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Sabato, 20 Aprile 2024
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Lecce, che furia: in 10 graffia tre volte la Triestina

Prestazione esaltante dei giallorossi, che restano senza Pavarini fin dal 5' minuto per espulsione. A segno Valdes, Munari e Osvaldo

Triestina-Lecce 2 -3
Reti: Marchesetti (T) al 10' p.t., Valdes (L) al 15' p.t., Pesaresi (T) al 38' p.t., Munari (L) al 22' s.t., Osvaldo al 36' s.t.

Cade e si rialza. Lotta su ogni pallone, amministra il gioco, finisce per comandarlo, per dargli la sua impronta, per mettere in imbarazzo l'avversario in superiorità numerica praticamente da inizio gara, ribaltando un copione che dopo cinque minuti, con il rosso sventolato sotto il naso di Pavarini, sembrava già scritto. Il Lecce di oggi è una macchina inarrestabile, ha nel centrocampo linfa e fosforo a volontà, nei muscoli energia infinita.

La Triestina, deputata a fare la partita a caccia di punti-salvezza, parte di slancio e sfrutta i varchi, poi improvvisamente crolla su se stessa. Forse appagata dal vantaggio di un uomo in campo e da quello di reti sul tabellone (2 a 1 il risultato del primo tempo), cincischia e lascia l'iniziativa ai giallorossi, rimediando di fronte al proprio pubblico una magra figura e affondando con i piedi nel fango dei bassifondi. Ma i salentini in versione pre-derby, con la novità Osvaldo in attacco, sono davvero di un altro pianeta. E quando Tiribocchi nella ripresa viene richiamato alle armi, i giochi finiscono persino per essere impari. Chissà, viene da pensare, a vedersela in undici contro undici.

Le avvisaglie, per la verità, erano quelle di una gara da governare con tranquillità, in vista della trasferta di Bari. Papadopulo in settimana aveva effettuato esperimenti, provando alcune innovazioni e sperimentando un ipotetico turn-over. Alla fine, è stata solo pre-tattica. La formazione che scende in campo al "Nereo Rocco" è quella tipo, fatte eccezioni per l'inedita coppia d'attacco, tutta in salsa sudamericana, formata da Osvaldo e Valdes, e per l'utilizzo di Vives al posto di Juliano.

Inizia la gara, ed il Lecce prova subito a scardinare la difesa degli ex: Rossi in porta, Pivotto e Abruzzese in difesa. Osvaldo al 3' entra in area e carica il destro, Rossi s'inarca e respinge in corner. Ma due minuti dopo il match è segnato inesorabilmente dal fischietto di Romeo, impietoso di fronte all'uscita di Pavarini, solo in apparenza kamikaze, su Testini. L'attaccante triestino trova un vuoto clamoroso nelle vie centrali della retroguardia leccese, il portiere esce in tuffo di piede per strappargli il pallone, Testini fa una piroetta in aria e rovina per terra. Per Romeo è fallo da ultimo uomo e rosso diretto, ma le immagini non sollevano i dubbi: il contatto c'è stato veramente?

Tant'è. Torna fra i pali Rosati, l'eroe della lunga cavalcata di vittorie scaccia-crisi. Gli fa posto Tesser ed il 3-5-2 si contrae a fisarmonica diventando per necessità un 3-4-2. Ma il Lecce è ovviamente frastornato e mentre si prepara in corsa al nuovo assetto, busca il gol del vantaggio triestino. Marchesetti taglia l'area come fosse burro, tira una prima volta, Diamoutene (una prova da vero leone, oggi) gli copre lo specchio, ma la palla carambola nuovamente sui piedi della punta alabardata che questa volta non sbaglia: 1 a 0 e palla al centro. E qui, il Lecce rispolvera la classe di Valdes. Perché appena cinque minuti dopo, forse in modo un po' inatteso, arriva al pareggio.

