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Chicago Marathon: nella "città del vento" le storie degli atleti salentini

Dal Salento al cuore degli Usa per partecipare a una delle maratone più ambite, per scrivere un pezzo di storia della propria vita

LECCE – E’ una delle maratone più ambite al mondo. Con Boston, New York, Londra, Berlino e Tokio, la Bank Of America Chicago Marathon è una delle World Marathon Majors, l’élite mondiale delle regine dell’atletica, sulla distanza classica dei 42 chilometri e 195 metri. La prima edizione si svolse il 25 settembre 1977 con il nome di "Mayor Daley Marathon" con duemila atleti, ora sono circa 45mila provenienti da oltre 100 paesi. Partenza e arrivo da Grant Park, correndo lungo i grandi spazi e i viali della città, con il lago che sembra un mare all’orizzonte e tantissima gente lungo le strade.

Lungo le strade della “Windy City“, la città del vento, adagiata sul lago Michigan, mescolati a quelli di decine di migliaia persone, si sono incrociati i destini di quattro atleti salentini, ognuno con la sua storia, il suo obiettivo, la sua motivazione e il suo traguardo da raggiungere. Dal Salento a Chicago, nel cuore degli Usa, per scrivere un altro capitolo della propria vita, con lo sport come protagonista e la maratona come compagna, in quel magico mondo che è la corsa.

Per Franzi Roselli (nella foto a destra), atleta della Gpdm Lecce, il traguardo di Chicago è stato il quarto delle World Marathon Majors dopo Boston, New York e Berlino (conclusa per la seconda volta meno di un mese fa). Per lui, nonostante un periodo di forma non proprio ottimale, condizionato da alcuni infortuni che lo hanno portato a scoprire il mondo delle bici da corsa, un tempo eccezionale: 2 ore, 53 minuti e 13 secondi, che lo ha portato a chiudere al decimo posto tra tutti WhatsApp Image 2018-10-15 at 12.19.31-2gli italiani in gara (oltre 400). L’ennesima gara da ricordare (sotto il muro delle tre ore) per un’atleta che ha scoperto il podismo a 40 anni, conquistando in poco tempo riconoscimenti importanti. L’appuntamento è in primavera con Tokio e Londra, le ultime due maratone per conquistare una prestigiosa medaglia, un diploma e l'inserimento del proprio nome nell'albo di chi è riuscito ad ultimare questa grande impresa.

Per Mauro Ingrosso la medaglia e il traguardo di Chicago hanno un significato particolare, con il cuore colmo di tristezza per una grave perdita e quei 42 chilometri corsi con una dedica speciale, tra ricordi e il dispiacere con cui si affrontano gli ostacoli che la vita pone lungo il cammino. L’ultramaratoneta leccese è riuscito a fermare il traguardo in 3 ore e 28 minuti, un gran tempo a dispetto dei pochi chilometri “nelle gambe”. Una eccezionale Julia Boyd, atleta di origine inglese ma salentina d’adozione (tesserata con la Gpdm) è riuscita a infrangere di oltre due minuti il proprio personale, stabilito solo tre settimane prima a Berlino, chiudendo in 3 ore e 40 minuti. Davvero una bella impresa per una maratoneta capace di affrontare col sorriso ogni gara.

Gara speciale anche per Stefano De Razza, tecnico e maestro dell’Asd Nest, a circa due anni di distanza da un grave incidente stradale in cui ha rischiato la vita. L’ultima volta in cui aveva corsa una maratona era a New York, e il suo orologio Gps segnava ben 54 chilometri percorsi, per aver assistito le altre persone che aveva guidato e preparato per la New York Marathon, tra cui una signora che era stata sottoposta a un intervento al cuore e si era poi iscritta alla maratona. A distanza di due anni la ripresa è ancora lunga e difficile, ma il suo tempo oltre le 4 ore (anche in questo caso ha accompagnato diversi atleti) vale come e più di una vittoria, per mettersi in gioco, ripartire, sentire il piacere di esserci e provare le cose che insegna ogni giorno ai suoi allievi. Perché per un atleta come Stefano è importante fare sport ma soprattutto insegnare la cultura dello sport.

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