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Papini e i “segni del destino”. Per lo specialista in promozioni il peggio è passato

Il centrocampista al rientro dopo il turno di squalifica che lo ha costretto a soffrire in tribuna nella drammatica sfida contro il Pontedera. Allenamento a porte chiuse ma gli ultras entrano per incoraggiare la squadra: domenica c'è il Benevento

LECCE – Lassù in tribuna, mentre i compagni lottavano e sbandavano – “come un pugile che barcolla” sotto i colpi degli avversari, se l’è vista brutta e quando Arrighini ha avuto due clamorose occasioni, a cavallo del 90’, ha pensato che la rincorsa del Lecce in questo campionato iniziato in salita fosse davvero arrivata al capolinea.

Romeo Papini ha assistito all’incredibile match tra Lecce e Pontedera comodamente seduto, a causa della squalifica per una giornata rimediata in seguito all’ammonizione contro il Pisa. E per il mediano non sono mancati i sensi di colpa. Lo ha riconosciuto lui stesso, oggi pomeriggio, in conferenza stampa.

Papini ha dichiarato di aver visto nella coesione e capacità di sofferenza del gruppo - dimostrate nei momenti più difficili della stagione e, da ultimo, domenica - uno di quei “segni del destino” che lo fanno essere ottimista per questo concitato finale di stagione: “Non è facile tirare tanti rigori per secondi, sapendo cioè che l’avversario ha segnato e non è consentito sbagliare: così è stato per Diniz, il quinto rigorista, e poi per Amodio e Martinez”.

Solo l’anno scorso è stato protagonista, nel Carpi, di una promozione sulla quale nessuno era disposto a scommettere (e l'anno precedente un'altra con lo Spezia). Anche della passata stagione, Papini ricorda un episodio rivelatore: nella partita di andata contro il Sudtirol – in semifinale – l’arbitrò concesse sullo 0 a 0 un rigore agli altoatesini senza però espellere il portiere Sportiello, come invece sarebbe stato giusto fare. I padroni di casa passarono in vantaggio su quell’episodio ma poi persero per 2 a 1.

curvanord_allenamento-2Particolare non indifferente, che torna come un presagio, la presenza sulla panchina dei modenesi di mister Fabio Brini che, ironia della sorte, è  oggi alla guida di quel Benevento che i salentini affronteranno domenica sera. Ma Papini che pur ha riconosciuto la bravura del tecnico e la correttezza dell’uomo, è apparso abbastanza convito del fatto suo: “Per il pareggio non firmo”, ha risposto infatti il centrocampista. Inoltre, la distanza dei 180 minuti dovrebbe garantire una gestione più serena del confronto rispetto a quello contro il Pontedera: “Ci stiamo allenando con tranquillità, il brutto secondo me è passato. La gara secca ci faceva paura”.

Interpellato sul compagno che potrebbe essere più determinante di altri nella rincorsa alla in serie B, Papini, il cui rinnovo del contratto è automatico in caso di promozione, ha citato Giacomo Beretta. “Io qui mi trovo bene, vorrei riportare questa piazza e la società in serie B” ha concluso Papini che ha anche ringraziato i tifosi per il “grande sostegno” dimostrato per tutta la durata del match e soprattutto quando il Lecce sembrava ad un passo dalla resa.

I tifosi all'allenamento: cori e striscioni.

Miccoli e compagni si sono allenati al “Via del Mare”, a porte chiuse, a partire dalle 21. Ma un folto gruppo di ultras della Curva Nord ha chiesto e ottenuto di entrare nel settore Distinti tra la Sud e la Tribuna centrale per incoraggiare la squadra per circa una mezzora, durante gli esercizi di riscaldamento prima della partitella. Esposto uno striscione, “La gente come noi non molla mai”, accese torce, cantati cori a squarciagola. I tifosi ci credono. 

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