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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La difesa del Lecce: “Masiello e Carella testimoni inattendibili”

Processo calcioscommese: gli avvocati difensori con nuove prove documentali sui conti di Semeraro cercano di smontare l'impianto accusatorio della Procura federale. Critiche anche alla coerenza di giudizio con i casi similari

LECCE - Assoluzione con formula piena: è questa la richiesta inoltrata dal pool di avvocati difensori (Saverio Sticchi Damiani, Andrea Sambati e Fausto Coppi), che tutela gli interessi del Lecce calcio nel processo dinanzi alla Commissione disciplinare sul Calcioscommesse. All’indomani delle pesanti richieste del Procuratore federale, Stefano Palazzi, all’ex Ostello della gioventù del Foro Italico è il giorno delle difese per i tredici tesserati e per i quattro club coinvolti in questa fase. Tra le squadre, anche il Lecce, sul quale si è abbattuta l’invocazione della retrocessione in Lega Pro con una sottrazione di sei punti di penalità da scontare nel prossimo campionato.

La difesa, però, non ha inteso ricorrere al patteggiamento come hanno fatto diverse squadre e numerosi tesserati, percorrendo la strada maggiormente in salita, quella di smontare l’impianto accusatorio della Procura federale ai danni dei giallorossi. Sono diversi gli elementi, su cui, nel corso della lunga mattinata, si è avviato uno scontro dibattimentale con Palazzi, grazie anche ad una serie di nuove acquisizioni e prove documentali, presentate dalla difesa ed ammesse dalla Commissione disciplinare, prima delle richieste ufficiali del procuratore.

Cinquanta pagine difensive che tentano di dimostrare che non ci fu combine, scagionando l’ex presidente del Lecce, Pierandrea Semeraro, da ogni accusa di coinvolgimento. Per far ciò gli avvocati hanno presentato gli estratti conto dell’ex numero uno di Via Templari, per dimostrare che i 240mila euro non servirono a finanziare la combine di Bari-Lecce del maggio 2011, come, invece, sostenuto dall’accusa.

Su questo elemento, gli avvocati hanno cercato di far crollare le certezze “granitiche” di Palazzi, dimostrando che i due protagonisti della vicenda, ossia Andrea Masiello e Gianni Carella, avrebbero mentito. Per i legali, le loro testimonianze sarebbero inattendibili: l’ex giocatore del Bari, infatti, avrebbe dichiarato di aver ricevuto soldi in fascette della Monte dei Paschi di Siena, mentre dall’analisi dei conti di Semeraro, presentata dagli avvocati, risulterebbe che nessun prelievo sarebbe stato eseguito in quei giorni dallo stesso.

Anche su Carlo Quarta, l’imprenditore con un ruolo da protagonista nella presunta combine, la difesa avrebbe dimostrato che nessuno della società avrebbe sentito l’imprenditore. Un terzo elemento discusso sono le dichiarazioni di Carella, colui che tecnicamente avrebbe incassato l’assegno per proporre la combine ai giocatori del Bari, in quanto, in un passaggio del suo interrogatorio, avrebbe reso dichiarazioni poi ritrattare, mettendo in dubbio la combine stessa. Mancherebbe nella sostanza, la prova madre per certificare il reale coinvolgimento di Semeraro.

C’è poi un elemento di disparità: l’avvocato Sticchi Damiani, in particolare, ha evidenziato nel suo scontro con Palazzi come l’atteggiamento della Procura non sia coerente, puntando l’attenzione sulla Sampdoria, il cui caso è similare, nell’impianto accusatorio a quello del Lecce, ma che, a differenza dei salentini (e non potrebbe essere solo questione di patteggiamento, ndr) avrebbe ottenuto una mano “morbida”. Gli avvocati non predicano ottimismo, in quanto il quadro d’insieme è delicato, ma sono convinti di aver offerto gli elementi giusti, per dare alla commissione l’opportunità di giudicare al meglio i fatti contestati. Le decisioni di primo grado sono attese tra l’8 e il 10 agosto, con la stagione che incombe e il primo appuntamento ufficiale per i salentini, in Coppa Italia, il 12 agosto.

 

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