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Inter-Lecce, sfida nel tempio senza i colori del tifo

Chi se lo ricorda un Inter-Lecce 6 a 0? Nonostante la mattanza, fra i tifosi giallorossi fu un'incredibile festa di cori e colori. Domani non potrà essere lo stesso. Qualsiasi sia il risultato finale

Chi se lo ricorda un Inter-Lecce 6 a 0? Correva la stagione di serie A 1999-2000. Alla disarmante prova dei salentini guidati da Cavasin fece da contraltare una "prestazione" (chiamiamola così, visto che siamo in tema calcistico) epocale di quello spicchio di "San Siro" occupato da migliaia di tifosi salentini. Ad ogni rete dei nerazzurri la voce si alzava sempre di più. Alla fine della mattanza rimasero solo i cori dei leccesi. Un paradosso. I giocatori in maglia giallorossa, freschi di sonore randellate, vennero sotto la curva a battere le mani ai loro sostenitori. Fu uno scroscio unanime. "Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai". E chi se ne frega delle sei reti, di fronte alla gioia di essere lì, davanti al senso di appartenenza che unisce il tacco d'Italia ai suoi figli accasati al Nord, vittime della diaspora che nasce dall'assenza di lavoro? Mai vista una cosa del genere, a memoria d'uomo. I vincitori del "San Siro" osservavano ammutoliti e pensierosi questo scatto di sincero orgoglio. I terroni, che grinta. Poveri, ma belli, in un calcio che ancora alla fine degli anni '90 non era blindato. E certi fotogrammi appartengono ormai alla memoria. Forse, scene simili non si vedranno mai più. Quell'Osservatorio che non si capisce bene cosa osservi, ha detto che non si può. Biglietto unico e nominale, il settore ospiti si può acquistare solo a Lecce.

Per combattere la violenza (brutto male del calcio, sì, ma purtroppo l'unico contro il quale si cerchino nel bene o nel male deterrenti: contro certi personaggi negativi che vengono riesumati e rispolverati dopo ogni scandalo, non c'è legge che tenga) si colpiscono gli studenti ed i lavoratori. Come se un'Italia senza sentimento non li ammazzasse già nel cuore, obbligandoli a "scegliere" le vie del Settentrione per salvarsi dalla miseria nera. Allontanare la parte sana delle tifoserie non è il modo migliore per combattere la delinquenza. Fingere che esista una delinquenza da stadio distinta da quella delle strade non è probabilmente la maniera giusta di agire. Vietare i colori non aiuta il calcio. E dove cultura ed educazione falliscono (cosa si è fatto finora?), si dà il via alla repressione cieca.

Salvo illusorie indicazioni dell'ultim'ora, i più non potranno assistere alla gara nel settore ospiti. E poiché in tanti non si arrendono all'idea di chiudersi in casa davanti alla tivù, o andare al bar davanti al maxi-schermo come gli anziani soli, occuperanno silenziosi altri settori dello stadio. In mezzo agli interisti. Giacché la Costituzione, fino a quando non sarà divorata del tutto, sembra che garantisca quanto meno ancora la libertà di movimento sul suolo nazionale. Nascosti, quasi in borghese e infiltrati fra i colori nerazzurri. Mancherà la grande festa di altri colori, quelli giallorossi. Il dodicesimo uomo in campo frastagliato fra le tribune di un tempio immenso e dispersivo.

A proposito. Ci sarebbe anche la partita. Che i malevoli dicono sia persa in partenza. Per carità, nessuno si illude, anche se la palla è rotonda e con i nuovi materiali di cui è fatta prende pure strani effetti che fanno sembrare qualsiasi giocatore che azzecchi un tiro un campione inarrivabile. Sembra che il Lecce, reduce da un'altalenante prova interna con il Siena, sia disposto ad una forma di turn-over. E ad un cambio tattico. Beretta potrebbe prediligere il 4-4-2 per coprirsi dalle impressionanti discese dei nerazzurri. Solita difesa, quindi, con Polenghi, Stendardo, Fabiano e Antunes, che finora hanno offerto discrete garanzie, davanti a Benussi. Le modifiche, tutte a centrocampo: non è improbabile il ritorno di Munari, che giocherebbe a destra, con Zanchetta, Caserta e Ariatti (anche se quest'ultimo potrebbe rifiatare: in quel caso Caserta potrebbe spostarsi a sinistra, lasciando spazio a Vives in zona centrale). In attacco, se è scontata la presenza di Tiribocchi, qualche dubbio c'è sul partner offensivo. Gli osservatori sostengono che Castillo potrebbe giocare fin dal primo minuto, ma ovviamente le riserve sul suo impiego o su quello di Cacia saranno sciolte dal mister poco prima del fischio d'inizio. Ovvio, comunque, che i salentini puntino più sulla prossima sfida interna, con il Cagliari, decisamente più abbordabile

Massiccio turn-over fra i padroni di casa, che hanno già la mente proiettata verso il derby con il Milan di domenica prossima. Ibrahimovic e Mancini dovrebbe essere tenuti a riposo. L'Inter di Mourinho, che gioca con il 4-3-3, dovrebbe schierarsi con Julio Cesar in porta, Maicon, Cordoba, Materazzi e Chivu in difesa, Stankovic, Cambiasso, Javier Zanetti a centrocampo; Quaresma, Adriano e Balotelli in avanti.

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