rotate-mobile
Sport

Lerda squalificato per due bestemmie. Ma per la Chiesa non ha commesso peccato

Il club salentino si è appellato alla Corte di giustizia federale dopo la squalifica per un turno rimediata per blasfemia a Benevento. Ma don Attilio Mesagne, responsabile della Caritas, lo assolve alla luce della dottrina cristiana

LECCE – Il ricorso alla Corte di giustizia federale è stato presentato, l'udienza è stata fissata per domani alle 13.30, ma la chiesa leccese ha già assolto Franco Lerda. L’allenatore del Lecce è stato infatti squalificato per una giornata per aver proferito in due circostanze – durante la partita Benevento – Lecce di domenica scorsa – espressioni blasfeme.

Oggi don Attilio Mesagne, responsabile della Caritas diocesana, ha riabilitato il tecnico piemontese. Secondo la dottrina cristiana, infatti, perché ci sia peccato devono ricorrere tre condizioni. Piena avvertenza, deliberato consenso e materia grave. Secondo l’esponente della chiesa di Lecce, da anni in prima linea nell’assistenza ai più poveri e agli emarginati, nel caso di Lerda c’è sicuramente la terza condizione, perché l’imprecazione contro Dio è materia grave, ma non si ravvisano le altre due. Per don Attilio Mesagne, insomma, quella di Lerda sarebbe stata una reazione istintiva e non certo meditata nel suo significato e nelle sue conseguenze.

Per spiegare ancora meglio il concetto don Attilio, raggiunto telefonicamente, ha illustrato la dottrina con un paio di esempi. Il primo: “Se un padre di famiglia, conscio del fatto che per quel giorno e ancora per i successivi non avrà pane per sfamare i suo cari, passando davanti ad un vigneto viene tentato dall’idea di sottrarre un grappolo per metterlo in tavola non si potrà parlare per la dottrina cristiana di peccato perché la fame è cattiva consigliera e verrebbe quindi meno la piena consapevolezza così come il deliberato consenso”. Non di meno il gesto, per la giustizia degli uomini, rappresenta pur sempre un reato perseguibile penalmente.

Nel secondo caso il protagonista è un uomo che pensa di fare una rapina, che decide di portarla a termine ma che poi, prima di commetterla, ci ripensa e torna indietro: manca la materia grave. Ma sul piano morale, quella della rapina, resta nel senso comune una scelta da condannare. Insomma, la dottrina cristiana non lascia spazio a dubbi. E se per la giustizia divina Lerda non è tenuto, da cattolico, nemmeno a confessarsi, allora la speranza è che quella sportiva non voglia, per così dire, fare un’invasione di campo.

Ripresa degli allenamenti

Il Lecce, intanto, si è ritrovato questa mattina a Squinzano per la ripresa degli allenamenti. Tutti i calciatori, a parte D’Ambrosio, hanno lavorato regolarmente. Sarà Riccardo Ros di Pordenone a dirigere la partita di domenica prossima (ore 16) tra i giallorossi salentini e il Benevento, valevole come match di ritorno della semifinale dei play-off. In Campania la gara di andata è finita 1 a 1. Si qualifica chi vince. In caso di pareggio al 90’ si andrà ai supplementari ed eventualmente ai rigori. Per il Lecce sono 8 i diffidati: Salvi, Miccoli e Papini, ammoniti al “Ciro Vigorito” si vanno ad aggiungere alla lista composta da Lopez, Martinez, Diniz, Amodio e Zigoni.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lerda squalificato per due bestemmie. Ma per la Chiesa non ha commesso peccato

LeccePrima è in caricamento