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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Tesoro sfida imprenditori e politici: "Quattro mesi per prendere il Lecce, poi lascio"

Il patron ha illustrato le ragioni per la quali ha deciso di chiudere, a fine stagione, la sua esperienza alla guida del club. Ha parlato anche della contestazione di domenica, ma ha detto che a determinare la decisione è stata l'ostilità dell'ambiente

LECCE – Per rilevare l’Us Lecce gli eventuali acquirenti devono garantire per una fidejussione di 600mila euro per un’esposizione debitoria di circa 3 milioni. Non ci sono altri costi, nemmeno quelli patrimoniali relativi a 26 calciatori sotto contratto e al settore giovanile. Savino Tesoro lancia la sua sfida al tessuto politico-economico del territorio, con 4 mesi e mezzo di anticipo rispetto alla fine di giugno, quando, in qualsiasi caso lui chiuderà la sua esperienza alla guida del club giallorosso. E questo annuncio odierno, ha spiegato il patron, serve non a destabilizzare l'ambiente ma a dare il tempo a chi di dovere di organizzarsi per prendere il suo posto.

Il presidente  del sodalizio leccese, che resterà in carica regolarmente fino al termine della stagione, ha quindi voluto lanciare una sfida esplicita, davanti cioè alla tifoseria intera, a quegli ambienti che con il loro atteggiamento hanno determinato la decisione della famiglia Tesoro di fare un passo indietro. Non è stata la contestazione della Curva Nord a rompere l’idillio. Il patron questo aspetto lo ha ripetuto almeno tre volte nel corso della lunga conferenza di questa mattina. Certo ha giudicato inopportuni tempi e modi, di sicuro è rimasto colpito dal contenuto dello striscione esposto perché a suo dire frutto di scarsa conoscenza della realtà, ma ha comunque voluto ringraziare quei ragazzi che per due anni a mezzo sono stati sempre i primi a sostenere gli sforzi della società, anche e soprattutto dopo le cocenti delusioni delle due finali perse.

Se i Tesoro a Lecce non stanno più bene, non è colpa degli ultras, insomma, ma di tutti coloro che hanno remato contro: “Ho deciso di accontentare tutti, sono stanco di sapere che qualcuno vuole che me ne vada e che altri pensino che io debba stare solo perché non c’è nessun altro”, ha dichiarato il presidente che ha però garantito che da qui alla fine del campionato sarà, impegni di lavoro permettendo, ancora più presente e determinato a raggiungere i play off e poi la promozione in serie B. Savino Tesoro ha chiarito che la squadra non ha nulla da temere e che i calciatori devono pensare a fare il proprio dovere e possibilmente a vincere. Per quanto riguarda lui e la sua famiglia, con il calcio, per il momento hanno chiuso. Tra qualche anno, forse se ne riparlerà e magari all’estero.

Il patron ha anche precisato che la conferenza odierna avrebbe voluto farla già il giorno dopo la sconfitta di Reggio Calabria, ma di aver poi deciso il rinvio perché si era nell’ultima settimana del calciomercato. Che l’esposizione di quello striscione ha poi innescato qualche giorno di ulteriore riflessione, fino ad oggi, quando ha voluto certificare l’irrevocabilità della scelta di dire basta. E’ stato un incontro sereno, lontano dalle drammatizzazioni che pure è lecito attendersi in circostanze come queste. Ma Tesoro ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa, chiedendo ad alcuni giornalisti – più volte invitati, ma non presenti – come possa giovare al bene del Lecce il fatto di “mentire sapendo di mentire”.  Il presidente e la sua famiglia si sono sentiti oggetto di una campagna denigratoria, portata avanti sin dal primo giorno, e sempre dalle stesse pagine. 

Nel calderone delle citazioni ci sono finiti anche personaggi politici locali: al presidente della Provincia, Antonio Gabellone - incontrato una sola volta in tre anni e autore ieri di un post su Facebook sulle turbolenze societarie - è stato chiesto di fare da revisore dei conti: “So che è una persona onesta, adesso se vorrà potrà decidere anche lui le condizioni di un passaggio di proprietà”.

Tesoro ha fatto una difesa ragionata della sua gestione amministrativa, sottolineando il fatto che il Lecce, dopo il ridimensionamento imposto dalla doppia retrocessione, è diventato una società modello fatta dal numero giusto di collaboratori ai quali ha espresso tutta la sua gratitudine. Ha spiegato, per rispondere una volta per tutte su quanto gli sia costato rilevare il Lecce, di aver pagato solo nel primo esercizio 8,8 milioni di euro di obbligazioni assunte dai vecchi proprietari, di aver sborsato 5,8 milioni di monte ingaggi e di non aver ancora riscosso alcune somme che erano state pattuite negli accordi.

Il patron ha confermato anche la bontà delle scelte tecniche, riconoscendo, provocatoriamente, di aver sbagliato solo da un punto di vista: quello di non aver saputo prevedere le situazioni negative. Il riferimento è ai cali di rendimento di alcuni calciatori e agli infortuni. Tesoro ha ricordato ai cronisti di aver raggiunto per due volte la finale e di essersi lasciato dietro società più solide economicamente e con programmi ambiziosi vecchi di un decennio, come il Benevento, ma anche la Salernitana.

Sulla girandola di allenatori ha detto di essere lui il primo a dolersene, dato che si tratterebbe di almeno 200mila euro ad ogni avvicendamento, ma di aver proceduto agli esoneri perché convinto che si dovesse far meglio. E in questo senso va inquadrata la scommessa su Alberto Bollini, tecnico molto stimato nell’ambiente, capace di valorizzare i giovani e di far giocare bene la squadra. Una scelta fatta, ha sottolineato Tesoro, in prospettiva – ed ecco spiegato il contratto di un anno e mezzo – al di là dei destini societari. Perché Bollini, ha spiegato il presidente, non avrebbe certo problemi a trovare un’altra destinazione nel caso non fosse gradito alla società subentrante.

I convocati per Paganese Lecce

Questa mattina si è svolta anche la rifinitura prima della partenze per la Campania dove il Lecce è atteso domani dalla sfida con la Paganese, valida per la 25esima giornata. Il tecnico Bollini ha convocato 18 giocatori. Portieri: Caglioni e Scuffia. Difensori: Beduschi, Di Chiara, Diniz, Abruzzese, Lopez e Mannini. Centrocampisti: Filipe Gomes, Sacilotto, Salvi, Papini, Lepore e Bogliacino. Attaccanti: Moscardelli, Herrera, Gustavo, Embalo. 

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