti più recenti, tutta la storia di un secolo di vita. Assolutamente da vedere. Il sito https://www.wlecce.it apre invece con una coloratissima foto del tifo ed un lungo articolo di Vittorio Murra sui momenti memorabili e sul senso più profondo che la ricorrenza rappresenta per i tifosi. "100 volte Lecce": così invece https://www.leccesidentro.it. Anche qui in apertura un bel filmato in Flash, con le formazioni ed i calciatori che hanno segnato la storia che si alternano fra loro in un'ideale carrellata che corre fra il 1908 ed oggi. Tutti hanno un pensiero per i campioni di sempre, che nel recente passato annoverano Barbas, Pasculli, Chevanton, Lucarelli. Ma anche un ricordo per chi se n'è andato anzitempo. Michele Lorusso e Ciro Pezzella, bandiere di un calcio che non esiste più, idoli per ciò che ancora oggi rappresentano soprattutto a livello umano. Perché oggi più che mai, chi c'è stato, chi c'è e chi ci sarà, siamo tutti fratelli di un'immensa famiglia che corre dietro ad un sogno che non finisce mai.

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