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Una stagione per cambiare la storia: ma al Lecce non serve l'ossessione

La rocambolesca sconfitta di Pordenone ha causato malcontento e tra due settimane si fa sul serio con l'inizio del campionato. La società non si nasconde, ma ha bisogno di serenità da parte dell'ambiente

LECCE – A due settimane dall’inizio del campionato di Serie C, il Lecce inizia a fare i conti con le aspettative e le ansie legate alla sesta stagione consecutiva alla ricerca del ritorno in serie B: un peso psicologico che naturalmente condiziona le percezioni e le valutazioni dell’ambiente tutto, a partire dalla tifoseria.

La sconfitta di Pordenone nel terzo turno di Coppa Italia, quasi surreale perché maturata nell’ultimo scorcio di gara quando i giallorossi erano in vantaggio per 2 a 0, ha scatenato le prime perplessità e richieste di ulteriori rinforzi. Eppure fino al primo gol dei padroni di casa, al 79’, l’ottimismo sfociava nell’entusiasmo. Il ribaltamento del risultato ha molteplici spiegazioni: dalla condizione atletica ancora precaria (già a Vercelli, nel turno precedente, il calo finale era stato tangibile), alle soluzioni più o meno forzate a centrocampo (assenti Costa Ferreira e il neo arrivato Armellino, oltre a Pacilli), alle scelte arbitrali (dal rigore negato ai giallorossi sullo 0 a 2 a quello concesso ai padroni di casa, dal gol in sospetto fuorigioco dei neroverdi a quello annullato a Caturano, che ha anche colpito un palo).

Certo è che subire tre reti in dieci minuti è comunque una spia preoccupante che non può essere sottovalutata, soprattutto alla luce dell’esordio in campionato: in attesa di conoscere il calendario completo, di sicuro c’è che il Lecce affronterà in sequenza la Virtus Francavilla, il 26 agosto fuori casa, il Trapani in casa (sabato 2 settembre) e il Catania ancora in trasferta. Partenza complicata, senza dubbio, che esclude la possibilità di un graduale “ambientamento” ai ritmi serrati della stagione regolare. Ma questa è una consapevolezza che non sfugge di certo a mister Roberto Rizzo e alla dirigenza del club che in settimana ha conosciuto una modifica del proprio assetto con l’uscita di scena di Roberto Tundo e la ripartizione delle sue quote di maggioranza tra gli altri soci, attestati tra il 10 e il 25 per cento ciascuno: Saverio Sticchi Damiani, l’anima e il regista della cordata che rilevò il Lecce dalla famiglia Tesoro, sarà il nuovo presidente.

I nuovi equilibri serviranno anche a garantire maggiori chances di continuità se qualcuno degli attuali soci dovesse fare un passo indietro: da questo punto di vista si comprende bene come gli sforzi economici profusi oramai da due anni – dal risanamento della situazione debitoria  agli investimenti di mercato - abbiano bisogno di essere accompagnati dal risultato sportivo, senza mezze misure. Ecco perché, anche nelle dichiarazioni, l’obiettivo della promozione è sbandierato ai quattro venti. Con ogni probabilità, dunque, quella attuale sarà una stagione ancora più importante delle precedenti, per certi versi dirimenti, ed è giusto che il peso di questa responsabilità venga avvertito da tutti coloro che sono interessati alle sorti dell’Us Lecce. 

L'allenatore merita piena fiducia, la squadra è stata allestita con criterio, la società è ben organizzata e vicina alla sensibilità della tifoseria: con ragionevole fiducia e consapevole serenità si può arrivare lontano. Come ogni anno il pericolo maggiore è rappresentato dagli isterismi collettivi, dal disfattismo prematuro ma anche dalla ricerca ossessiva di qualsiasi cosa, talvolta irrilevante, da dare in pasto ai social, purché se ne parli.

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