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Corte d'appello respinge il ricorso della Casertana, omologato il pareggio

I giudici hanno respinto il ricorso della società campana e accolto quello del Lecce, annullando l’ammenda inflitta ai salentini

LECCE – E’ stato omologato il risultato della gara, finita in pareggio, tra Casertana e Lecce del 26 gennaio scorso. I giudici della Corte d'appello federale hanno respinto il ricorso della società campana e accolto quello del Lecce, annullando l’ammenda di 5mils euro inflitta ai salentini.

Il club campano aveva chiesto la sconfitta per 3 a 0 dei giallorossi per l'impiego del magazziniere  come assistente dell'arbitro. Come da regolamento, dopo l'infortunio di uno dei guardalinee designati, ciascuna squadra mise a disposizione un elemento della propria panchina. La partita si concluse con il risultato di 1 a 1, che era quello maturato al momento del forfait. Il giorno successivo la Casertana preannunciò la presentazione del ricorso nel quale ha cercato di dimostrare che il ricorso del Lecce al proprio collaboratore, inserito nella distinta di gara come componente della cosiddetta panchina aggiuntiva, non poteva essere considerato regolare perché la posizione del magazziniere in questione non è assimilabile a quella di un tesserato, come richiesto dall'articolo 63 delle norme organizzative interne della Figc.

Nel verdetto in prima istanza, il giudice di Lega Pro, Pasquale Gravina, riconobbe la buona fede del Lecce e, soprattutto, la regolarità della partita così come attestato dal referto supplementare dell'arbitro Paolini che peraltro aveva esplicitamente detto alle due panchine che avrebbe deciso da solo senza tener conto delle indicazioni dei due supplementi, la cui presenza era necessaria solo da punto di vista formale. Ma anche in primo grado fu necessaria un'attesa supplementare dal giorno della discussione: nel calcio professionistico, infatti, non ci sono precedenti del genere e nemmeno il quadro normativo è di pacifica interpretazione.

Sta di fatto che quel dispositivo, che accoglieva solo in parte le ragioni della Casertana, ma non nella parte principale, non era piaciuto al sodalizio campano che punta dritto alla vittoria a tavolino e nemmeno al Lecce che aveva contestato la sanzione dell'ammenda (di 5mila euro) non per la rilevanza economica della somma, ma per mettere in discussione le ragioni stesse che la giustificano e cioè il riconoscimento di una irregolarità per quanto commessa in buona fede. In appello dunque piena ragione al Lecce.

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