Fabrizio Miccoli se la cava: la frase su Falcone non rientra nell’ambito sportivo
La Commissione disciplinare della Figc ha prosciolto il calciatore che in udienza ha reso dichiarazioni spontanee. L'accusa aveva chiesto una giornata di squalifica e un'ammenda. Inappellabile il giudizio di censura sul piano morale e civile
LECCE – Fabrizio Miccoli sarà regolarmente in campo domani sera nella sfida contro l’Ascoli. La Commissione disciplinare della Figc ha infatti prosciolto il capitano salentino dall’accusa di aver infranto l’articolo 1 dell’ordinamento sportivo con la frase “quel fango di Falcone” venuta fuori da un’intercettazione ambientale e poi pubblicata da alcuni giornali. Se l’è cavata anche il Palermo - squadra nella quale l’attaccante militava all'epoca dell'episodio contestato - tirato in ballo per responsabilità oggettiva.
L’organo giudicante, presieduto da Sergio Artico, ha sostanzialmente confermato l’indegnità dell’espressione sul piano civile e morale, ma ha riconosciuto di non poter procedere alla sanzione – la Procura aveva chiesto una giornata di squalifica e 50mila euro di ammenda (stessa somma per il club rosanero) - perché quelle parole sono state rese al di fuori dell’ambito sportivo. Il capitano del Lecce ha partecipato all’udienza nella quale ha reso dichiarazioni spontanee.
“E’ di tutta evidenza – è scritto nel dispositivo della commissione, reso noto intorno alle 19.30 - che l’odiosa frase pronunciata dal Miccoli violi principi morali in termini tanto più gravi in quanto non solo proveniente da soggetto particolarmente noto, assurto a simbolo della squadra di calcio della quale era capitano, ma anche indirizzata ad un eroico magistrato caduto nell’esercizio del suo dovere in difesa della legalità e del vivere civile”.
“Il deferito – prosegue il comunicato - ha pronunciato le parole in questione nel corso di una conversazione privata, venuta alla luce solo perché captata nel corso di un’intercettazione ambientale. L’interlocutore è un soggetto non tesserato e la conversazione è avvenuta all’interno di un’autovettura, alle cinque del mattino in periodo estivo (13 agosto) in un contesto definito dal Miccoli goliardico. Tale definizione può essere messa in dubbio, ma è certo che in ogni caso i due si trovavano in un contesto privato, non definibile, neppure in senso lato, sportivo. Non ogni condotta illecita di un tesserato può essere considerata in re ipsa rilevante disciplinarmente”.