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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Messina-Lecce, cronaca di una partita non vista: quando l'ostacolo è lo stadio

La lettera di Giovanni Di Leo, salentino, da 40 anni a Lamezia Terme, che con il figlio ha cercato di vedere la gara di sabato scorso. Tutto inutile. Una serie di assurde peripezie, fra biglietterie chiuse e irraggiungibili rivendite. "Per la prima volta in vita mia sono rimasto fuori da uno stadio"

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questa piccola, grande storia di un amore folle, quello per il Lecce, che sembra varcare tutti i confini possibili tranne uno: lo stadio. Paradossi del calcio moderno.

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La mia grande passione per il Lecce è iniziata oltre 50 anni fa in un pomeriggio di ottobre del 1964, il “campo” era il “Carlo Pranzo” e fui subito attratto da quella Maglia a strisce verticali Gialle e Rosse che rappresenta la mia terra, il Salento. In Calabria da oltre 40 anni (abito a Lamezia Terme) ho continuato a seguire il Lecce in tutti gli stadi, in qualsiasi serie e con qualsiasi avversario.

Questa grande passione l’ho trasmessa a mio figlio, calabrese di nascita, che va fiero della sua fede calcistica indifferente alle cosiddette grandi squadre, ma orgoglioso del suo Lecce.

Sabato pomeriggio era in programma la partita Messina-Lecce e, ovviamente, non potevamo mancare. Ci siamo messi in viaggio di buon’ora, un’oretta di autostrada poi la nave-traghetto (con la foto di rito) e quindi l’approdo a Messina, città da sempre ospitale.

Il tempo di mangiare una pizzetta “al volo” ed iniziamo il viaggio per lo stadio "San Filippo". Alle 12,40 prendiamo il tram e, durante il percorso, racconto a mio figlio cosa significa, per me, quella trasferta. E’ legata a ricordi molto belli a cominciare da quel lontano novembre del 1972 quando il Lecce si impose per 2-0 con doppietta di Ennio Fiaschi; era la squadra del mitico e compianto gladiatore giallorosso Michelino Lorusso. E poi quel pomeriggio di maggio del 1976 quando, dopo 27 anni, tornammo in serie B.

Ed ancora, altra bellissima giornata, nel giugno del 1988 quando il Lecce di Carletto Mazzone, di Barbas e Pasculli approdò, proprio nello stadio “Giovanni Celeste”, in serie A.

Le stesse emozioni speravo di rivivere da lì a poco, ma purtroppo così non è stato. Mio figlio mi ascoltava attentamente ed intanto il tram arrivava al capolinea; cominciava a piovere quando siamo saliti sul pullman “2” che ci ha portato nei pressi dello stadio.

messina-2"Pressi" si fa per dire perché abbiamo percorso, sotto la pioggia, un chilometro e mezzo a piedi. Arrivati allo stadio “San Filippo” (intorno alle ore 14) apprendevo che i 40 botteghini erano chiusi;  la situazione assumeva le sembianze del paradosso quando mi rendevo conto che non c'era nessuna possibilità di entrare allo stadio perché, nonostante fosse quasi vuoto, non potevo fare i biglietti.

Gli addetti alla sicurezza, molto cortesi, si consultavano iniziando una serie di telefonate che non approdavano a nulla; "siamo spiacenti, veramente, ma senza biglietto non può entrare".

Uno steward mi faceva presente che i biglietti erano in vendita presso i punti autorizzati ed il più vicino era nell’area di servizio “On the run”.

lecce-7-6A questo punto mio figlio "aziona" il cellulare e chiamiamo un taxi (ci costerà 20 euro) per raggiungere l’area di servizio. Dopo mille peripezie, alle 14.50, arriviamo nell’area di servizio; meno male, penso, perché mi dispiacerebbe soprattutto per mio figlio non vedere la partita.

Entro, il tempo di chiedere due biglietti "urgenti" e vengo gelato dalla risposta "I biglietti sono esauriti, provi in un'altra ricevitoria". A quel punto chiedo al tassista di accompagnarci verso la fermata del pullman; con il numero "2" iniziamo il viaggio di ritorno "vedendo" il gol di Moscardelli soltanto sul cellulare.

Poi il tram, poi la traghetto e la macchina, parcheggiata a Villa San Giovanni, fino a Lamezia. Sono oltre 50 anni che seguo il Lecce, ma non ero mai rimasto fuori da uno stadio; durante il viaggio di ritorno ho cercato di spiegare a mio figlio che il calcio vero è fatto di passioni, di gioie e di dolori, di quelle emozioni che, quel pomeriggio, sono rimasti nel cassetto dell’anima.

Solo per la maglia, con il Lecce nel cuore.

Giovanni  Di Leo

Lamezia Terme (Catanzaro)

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