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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Partita rinviata, palese ingiustizia: la Salernitana incassa, il Lecce paga

La decisione di non far disputare il match di Nocera per esigenze di ordine pubblico determina una situazione che altera il senso della competizione sportiva. Due pesi e due misure incidono sulla classifica del girone B

LECCE – Ha ragione da vendere il presidente dell’Us Lecce, Savino Tesoro, a dirsi perplesso. La disposizione del prefetto di Salerno di rinviare la partita tra Nocerina e Lecce, in base alla determinazione del Comitato di analisi sulla sicurezza delle manifestazioni sportive (Cams), crea un vulnus sul piano sportivo.

Come noto praticamente a tutti, i calciatori della Nocerina, durante il derby di Salerno del 10 novembre, hanno dato vita ad una pantomima che ha portato il direttore di gara a sospendere la partita dopo solo venti minuti. In questo modo, infatti, gli atleti della formazione ospite hanno pensato di assecondare le pressioni della frangia più accesa del tifo nocerino, inviperito per il divieto di trasferta, con o senza tessera, emesso dalle autorità. Per evitare temute degenerazioni sul piano dell’ordine pubblico si sospende la validità di quello strumento pensato proprio per arginare il fenomeno della violenza negli stadi. In un Paese dove ogni norma conosce una deroga non c’è da stupirsi.

Questa sorta di resa all’impotenza e di fallimento del senso stesso della tessera del tifoso emerge abbastanza nitida nella stessa  nota del Dipartimento di sicurezza del ministero dell’Interno, di cui il Cams fa parte,  che dispone il rinvio della gara contro il Lecce e di disputare in campo neutro, fuori regione e a porte chiuse, il match previsto a Pagani il primo di dicembre. Nel provvedimento, infatti si legge che “i “percorsi di legalità avviati non hanno raccolto adesioni sul territorio” e che, per questo, “sono considerati inalterati i fattori di rischio collegati alla forte rivalità tra le tifoserie della provincia di Salerno”. Ed è anche per questo che Paganese-Nocerina, in programma il primo di dicembre si disputerà in campo neutro, fuori regione e a porte chiuse.

Nella valutazione del comitato di analisi hanno pesato anche i precedenti tra le tifoserie interessate: il primo è del 5 agosto del 2012, quando, si registrarono incidenti e feriti in Nocerina-Paganese; il secondo è del 17 ottobre, giorno in cui era in programma il match di Coppa Italia tra Nocerina e Lecce: disordini fuori dallo stadio portarono al daspo per una cinquantina di ultrà ospiti e successivamente alla diffida per alcuni sostenitori campani.  Insomma, sulla base delle informative della questura di Salerno, il Cams ha chiesto al prefetto l’adozione dei provvedimenti resi noti ieri.

Al di là delle situazioni contingenti, pesa come un macigno il clima venutosi a creare nella città campana: non sono in pochi a pensare che l’ultimo capitolo di questa storia sarà la radiazione del club. I dirigenti, per salvare il salvabile, hanno preso in blocco le distanze dai fatti del derby: la stessa società ha annunciato la costituzione di parte civile contro eventuali responsabili e ha avviato un’indagine interna sui propri tesserati che si sono resi protagonisti di una condotta senza precedenti nella storia del calcio italiano.

Dal punto di vista sportivo - se ancora ha senso parlare di calcio - si è palesemente configurata un’ingiustizia ai danni del Lecce. Fino ad oggi a trarre vantaggio dalla situazione è la Salernitana del presidente Lotito (quello della Lazio) che ha avuto – in base al regolamento - tre punti a tavolino praticamente senza nemmeno aver giocato il derby. Di fatto si configurano tre situazioni diverse: la Salernitana incassa, la Paganese affronterà una squadra allo sbando seppur dovendo rinunciare al vantaggio del fattore casa, il Lecce, invece, deve attendere.

Le regole dello sport sono andate in un senso – risultato deciso a tavolino - mentre quelle della autorità - partita rinviata – in un altro, con l’effetto di alterare la leale competizioni tra due pretendenti alla promozione. Non sarebbe stato più equo, almeno, far disputare Nocerina-Lecce in campo neutro e a porte chiuse? In questo modo, tenendo presenti le esigenze della sicurezza, si sarebbe salvaguardata almeno una certa regolarità del girone B. Se il problema è l’ordine pubblico, non ci possono essere due modi diversi di affrontarlo perché altrimenti si cambiano le carte in tavola.

Le istituzioni calcistiche si dovrebbero preoccupare di garantire agli avversari della Nocerina le stesse condizioni o quantomeno evitare lapalissiane incongruità determinate da istanze di livello superiore. Se i molossi dovessero essere esclusi dal campionato, la conseguenza sarà quella di considerare nulle le partite già disputate, come se la Nocerina non avesse partecipato al torneo. Se, invece, il club rossonero riuscisse ad andare avanti per il rotto della cuffia, allora Salernitana -Nocerina dovrebbe essere rigiocata, in campo neutro e a porte chiuse. E’ il momento di dimostrare che l’ordinamento sportivo ha una sua autonomia non solo quando si tratta di fare processi. Nei quali il Lecce, lo diciamo in punta di piedi, ha già pagato un conto salato. 

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