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Il Derby dei nervi, Lecce fredda il Gallo al fotofinish

Corvia all'88', sigla la rete decisiva. Il Lecce sempre più solo in testa alla classifica, a sei punti dalla seconda. Il Gallipoli si difende bene, ma soccombe nel finale, cogliendo anche una traversa

Cinque, interminabili minuti di recupero, poi il lungo applauso sincero di due tifoserie appassionate, dagli stessi colori, della stessa terra, ma che hanno occhi puntanti verso il futuro con umori diametralmente opposti. Per un attimo, però, solo per un attimo, il sogno e l'incubo si annullano a vicenda. L'intero "Via del Mare" abbraccia i ventidue reduci da una battaglia di nervi che lascia sul campo una vittima e decreta un vincitore, ma che accomuna tutti per la grinta con cui si sono dati contesa. Lo scroscio è fragoroso, le mani dei leccesi e quelle dei gallipolini si fondono in un unico suono che vibra dagli spalti. S'è appena concluso un derby vero, vissuto sul filo di emozioni taglienti, e con un finale da brivido: il gol di Corvia quasi in chiusura, al termine di un secondo tempo in cui il Lecce esce allo scoperto ed inizia a martellare in area di rigore, seguito dalla traversa di Viana in pieno recupero, ultimo sussulto d'orgoglio di un Gallipoli che non s'arrende neanche davanti alla prima della classe.

Ma quanta differenza da quella prima volta, esattamente cinque mesi fa. Era la fine di ottobre, il Lecce, che stava iniziando a ritagliarsi un ruolo da protagonista assoluto in campionato, s'impose in trasferta di tre lunghezze. In panchina, nel Gallipoli, Giannini si assunse le responsabilità della disfatta. Ma l'avvenire in riva allo Jonio non aveva ancora assunto le attuali tinte fosche, e sembrava comunque sempre sorridere alla matricola sbarazzina in grado di confrontarsi con tutti a viso aperto. Al confronto di oggi arriva invece una squadra orfana del "Principe" e di altri protagonisti, con una società nel pieno di una bufera con pochi eguali nella storia del calcio, ed una squadra ridisegnata ancora una volta in corsa. Per cercare disperati punti salvezza davanti ad un Lecce che, archiviata la debordante debacle con il Cittadella grazie a due vittoriose trasferte sui campi di Reggina e Salerninata, dopo la risurrezione vuole la consacrazione. E così sarà. Gli altri risultati, ancora una volta, sono favorevoli agli uomini di De Canio, e questa volta il salto riesce ad hoc: a sei lunghezze dalla seconda, i tifosi del Lecce guardano con più concretezza al traguardo della promozione, quando mancano dieci giornate dalla fine di quell'estenuante maratona che è la serie B.

Primo tempo, il derby della noia

Rispetto alla partita di Salerno, De Canio ridisegna la difesa, inserendo Belleri sulla corsia esterna destra (ma spostandolo nel corso della gara anche a sinistra), e ridando comunque fiducia alla coppia di centrali composta da Ferrario e Terranova, davanti al portiere Rosati. Angelo viene così riposizionato alto, mentre dalla parte opposta gioca Mesbah. Chiudono il centrocampo Vives, Giacomazzi e Munari. In attacco ancora una volta trovano una maglia da titolare Marilungo e Baclet. Nel Gallipoli, De Pasquale opta soprattutto per un gioco di copertura, con raddoppi frequenti (letteralmente ingabbiato, Marilungo) e confidando sulle ripartenze, sfruttando specialmente le fasce, ma lasciando come unica punta Artistico (prova gagliarda, specie nella ripresa). Tra i pali va Sciarrone, coperto da una retroguardia composta da Abbate, Grandoni e Pallante, con Daino e Scaglia però bassi sulle fasce, tanto da comporre con i primi tre una corposa linea a cinque in fase di copertura. A centrocampo, Mancini, Pederzoli, Scaglia e Lazzari. Ed è tanto più derby, se si considera che il fischietto è Damato, un barlettano.

Il primo tempo regala trepidazioni con il contagocce. Il Lecce carbura lentamente e sulle fasce le frequenti sgroppate di Angelo e Mesbah non trovano comunque sbocchi. Il Gallipoli esce raramente oltre il centrocampo, ma offre l'impressione di sapersi difendere con estrema lucidità, senza concedere un metro ai padroni di casa. E, giusto per gradire, il primo, vero tiro in porta arriva nientemeno che dopo 28, sbadiglianti minuti. Il Lecce conquista una punizione a pochi metri dalla linea dell'area di rigore, in posizione centrale. S'incarica del tiro Mesbah, che aggira la barriera con un rasoterra angolato, il quale trova, comunque, Sciarrone attento nel distendersi e bloccare.

