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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Acuto di Muriel, ma il Lecce si paralizza. E finisce in goleada

L'Inter colpisce quattro legni prima di agguantare il pari con Pazzini. Milito torna al gol in avvio di ripresa, Corvia sciupa due occasioni e Cambiasso e Alvarez chiudono la pratica. Doveroso intervenire in sede di mercato

MILANO - Se l'Us Lecce ha vere ambizioni di salvezza, allora deve intervenire sul mercato di riparazione. Come ha chiesto Cosmi, portando a Lecce gente affamata, anche dalle categorie inferiori dove si può pescare a buon prezzo, senza dunque sconvolgere il dogma dell'autogestione. Inutile girarici tanto intorno, la squadra cosi come è non andrà da nessuna parte. Troppo distratta e vittima dei propri limiti, tecnici, tattici  e mentali per sperare di farla franca. Non bastano la volontà di molti e il talento di qualcuno per rimanere nella massima serie se il saldo complessivo continua ad essere irreversibilmente negativo.

Con buona pace di chi pensava che sarebbe bastato lo scossone con il cambio di guida tecnica, il Lecce ha dimostrato al Meazza di essere costantemente condizionato da una serie di gap strutturali che non possono essere colmati con la bacchetta magica. Di questo passo nemmeno una retocessione dignitosa può essere alla portata dei salentini, perchè una squadra piena di prestiti, al massimo agli esordi della primavera, molla gli ormeggi per lasciarsi andare alla silenziosa deriva.

Finisce 4 a 1 per l'Inter l'ultima gara del 2011 e il risultato non fa una grinza. Muriel, dopo venti minuti, tira fuori un'altra perla dal suo repertorio ma poi il Lecce si blocca sulle gambe, piombato dalla paura di essere inadeguato alla recita sul palcoscenico di San Siro dove, in fondo, sembra capitato per caso, come i ragazzini di scuola costretti ad una gita in un museo. 

Primo tempo: Muriel inventa il vantaggio, l'Inter si scatena: quattro legni, un solo gol.

C'è Gabrieli a difendere la porta del Lecce mentre Ranieri preferisce Forlan a Milito. Cosmi non rinuncia alla coppia assortita formata da Di Michele e Muriel e conferma anche Olivera in mediana, con Giacomazzi e Obodo. Nel primo quarto d'ora l'Inter colleziona tre corner e qualche tiro da fuori, ma il Lecce non sfigura. Al 19' Obodo sradica la sfera dai piedi di Thiago Motta e lancia Muriel sul filo dell'off-side: il colombiano si defila, rientra verso l'Interno e trafigge Julio Cesar sul primo palo. 

A questo punto la squadra giallorossa si ferma, arretra a vista d'occhio, concede metri soprattutto sulle corsie laterali, e non contrasta adeguatamente sulla tre quarti. L'Inter non è trascendentale ma gioca con quell'umiltà che Ranieri aveva predicato alla vigilia, senza scoraggiarsi nemmeno davanti ad una incredibile serie di quattro legni colpiti in dieci minuti: il primo e l'ultimo sono marchiati da Forlan, il secondo da Pazzini, il terzo da Samuel.

E' un tiro a segno automatico, senza opposizione alcuna, tanto che il pareggio soprende solo per il ritardo con cui matura. Il "Pazzo" anticipa Tomovic e Gabrieli con un movimento sul primo palo, raccogliendo un cross effettuato nella solita totale libertà cui il Lecce abitua i suoi avversari. C'è anche l'occasione per la doppietta personale, proprio allo scadere della prima frazione, ma il colpo di testa dell'attaccante finisce al lato.

Secondo tempo: Il Lecce sciupa, l'Inter no. Milito si sblocca, primo gol italiano per Alvarez.

Con Piatti per Olivera, Cosmi cerca di aggiungere un pizzico di fantasia ad una manovra a dir poco farraginosa: lento il centrocampo, assenti i cursori laterali, Di Michele e Muriel possono solo affidarsi alla speranza di qualche ripartenza. Ranieri cambia due giocatori: dentro Cambiasso e Milito per Faraoni e Forlan. La prima vera occasione è ancora del Lecce, Piatti è bravo a recuperare un pallone e a fiondarsi in avanti, ma la sua conclusione è inguardabile.

L'Inter invece il buco lo sfrutta senza complimenti: al 4' Alvarez soffia il pallone proprio a Piatti e lancia Milito; l'argentino si infila tra Ferrario e Tomovic e supera agevolmente Gabrieli con un tocco preciso all'altezza del dischetto. Cosmi inserisce Corvia e toglie Muriel - impalbabile il suo apporto, ad esclusione del bel gol. I padroni di casa, a questo punto appagati, allentano improvvisamente la pressione consentendo al Lecce una decina di minuti decenti. Ed è anche sfortunata la squadra salentina quando manca due volte il pari con l'attaccante romano che al 16' tira sul portiere avversario in uscita, mentre al 24' scheggia la traversa. 

Ranieri pensa a proteggere la difesa con Obi al posto di Pazzini e al 28' scaccia gli incumbi grazia a Nagatomo che mette sul primo palo un assist per Cambiasso che gira a rete per la terza marcatura nerazzurra. Partita praticamente chiusa anche se il Lecce potrebbe accorciare le distanze: la prima volta con Corvia, di testa, al minuto 29, la seconda con Di Michele al 33'. La capitolazione giallorossa si conclude tre minuti dopo ed è una delle tante rappresentazioni dei limiti dei salentini: Cuadrado recupera su Nagatomo, riparte in avanti dimenticandosi del pallone, il giapponese si rialza da terra, si porta sul fondo e mette Alvarez in condizione di segnare il suo primo gol nel campionato italiano.

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