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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Maggio, l'età non conta: "Non mi accontento mai. Il Lecce è un club serio"

Sta per compiere 39 anni, ha giocato 34 volte in Nazionale, vanta oltre 300 partite in serie A e ha già vinto due campionati in B. Dopo aver rescisso con il Benevento, si mette al servizio di mister Corini

LECCE - Con quella di Christian Maggio si è chiuso il ciclo di presentazione del nuovi calciatori del Lecce. La sessione invernale del mercato, del resto, ha portato in giallorosso un pacchetto non trascurabile di ulteriori risorse a disposizione di mister Eugenio Corini. 

A fare gli onori di casa, come sempre, Pantaleo Corvino: "Mi inorgoglisce il suo arrivo - ha esordito il responsabile dell'area tecnica -, lo conosco bene non solo per le sue caratteristiche tecniche, ma anche per le sue doti umane. Il nostro sforzo è anche quello di trovare persone perbene e quando si apre un nuovo ciclo, figure come la sua sono importanti. Parlare di lui come calciatore è superfluo: vanta 34 presenze in Nazionale, più di 300 gare in A, ma conosce anche la serie B". Il campionato cadetto, infatti, lo ha vinto per due volte: con la Fiorentina nel 2004 e con il Benevento la scorsa stagione.

Poi Corvino ha spiegato le premesse di questa operazione last minute: "Dovendo fare i conti con l'infortunio importante occorso ad Adjapong, nel pensare alla sua sostituzione il mio primo pensiero è andato a Maggio perché sapevo della sua risoluzione col Benevento. Quando gli ho telefonato, l’ho messo in difficoltà perché ho usato la carta della nostra conoscenza ai tempi della Fiorentina e lui stava valutando altre ipotesi visto che aveva ricevuto alcune proposte".

Terminata l'introduzione, la parola è passata al protagonista: "Volevo ringraziare il direttore per le sue parole. Mi fa piacere ritrovarlo, lo vedo bene. Vengo qui con tanto entusiasmo, al di là dell’età non smetto di svegliarmi in maniera positiva, come ho fatto per tutta la mia carriera. Il Lecce è una società seria, ambiziosa e a me questo piace. Spero di dare un contributo importante". 

Maggio, che ha sempre indossato la maglia numero 11 (per combinazione quella di Adjapong), ha scelto il numero 2 per la sua nuova avventura: "Ci sono cresciuto da giovane, sembra quasi un segnale, me lo tengo stretto". Poi la sua versione sulla trattativa con Corvino: "È stata brevissima: sabato ho rescisso col Benevento, domenica ho ricevuto la chiamata del direttore e abbiamo chiuso in poche ore. Venivo da un periodo non felice, ne ho discusso anche con la mia famiglia abbiamo trovato serenamente una soluzione. Il mio obiettivo è far bene in questi quattro mesi, poi decideremo insieme cosa fare". 

Il calciatore, prossimo ai 39 anni, ha rassicurato tutti sulla sua condizione, soprattutto mentale: "Non mi accontento mai. Non nego che in alcuni momenti ho pensato di smettere. Ma fino a che si avverte la passione bisogna continuare, essere responsabili significa capire quando è il momento di fermarsi". Maggio, che del calcio italiano sa praticamente tutto, è consapevole di quanto la serie B meriti un approccio rigoroso, soprattutto quando si vestono i panni della squadra retrocessa della serie A. Con il Benevento, infatti, non ha centrato subito l'obiettivo del ritorno nella massima categoria: "Non è facile trovare subito gli equilibri per risalire. Io venivo da tanti campionati di A e ho avuto molte difficoltà. Ho fatto alla fine una buona annata, ma con alti e bassi, facevo fatica a trovare l'adattamento mentale giusto. La prima stagione siamo arrivati ai play-off, l’anno successivo sapevo invece a cosa sarei andato incontro".

Sul prosieguo del campionato in corso, Maggio è parso fiducioso: "Ho visto qualche partita del Lecce perché c'è Massimo Coda che era con me a Benevento. Mi piace l'impostazione della squadra ed è importante essere arrivati al giro di boa vicino alle prime. La serie B è molto particolare, basta poco per cambiare il corso delle cose: per me ci sono tutte le carte in regola per essere protagonisti fino in fondo".

Nel gruppo squadra Maggio ha trovato molti giovani e questo aspetto e non sembra dispiacergli il ruolo di chioccia che, inevitabilmente, sarà chiamato a fare: "A me piace lavorare coi giovani. All'inizio della mia carriera i più grandi mi offendevano, mi trattavano male pur di portarmi a tirare fuori le mie qualità. Io invece coi giovani mi sono sempre comportato in maniera diversa, cercando di spronarli in senso costruttivo. Ho visto che qui ci sono molti ragazzi desiderosi di sfruttare le opportunità. Conto di essere loro d’appoggio nei momenti di difficoltà".

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