La replica del Gallo, nei piedi di Artistico, al 35': tiro centrale, piuttosto forte, ma Rosati intercetta senza affanno. Poco dopo, scatta il primo giallo. E' per Vives, reo di colpire il pallone di mano (il secondo arriverà per Corvia, dopo il gol vittoria, per essersi tolto la maglietta). Nei minuti di recupero (due quelli accordati), i giallorossi jonici, oggi in maglia nera (curiosità: all'andata fu il Lecce ad indossare la casacca scura) recriminano per un presunto fallo in area. Belleri sbaglia il tempo dello stacco di testa a centrocampo su un pallone vagante, e dà involontariamente l'avvio al contropiede gallipolino, affidato ai piedi di Artistico, che mette in mezzo per Lazzari, affrontato da Ferrario. Il centrocampista del Gallo finisce per terra, ma l'arbitro fa proseguire e di lì a poco fischia anche la fine del primo tempo.

Ripresa, il derby del cuore

Le squadre rientrano dagli spogliatoi con gli stessi uomini, ma, come in altre occasioni, il Lecce mostra subito un piglio più agguerrito. E sugli sviluppi di un calcio di punizione, con azione continuata in area, fallisce di poco il vantaggio. La palla termina sui piedi di Terranova, portatosi in avanti, e trovatosi da solo davanti a Sciarrone: il tiro viene però ribattuto di piede dal portiere, abile a chiudere lo specchio. Al 55' De Canio decide che i tempi sono maturi per modificare assetto, e richiama in panchina Belleri, per inserire Di Michele. La trazione diviene decisamente anteriore ed il ritmo si fa più elevato.

Al 60' Angelo crossa da destra per lo stacco di Marilungo, ma la palla finisce sull'esterno della rete, dando solo l'illusione del gol. Con il Lecce sbilanciato in avanti, il Gallipoli stesso trova qualche varco in più per tentare l'affondo, ed al 61' Rosati deve anticipare di piede il pressing di un Artistico mai domo, nonostante la sua forzata solitudine. E al 66' l'attaccante del Gallipoli riesce anche a mettere in rete, ma a gioco fermo per fuorigioco. Questione di centimetri. Chi deve dare forfait, poco dopo, è un Baclet affaticato, e così in campo si rivede Corvia: è ormai già il 67'. Due minuti più tardi, un cambio anche nel Gallipoli: Mounard prende il posto di Lazzari.

A far restare smorzato il grido di gioia in gola ai leccesi, è proprio Corvia, che al 70', servito sottorete da un calibrato assist di Mesbah, supera Sciarrone. Prima che la palla varchi la linea di porta, però, provvidenziale arriva l'intervento di Abbate. Nel Gallipoli, qualche istante dopo, è sempre Artistico a cercare la porta, con un tiro al volo che sorvola la traversa. Ma è quasi sempre il Lecce a spingere sull'acceleratore, trovando però, anche all'82', l'opposizione di Sciarrone: il portiere gallipolino si supera, su un'insidiosa punizione dalla distanza di Di Michele, tuffandosi alla sua sinistra e respingendo il pallone a mano aperta. Il miracolo forse spinge De Pasquale a pensare già ad un eccellente pareggio, ma non per questo il tecnico si rifugia del tutto in difesa, rilevando piuttosto un ormai stanco Artistico per inserire al suo posto un'altra punta, Volpato.

E invece, il gol a lungo cercato dal Lecce, arriva proprio agli sgoccioli: Corvia raccoglie un cross in area, sbucando alle spalle della difesa, e batte imparabilmente l'incolpevole Sciarrone. Beffato dopo una gara gestita con fatica e sacrificio, De Pasquale getta nella mischia Di Carmine per dare più spessore ad un'iniziativa d'attacco divenuta improvvisamente conditio sine qua non, e richiama un difensore, Abbate. De Canio, dal canto suo, si cautela subodorando offensive dell'ultimo secondo e richiama Marilungo, inserendo Fabiano per tornare a rimpolpare la difesa. Ma nell'abbondante recupero accordato dal signor Damato, il Lecce soffre con troppo affanno in fase di contenimento, regalando un corner dagli sviluppi del quale Viana colpisce di testa da posizione defilata, centrando l'incrocio dei pali, e lasciando nello smarrimento lo spicchio del settore ospiti, interamente gremito di gallipolini. Si chiude qui il derby del Salento. Le strade si dividono con il Lecce che accarezza speranze di gloria, ed il Gallipoli risucchiato di nuovo in zona rossa.

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