rotate-mobile
Sport

Premesse e prospettive: Sticchi Damiani e Corvino tracciano il bilancio

Alla chiusura della sessione invernale del mercato e all'inizio del girone di ritorno presidente e direttore dell'area tecnica ribadiscono i principi del lavoro triennale per la rifondazione del progetto tecnico

LECCE - Una conferenza stampa al "Via del Mare" per tracciare una linea, dopo la fine del girone di andata e della sessione invernale del calciomercato, ma anche per lanciare lo sguardo oltre il primo ostacolo e sgombrare il campo da alcuni malintesi che si sono creati quasi per inerzia rispetto agli obiettivi del Lecce. 

Il primo a prendere la parola è stato il presidente del club, Saverio Sticchi Damiani: "A seguito della retrocessione, ci siamo portati dietro un monte ingaggi totale per circa 15 milioni di euro. Percepiremo un paracadute di 7 milioni. È chiaro allora lo sforzo chiesto anche questa volta fatto dalla proprietà. Al nuovo direttore però abbiamo chiesto di valorizzare questo ulteriore investimento, evitando che fosse solo legato al risultato sportivo del momento. Per questo gli abbiamo chiesto di lavorare su quattro linee guida: la prima era di eliminare in questi quattro mesi i calciatori non funzionali o scontenti. Un gruppo di scontenti è fisiologico ma se prende piede in uno spogliatoio può portare la società nel baratro. La seconda indicazione era quella di rafforzare la rosa attraverso elementi funzionali nell’immediato, dunque esperti perché, pur confermando la prospettiva di lavoro triennale, abbiamo sempre detto che se fosse stato possibile avremmo coltivato le ambizioni che sono molto complicate dopo una retrocessione. La terza era di acquistare giovani per la prima squadra di qualità e a titolo definitivo ricorrendo il meno possibile ai prestiti. Pensavamo di inserirli in maniera più graduale: sono il nostro vaccino sportivo al Covid nel calcio. Infine, l'ultima linea guida era lavorare anche per il settore giovanile, investendo anche oltreconfine: faccio presente che sono arrivati ben 13 elementi".

Il numero uno del club ha quindi fatto sintesi, con ulteriore sforzo di chiarezza: "Questo è l’investimento sul progetto Lecce per i prossimi anni: in questo momento tante squadre sono alla ricerca di proprietà straniere, attravreso fondi di investimento che, peraltro, per società come il Lecce non hanno mai manifestato interesse. Quindi le possibilità ce le dobbiamo dare da soli. L’investimento sugli ingaggi, dopo questi quattro mesi, vale adesso di più secondo noi perché è stato fatto un lavoro incredibile. Abbiamo inoltre fatto investimenti in strutture, macchinari e risorse umane. Ho la sensazione che stia nascendo qualcosa di importante e devo ringraziare i soci che hanno accettato ulteriori sacrifici. Per quanto rigurda la stagione in corso, abbiamo ottenuto 30 faticosissimi punti. Nonostante le difficoltà siamo lì e possiamo coltivare una fiamma di speranza che deve essere vista come un privilegio e non come un’insoddisfazione perché non è già divampato un incendio. Bisogna capovolgere la prospettiva e in questo modo alcuni risultati, magari, verranno più apprezzati".

Corvino: "Ci abbiamo messo l'anima"

La parola è poi passata al direttore dell'area tecnica, Pantaleo Corvino: "Non era facile rinforzare la rosa per poter essere di intralcio a chi ambisce da subito alla serie A. Non era facile trovare giovani di qualità, strutturare il settore giovanile per farlo tornare a splendere come una volta. Credo che in questi mesi abbiamo cucito un bel vestito ma che adesso deve modellarsi sulla squadra. Con la chimica giusta e la convinzione nei propri mezzi possiamo prenderci qualche soddisfazione". 

L'esperto direttore ha poi definito i contorni della prima squadra, di qui alla fine del campionato: "Una rosa di 23 calciatori, con tre portieri, quattro marcatori, quattro esterni dopo l'infortunio di Adjapong, otto centrocampisti, quattro attaccanti e cinque giovani aggregati - Borbei, Monterisi, Gallo, Maselli, Felici -. Quattro mesi fa non avrei scommesso di poter riuscire a mettere insieme un organico di questo tipo". Una precisazione è stata fatta su Pettinari: non si sono concretizzate le condizioni richieste per la sua cessione e il calciatore è da considerarsi fuori dal progetto tecnico.

Corvino ha quindi spiegato qual è stato lo spartito che ha seguito: "Fare tutto questo solo sul mercato italiano sarebbe stato impossibile: un giovane bravo in Italia costa l'ira di Dio, nessuno fa opera misericordiosa. Il Lecce però non vuole lavorare per gli altri prendendo in prestito i calciatori, così abbiamo dovuto fare un mercato creativo, esplorando mercati inusuali, quelli meno frequentati dagli altri". 

Infine una chiosa, anche in parte polemica: "L'anima ce l'abbiamo messa, il tempo ci dirà se abbiamo lavorato bene. Ma credetemi, non abbiamo lesinato alcuno sforzo: i tifosi meritano una squadra all'altezza, ma anche un settore giovanile capace dei fasti del passato. Se l'Udinese spazia in lungo e in largo all'estero va bene, è un esempio, ma se lo fa Corvino no: noi arriviamo al Polo Nord se necessario e devi essere bravo per arrivarci".

Tutte le operazioni in entrata e in uscita

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Premesse e prospettive: Sticchi Damiani e Corvino tracciano il bilancio

LeccePrima è in caricamento