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Lecce, finalmente palla al centro: al bando la presunzione di avere la B in tasca

A poche ore dall'inizio del campionato di Lega Pro, il quarto consecutivo per i giallorossi, i tifosi fremono: il numero degli abbonati è il triplo della scorsa stagione, il nuovo asset societario ha saputo ridestare l'entusiasmo. Ma questo non significa che la promozione sia un diritto acquisito

LECCE - Al quarto anno consecutivo nelle paludi calcistiche, dove il sole filtra tra una fitta trama di insidiosi alberi mentre la melma ti risucchia senza sosta verso il fondo, il Lecce prova a far pace con se stesso.

Asset societario, allenatore e gran parte della squadra sono nuovi. Rinnovato è anche l’entusiasmo di una tifoseria che ha sottoscritto 6681 abbonamenti, il triplo dello scorso anno. Intelligente la mossa dei dirigenti che hanno proposto tariffe alle quali era difficile e autolesionistico dire di no.

L’obiettivo di riportare il pubblico allo stadio – in un impianto, peraltro, sempre più decadente e bisognoso di interventi rapidi per renderlo sufficientemente accogliente – è stato centrato: questa sera, nell’esordio contro la Fidelis Andria, si prevede un afflusso di circa diecimila spettatori. Numeri abbondantemente da serie B.

Ma la promozione non si conquista sugli spalti, sebbene il sostegno sia sempre una marcia in più che può fare la differenza, ma sul campo dove gli ostacoli saranno tanti. Come dimostra il risultato dell’anticipo di ieri, Paganese-Foggia 2 a 1, una cosa sono i proclami della vigilia, un’altra gli esiti della battaglia agonistica. Ecco allora che da parte del pubblico serve una prova di maturità.

L’errore più grande sarebbe presumere, come è sempre stato fatto, che al Lecce la vittoria del campionato spetti di diritto. E’ letale, infatti, proseguire in quello sterile esercizio di paragone con i fasti della serie A: la realtà è cambiata da molto tempo e solo con questa consapevolezza si può provare a riemergere dagli inferi del calcio e collocarsi in una dimensione più consona al potenziale dell’ambiente salentino.

Chiuso il capitolo dei Semeraro – che tante soddisfazioni ha portato ai tifosi ma anche profonde delusioni, e tutte alla fine – si è aperto quello dei Tesoro: tre anni di illusioni, contraddizioni, episodi sfortunati nei quali comunque il Lecce ha disputato due finali. Chiuso anche quello, si è dunque aperta la pagina che da questa sera sarà riempita dei primi contenuti.

Un ruolo fondamentale è affidato ai tifosi: fare massa critica significa comprendere anche qual è, eventualmente, il momento dei fischi. Si può giocare male e vincere, disputare un’ottima gara e perdere anche con le matricole. Ma i conti si tirano alla fine, a fine partita e più in generale al termine del campionato, e la cosa più sensata da fare è trasformare veramente il Via del Mare in una tana di lupi, consapevoli che la preda va aggirata, studiata, colta di sorpresa e mai messa in condizione di trovare una via di fuga.

Di ululati isterici, insomma non ce n’è alcun bisogno: questo lo sanno bene i fedelissimi – quelli del sempre e comunque, la cui contestazione dello scorso anno è parsa più una resa alla frustrazione sportiva che si andava accumulando a furia di delusioni – ma forse si devono rinfrescare le idee coloro che allo stadio ci tornano (a prezzi stracciati): in Lega Pro non ci sono tappeti rossi per nessuno e alla fine la spunta chi ha più sangue freddo.

Questo non significa rinunciare al diritto di critica, ma saperlo utilizzare con lucidità: con atteggiamento costruttivo, con schiettezza ma senza malafede. Un monito che, è di tutta evidenza, riguarda anche l’informazione sportiva locale dove troppo spesso si è scelto di militare pro o contro, ritrovandosi nel teatro dell’assurdo, tra campagne denigratorie e apologetiche esaltazioni, prescindendo dal calcio giocato e dall’obiettivo di lasciarsi definitivamente alle spalle l’esperienza della Lega Pro. Ci si augura che quella lezione sia servita: da parte nostra cercheremo di offrire un punto di vista, come tutti gli altri legittimo e discutibile, attenendoci alla cronaca.

Non cercheremo, come mai abbiamo fatto, sponde con questo o quel dirigente, questo o quel calciatore: proveremo a raccontare il campionato con i ferri del mestiere e – questo ce lo si conceda – con quella partecipazione da tifosi che sarebbe inutile e ipocrita negare. Buon campionato a tutti e forza Lecce!

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