Munari, novanta minuti a tutto campo, probabilmente il migliore del Lecce, serve al compagno un assist dal limite. Il cileno prende la mira e scarica un destro a giro, la palla parte dritta e si abbassa all'improvviso: Rossi immobile, 1 a 1. Sotto la panchina del Lecce è un tripudio e Papadopulo si scalda un po' troppo, secondo l'arbitro Romeo. Parte forse qualche parola, il giudice di gara lo allontana dalla panchina. Per il Lecce è praticamente la seconda espulsione. I segnali non sono incoraggianti. E infatti la Triestina continua a spingere con continuità. Specie verso il finale, quando il caldo fa tirare un po' i remi in barca ai salentini. Al 34' Marchesetti in piena area scarica un destro violentissimo, Rosati ha uno scatto felino e forse tocca la sfera quel tanto che basti per alzarla di pochi millimetri e far sì che la sua corsa termini sulla traversa.

Pericolo scampato, ma il raddoppio è nell'aria e al 37' Pesaresi sfrutta nel migliore dei modi una punizione da ghiotta posizione centrale, dentro la mezzaluna dell'area leccese, a pochi centimetri dalla linea. Il tiro, per la verità, non sembra irresistibile, ma Vives, in barriera con i compagni, salta, spizzica di testa e spiazza Rosati. Il più classico degli autogol.

Nella ripresa, Valdes viene richiamato in panchina e a far reparto d'attacco si rivede Tiribocchi. E con la spinta del Tir, cambia praticamente tutto. I primi minuti sono segnati tutti da una girandola di sostituzioni da una parte e dell'altra e in casa giallorossa si vede anche Juliano per Vives. Ed è così fino al 20', quando il Lecce ottiene una punizione da limite praticamente nella stessa, identica posizione già sfruttata da Pesaresi. Sul pallone va Zanchetta, fresco di gol da palla inattiva con il Bologna, ma questa volta trova in Rossi un oppositore di classe: il destro è liftato e micidiale, destinato a spegnersi sotto l'incrocio dei pali, ma l'ex estremo difensore del Lecce ci mette scatto di reni e guantone destro, togliendo la castagna dal fuoco e rimediando applausi a scena aperta.

Parte un primo angolo e la difesa triestina sventa. Ma sul secondo conrner consecutivo, si deve piegare alla furia salentina: il lancio di Giuliatto è teso e profondo, scavalca l'area e viene captato da Munari appostato a due passi, che insacca senza pietà. E' il meritato 2 a 2 che infiamma ancora di più, se mai ce ne fosse bisogno, una gara fino a quel momento già da palpitazioni. Al 29' i padroni di casa si rifanno vivi in area leccese, ma Rosati è bravissimo a distendersi e a deviare in angolo con la mano sinistra un velenoso colpo di testa di Rossetti. E' l'ultimo, vero guizzo della Triestina, mentre il pubblico di casa, spazientito, inizia a contestare apertamente i giocatori. Ed è in questo scenario che il Lecce affonda il tris. Osvaldo, orfano del gol da tempi immemorabili, raccoglie in area un assist partito direttamente dal piede di Zanchetta, da metà campo, si libera con imbarazzante semplicità di una difesa imbalsamata e deposita di sinistro, da un metro, alle spalle di Rossi.

Il 3 a 2 del Lecce è una sveglia che suona a vuoto sul comodino della Triestina. Ci si aspetta una risposta, ma gli uomini di Papadopulo potrebbero persino dilagare. Al 41' Tiribocchi fa slalom gigante ai limiti dell'area triestina, dribbla tutto il dribblabile fino a quando non si trova a tu per tu con Rossi: rasoterra e palo pieno. Al 43', infine, il Tir, ormai a marce spiegate, scambia con Juliano e mette quets'ultimo in condizione di battere l'estremo difensore avversario, che però gli chiude bene la porta ed impedisce che il bottino giallorosso sia ancora più corposo.

I più immaginavano che il Lecce avrebbe puntato ad un comodo pareggio, in attesa della gara di sabato in casa del Bari. E forse sarebbe andata così se non vi fosse stato l'episodio dei primissimi minuti che ha cambiato proditoriamente volto alla partita, generando uno squilibrio tattico compensato con grinta e orgoglio. A proposito del Bari: la sconfitta interna patita con il Piacenza, con scivolone in zona play-out, mai come in questo momento mette la formazione di Materazzi nelle condizioni di giocare la gara della vita con il Lecce. E se già il derby non fosse per sua natura una sfida "sui generis", in questo caso si preannunciano scintille.

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