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Sabato, 20 Aprile 2024
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Le accuse non reggono, pene miti e nessuna penalizzazione per Lecce-Lazio

Calcioscommesse, filone "Cremona quater": prosciolti Benassi e Rosati, nel 2011 estremi difensori dei salentini. Sei mesi di stop a Ferrario per omessa denuncia. Il Lecce se la cava con una multa di 20mila euro. Paga la linea della difesa, che non aveva voluto patteggiare

ROMA – Le anticipazioni erano state precise, quasi al millimetro. “L’assoluta mancanza di un benché minimo riscontro esterno”, volendo citare uno dei passaggi chiave del dispositivo emesso dalla commissione disciplinare della Figc, sul filone “Cremona quater”, nella vicenda del calcio scommesse, non ha consentito ai giudici presieduti da Sergio Artico di rilevare l’effettiva consumazione di illeciti, tanto in Lazio-Genoa, terminata 4-2 e disputata il 14 maggio del 2011, quanto in Lecce-Lazio 2-4 del successivo 22 maggio. Insomma: c’è stato un vortice di contatti, sì, ma manca la prova provata che tutto sia andato in porto e, che i giocatori deferiti dal procuratore Stefano Palazzi abbiano effettivamente alterato gli incontri.

Tutto spiegato in ventuno pagine pubblicate sul sito della Figc, in cui la commissione motiva proscioglimenti e pene, queste ultime decisamente più miti rispetto alle richieste iniziali. Il capitano della Lazio, Stefano Mauri, dovrà scontare sei mesi per omessa denuncia, quando il procuratore aveva contestato l’illecito e la slealtà sportiva per entrambe le gare (pena invocata: quattro anni e sei mesi d’interdizione). Ergo, la società biancoceleste se la cava con una multa di 40mila euro.

Condannato a sei mesi per omessa denuncia, come nelle aspettative – d’altronde, era stato egli stesso ad ammettere di essere stato contattato prima della gara – anche l’ex giallorosso Stefano Ferrario. E quindi, a fronte di tre punti di penalizzazione che il Lecce rischiava di vedersi inflitti, iniziando nel peggiore dei modi la nuova stagione, il club giallorosso dovrà sborsare “solo” 20mila euro. E’ questa l’ammenda comminata per la responsabilità oggettiva riconosciuta ai sensi della norma. N’escono bene, invece, l’ex genoano Omar Milanetto, gli allora portieri del Lecce, Massimiliano Benassi e Antonio Rosati, che rischiavano uno stop di tre anni e sei mesi: tutti prosciolti. L’ex calciatore Alessadro Zamperini, tra i principali imputati nel processo penale sulla corposa inchiesta che riguarda le scommesse sportive, rimedia due anni. L’ex cremonese Carlo Gervasoni, altro attore di rilievo nella vicenda complessiva, per gli episodi oggi sotto la lente della commissione prende due mesi di qualifica. Quattro mesi per l’ex piacentino Mario Cassano.

IL LEGALE: "NON PATTEGGIARE, SCELTA GIUSTA"

Paga, alla fine dei conti, la linea adottata delaa difesa. L’avvocato Saverio Sticchi Damiani aveva deciso di non patteggiare, dopo l'invocazione di una penalità di tre punti da scontare nella prossima stagione, per la responsabilità oggettiva ravvisata nella vicenda.

“Mi rendo conto di aver fatto una scelta apparentemente azzardata – ha dichiarato il legale, raggiunto telefonicamente -, ma, d’accordo con la società, abbiamo deciso di andare fino in fondo, per dimostrare la totale inconsistenza dell’illecito sportivo denunciato dalla Procura. Adesso il Lecce avrà la possibilità di partire senza alcuna penalizzazione, anche se credo che Palazzi appellerà questa sentenza”. E se ne parlerà dopo Ferragosto.

LECCE – LAZIO

Il Lecce era finito nel “mirino” di Palazzi per l’ultima gara di serie A, nella stagione 2010-2011. Ottenuta la permanenza matematica vincendo il derby del “famigerato” autogol siglato dal barese Andrea Masiello, i ragazzi allenati da Gigi De Canio allentarono la tensione. Erano attesi da una gara, quella con la Lazio, in cui, qualunque fosse stato il risultato finale, ci sarebbe stata solo e soltanto una standing ovation del “Via del Mare”.

La formazione di Edi Reja, dal canto suo, aveva ben altre motivazioni. Vincendo, e sperando di contare su di una combinazione con altri risultati (che poi non maturarono), avrebbe potuto agganciare un posto per Champions League. Finì 2 a 4 (2 a 2 il primo tempo). Ferrario non disputò nemmeno un minuto, mentre Benassi, al suo esordio nel massimo campionato, fu espulso nell'azione che portò al terzo goal della Lazio, lasciando il posto a Rosati. 

Nel fascicolo della Procura di Cremona sarebbe attestata la presenza di Zamperini a Lecce il 21 maggio, cioè alla vigilia del match. I tabulati telefonici, inoltre, dimostrerebbero anche una telefonata tra lo stesso e Ferrario e poi, nell’ora precedente al fischio d’inizio, lo scambio di tre messaggi. Con Mauri il dialogo indiretto si sarebbe invece prolungato per dieci sms. Nel capoluogo salentino, in quei giorni, sarebbero passati, secondo i magistrati, anche Hiristijan Ilievski, Gabor Borgulya e Lazlo Schultz, del gruppo dei magiari che avrebbe rimpiazzato quello degli slavi – già compromesso da inchieste precedenti – nell’operazione di abbordaggio e reclutamento dei calciatori: gli ultimi due potrebbero essere venuti nel Salento con una dote di 600mila euro in cambio di un accordo per un risultato con almeno quattro goal in totale, secondo l’opzione dell’over 3,5.

Di tutto questo, ci sarebbe dunque prova solo per ciò che concerne i contatti interlocutori. Ma l’effettiva manomissione del risultato non sarebbe dimostrabile (e lo stesso dicasi per Genoa - Lazio). Sono state le dichiarazioni di Ferrario a chiarire alcuni aspetti. “Nei giorni successivi alla proposta – aveva confessato di fronte ai giudici, secondo quanto riportato in una nota Ansa - ci sono stati contatti di Zamperini, che mi chiedeva come stavo, mi diceva di prendere un aperitivo e si è autoinvitato a mangiare una pizza a casa mia. Io non capivo tutto quel corteggiamento da parte sua. Dopo ho capito che il suo timore era che nel momento in cui ho rifiutato la proposta lo potessi mettere in difficoltà. Il lunedì dopo la partita è scomparso, non mi ha più  contattato e solo dopo ho capito il motivo”.

A vicenda quasi del tutto archiviata, nella consapevolezza che difficilmente in appello si potrà ribaltare una sentenza basata interamente sulla sostanza, il Lecce del nuovo corso dettato da mister Checco Moriero potrà iniziare la stagione senza il pesante fardello di una penalizzazione.  

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