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Lega Pro, scontro sulla regola dell’età media. Aic: “Domenica non si gioca”

Il sindacato dei calciatori, capitanato da Damiano Tommasi, ritiene discriminatoria e antimeritocratica la norma che incentiva le società a schierare una formazione, per almeno 60 minuti, secondo criteri anagrafici: 25 anni in Prima divisione

LECCE – Il sindacato dei calciatori, l’Aic, ha proclamato uno sciopero per la prima giornata di Lega Pro, in programma domenica prossima. Potrebbe dunque saltare il debutto del Lecce all’Arechi di Salerno. In un comunicato  a firma del presidente, Damiano Tommasi, ecco la ragione che sta alla base delle decisione: “La norma che vorrebbe imporre una determinata età media complessiva per chi scende in campo - quale vincolo d'accesso ad una parte delle risorse - presenta chiari profili di illegittimità, crea discriminazioni nei confronti dei calciatori e false aspettative sui giovani, impoverendo il livello tecnico della categoria a discapito dello spettacolo e della meritocrazia”.

In pratica l’accesso ad una parte dei contributi federali, circa la metà del totale, è vincolata per decisione della maggioranza dei presidenti alle società che impiegheranno undici elementi la cui età media deve essere di 24 anni in Seconda divisione e 25 in Prima. La regola decade nei trenta minuti finali della partita. Chi non la rispetta non accede alla quota riservata, circa 100mila euro. Il Lecce, ad esempio, ha già dichiarato di non volersi attenere a questa disposizione. Molti club, invece, per i quali quel flusso di denaro è determinante per l’ordinaria attività e la corresponsione degli stipendi, lo faranno.

L’Associazione italiana calciatori ritiene la clausola discriminatoria oltre che dannosa dal punto di vista occupazionale e della qualità dei campionati: il sindacato teme che per molti calciatori oltre l’età media sarà assai difficile trovare una sistemazione e che si possano alterare i principi della competizione sportiva perché gli allenatori non scenderebbero più il migliore undici, ma quello rientrante nelle previsioni della norma. E le partite rischierebbero di assumere tutta un’altra piega. Ma c’è di più: secondo l’Aic molti giovani verrebbero così mandati allo sbaraglio e, invece di crescere gradualmente, potrebbero, come si dice in gergo, bruciarsi.

La presa di posizione del sindacato capitanato da Damiano Tommasi apre dunque una settimana molto intensa. Francesco Ghirelli ha già fatto sapere, rammentando l’ordinamento sportivo, che chi non scende in campo sarà sanzionato con la sconfitta per 3 a 0 e che l’astensione comporterebbe un danno alle società perché ritarderebbe l’erogazione della prima tranche dei contributi. 

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