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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Girandola dei sentimenti: dalla commozione all'ostilità, passando per la nostalgia

Quella tra Inter e Lecce è stata una gara particolare non solo per ragioni tecniche: l'applauso scrosciante per Giovanni Custodero, i cori e lo striscione contro Antonio Conte, l'omaggio a Istvan Vincze

LECCE - La commozione per Giovanni Custodero, la nostalgia per Istvan Vincze, i fischi e i cori nei confronti di Antonio Conte. Nell'arco di un paio di ore il pubblico del Via del Mare ha attraversato diversi stati d'animo e non solo per quello che è accaduto in campo.

Prolungato l'applauso, prima del fischio di inizio, nel ricordo del giovane atleta del Fasano morto per un male incurabile non prima di aver affidato alla sua famiglia e agli amici le sue battaglie, soprattutto quella perché sia ammessa l'eutanasia per i malati gravi. I calciatori di Lecce e Inter hanno effettuato il riscaldamento indossando una maglietta con l'elmo di Leonida, il simbolo che il portiere di Pezze di Greco aveva scelto per testimoniare il suo spirito guerriero.

Più o meno negli stessi minuti il presidente Saverio Sticchi Damiani ha consegnato una maglietta commemorativa a Istvan Vincze, ex calciatore ungherese rimasto nel cuore dei tifosi salentini per aver segnato il gol decisivo al Bari nell'ultimo derby disputato della due squadre nel vecchio stadio Della Vittoria, nel capoluogo di regione: era il 25 febbraio del 1990. Oggi 52enne, Vincze ha raccolto un applauso affettuoso esibendo più volte verso gli spalti la sciarpa giallorossa e posando con la maglia appena ricevuta, a beneficio dei fotografi. 

Non altrettanto benevola, come era prevedibile, è stata la tifoseria leccese nei confronti di Antonio Conte: accolto al suo ingresso in campo con fischi e cori ostili, che hanno accomunato tutti i settori dello stadio, è stato poi il destinatario di uno striscione, esposto in curva, dove, più che il sempre deprecabile termine volgare, suonava come verdetto ineluttabile la prima parte del testo: "Conte uomo senza identità". L'esultanza alla Tardelli contro il Lecce, alla prima giornata di campionato 1997/98 e nel recupero di una gara che la Juventus già conduceva per 1 a 0, e poi la scelta di accettare la proposta del Bari che lo voleva suo allenatore (e con il quale vinse per 2 a 1 al Via del Mare), hanno scavato un solco che resta ancora incolmabile e che nessun incrocio successivo tra il tecnico e la squadra della sua città natale ha contribuito a riempire.

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