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Chiricò chiede scusa ai tifosi del Lecce: "Ho sbagliato, onorerò la maglia"

Il direttore sportivo Meluso si è assunto tutta la paternità dell'operazione, mentre il calciatore ha chiestouna seconda opportunità a un ambiente che non gli ha mai perdonato comportamenti irrispettosi

LECCE - L'equilibrio è fragile, questo è chiaro: se Mino Chiricò è tornato a essere un giocatore del Lecce, non significa che presto non possa trovare un'altra collocazione. Sebbene il tecnico dei giallorossi, Fabio Liverani, e la proprietà siano intenzionati a non cedere alla pressioni di buona parte della tifoseria che non ha mai perdonato al calciatore atteggiamenti giudicati irrispettosi, nessuno si sentirà di forzare la mano anche perché il feeling con l'ambiente è una condizione di grazia alla quale il club non intende rinunciare.

Ecco spiegato il motivo per cui il direttore sportivo, Mauro Meluso, in sede di presentazione questa mattina al Via del Mare si è assunto tutto il peso dell'operazione che già in primavera era stata perfezionata: "È una scelta della quale mi assumo la piena responsabilità. Io sono un professionista e mi sembrava una grande opportunità l'acquisizione di un tale patrimonio a costo zero. Il nostro interesse è ora quello di valorizzarlo al massimo". D'altra parte, questo va detto, non capita tutti i giorni di poter tesserare a parametro zero un elemento delle qualità tecniche di Chiricò.

È altrettanto certo, però, che non tutte le ferite si possono sanare, nel calcio come nella vita e il calciatore originario di Mesagne ci ha messo molto del suo: non solo e non tanto per la foto che lo ritraeva sorridente in piscina mentre l'ambiente era traumatizzato dalla sconfitta del giorno prima nella finale contro il Carpi e dai furiosi incidenti che seguirono al termine della gara, ma anche per gli atteggiamenti provocatori che Chiricò non ha lesinato quando, nelle stagioni successive, ha affrontato il Lecce da avversario. Cose che molti sono disposti a perdonare, in nome di un interesse superiore, ma non tutti e l'insofferenza nei confronti dell'operazione di mercato non alberga solo in Curva Nord.

Il giocatore, visibilmente emozionato e provato, ha preso la parola subito dopo l'introduzione del direttore sportivo: "Ringrazio tutti per avermi ridato la possibilità di rivestire la gloriosa maglia del Lecce - ha esordito -. Per quanto riguarda il mio passato so di aver fatto delle cazzate, perché ero giovane e non pensavo che sarebbe successo tutto questo. Ora mi sento di dire che sono un uomo, nella vita si cresce: sono pronto a ripartire con questa società e vorrei farlo alla grande. Chiedo scusa personalmente a tutte le persone che erano presenti a quella partita (Lecce-Carpi, ndr), a tutti coloro che sono stati male dopo. Sono stato etichettato sempre come un calciatore forte ma non alti e bassi. Oggi a 26 anni mi sento di dire che voglio dare una svolta alla mia vita e vorrei farlo con questa maglia”.

Il video: Chiricò chiede scusa ai tifosi

Incalzato poi dalle domande, Chiricò ha ribadito le scuse cercando di contestualizzare gli episodi: "Anche noi calciatori siamo esseri umani, subiamo pressioni, per esempio quando si gioca contro la propria ex squadra". Poi ha aggiunto di aver avuto un confronto anche con i senatori della squadra, Checco Lepore e Ciccio Cosenza, che ha però esonerato da qualsiasi ulteriore complicazione: "Mi assumo le mie responsabilità, ho voluto chiarire ma non voglio coinvolgere altre persone". Che Chiricò ci tenga alla seconda chance, è evidente: "Sono sicuro di ricambiare la fiducia al cento per cento. Suderò la maglia e la onorerò".

Nel pomeriggio ci sarà il responso del primo allenamento in sede, a Martignano: i tifosi si erano già dati appuntamento per accogliere la squadra dopo la fase di ritiro nel Lazio, ma dopo la presentazione ufficiale del calciatore (e dell'olandese Thom Haye, di cui si riferisce a parte) ci si aspetta di capire come è stata metabolizzata. Tra una settimana il Lecce farà il suo esordio in Coppa Italia in casa contro la Feralpisalò e in quell'occasione Chiricò potrebbe avere l'opportunità di iniziare a dimostra con i fatti di poter dar seguito alle parole di oggi. Non è detto che basti, ma in qualche modo questo nodo va sciolto: il Lecce deve affrontare un difficile campionato e la compattezza di tutte le componenti è una premessa ineludibile. C'è un prezzo da pagare, una responsabilità da assumersi, ma il braccio di ferro non conviene a nessuno. Restano dunque aperte tutte le porte, anche quelle delle uscite di sicurezza se le posizioni dovessero rimanere inconciliabili.

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