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Martedì, 16 Aprile 2024
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Lecce, tutte le facce della felicità. Nella rimonta ora ci credono tutti

La vittoria con la Salernitana, per come è maturata, ha rappresentato la liberazione di una gioia troppo a lungo sopita. Dopo la doppia retrocessione, l'avventura giallorossa è ripartita nella diffidenza totale, ma questa squadra merita fiducia

LECCE -  La vittoria contro la Salernitana ha in sé tutti i geni della felicità. C’era qualcosa di straordinario ieri sera, nell’aria. Ci ha creduto il pubblico, tutto, che anche nei minuti di recupero ha trascinato la squadra nei ripetuti assalti alla porta della Salernitana, ripiegata su se stessa. Ci ha creduto la squadra, pur priva nel secondo tempo di Miccoli e alle prese con una serie di contrattempi: Petrachi aveva chiesto il cambio, ma Perucchini era febbricitante, Papini ha dovuto arrendersi al dolore alla caviglia successivo ad un contrasto. Il Lecce ha semplicemente dimostrato di avere una marcia in più e profetiche sono risuonate le parole, apparentemente banali, che il capitano aveva pronunciato in settimana: “Ora siamo una squadra”.

L’immagine più bella è quella della montagna umana che seppellisce Bogliacino, autore del secondo e decisivo goal, giunto quando il direttore di gara aspetta solo l’ultimo giro di lancette per sancire la fine della  partita. Ci sono tutti i componenti della panchina, lo staff tecnico e quello sanitario, i dirigenti. Sugli spalti intanto si è scatenato il pandemonio, innescato da un boato poderoso, come non si sentiva da tempo immemore. Il “Via del Mare” ha riecheggiato della sua antica passione, troppo a lungo sopita e umiliata da disavventura che con il calcio giocato hanno poco a che vedere.

IMG_2841-2Non è la vittoria della rinascita, quella di ieri. Perché il Lecce aveva già dimostrato di essersi rimesso in piedi con una sfilza di risultati utili e prestazioni sempre, almeno, di carattere. E’ stata la partita del ritrovato feeling con il popolo giallorosso. Certo, non è una questione numerica - perché a ben guardare 5mila spettatori non sono tanti per una partita comunque di cartello - ma è una faccenda di sostanza, di quelle che si percepiscono sulla pelle. La Curva Nord si è mostrata fiera e compatta, il resto dello stadio ha dato il suo apporto.

L’auspicio espresso appena sabato da Franco Lerda si è materializzato. “I ragazzi quest’anno si stanno comportando bene”, aveva detto l’allenatore del Lecce alla vigilia del match, quasi a dire ai tifosi che sì, comunque dovesse andare a finire, nessuno mai tirerà indietro la gamba o penserà più ai suoi capricci di primadonna che al bene della squadra. Per conquistare l’agognata promozione in B, obiettivo che ora, a gennaio, pare un mezzo miracolo, serve ritrovare fino in fondo il senso di un destino collettivo. Lo stesso che rende il Lecce, nel cuore di chi ha “fede”, qualcosa di più di una squadra di calcio.

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