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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Tesoro, si riparte da Bogliacino. Panchina, corsa tra Moriero e Giannini

Il patron del club giallorosso è già al lavoro per costruire la nuova stagione. A giorni verrà sciolto il nodo legato alla scelta dell'allenatore: c'è anche Dionigi. La volontà è quella di trattenere solo pochi elementi: tra loro Martinez, Falco, Memushaj

LECCE – Si riparte da Mariano Bogliacino, già capitano in pectore, e da pochi altri. Con uno tra Moriero, Giannini o Dionigi in panchina. Savino Tesoro, in conferenza stampa, ha indicato qual è la direzione che la proprietà intende seguire per evitare di ripetere l’amara esperienza della stagione appena conclusa.

Disposto ad ammettere le proprie responsabilità, riconducibili - ha detto - soprattutto ad una certa inesperienza, il patron del club giallorosso ha garantito l’allestimento di una rosa competitiva, ma “di categoria”, intendendo con questa espressione la volontà di cercare calciatori che vogliano davvero calarsi nello spirito di una dimensione dove non esistono diritti acquisiti. E, gli atleti che rimarranno, dovranno dar prova di senso di responsabilità, non solo per l’obiettivo mancato, ma anche per consentire alla società un conto economico più sostenibile dello scorso anno.

Le perdite, infatti, per il primo anno di gestione, dovrebbero aggirarsi intorno ai 7 milioni di euro, un peso che deriva dalla convergenza di due fattori fondamentali: l’eredità di una situazione contrattuale da serie A e il mancato incasso di quelli che nel calcio sono l’equivalente degli ammortizzatori sociali, ovvero il “paracadute” e la mutualità. L’infamia dell’illecito sportivo, conseguente alla tentata alterazione del regolare svolgimento di Bari-Lecce del 2011, è uno scotto che si paga caro: impossibile pensare anche al ripescaggio nella cadetteria.

Si ripartirà probabilmente dal girone B, quello considerato più difficile, ma il primo nodo da sciogliere è legato alla panchina: Tesoro ha confermato di aver incontrato ieri sera Francesco Moriero ed ha annunciato di essere atteso nelle prossime ora da un faccia a faccia con Giuseppe Giannini. Sono loro i due tecnici con maggiori possibilità di guidare il Lecce anche se l’alternativa rappresentata da Davide Dionigi non è da scartare a priori. Entro la settimana, comunque, la questione verrà risolta.

Intanto si cerca di capire con chi, degli elementi in organico, si possa ripartire: Bogliacino, si diceva, è un punto fermo, “un giocatore di un’altra categoria, non solo dal punto di vista tecnico”. Per Martinez ci sarebbero già diverse proposte, ma la speranza è di trattenere nel Salento il difensore costaricense. Memushaj e Falco potrebbero essere gli altri due “superstiti”. I loro nomi, e nessun altro, sono stati fatti espressamente dal presidente, il quale, per altri atleti da cui evidentemetne è rimasto deluso, attende buone notizie dal mercato: si parla di Benassi, di Esposito, di Ferrario, ma anche di Giacomazzi che è stato tirato in ballo nel corso della disamina di alcuni momenti salienti dalla stagione.

Uno dei problemi principali, lo si era capito da tempo, è stato quello di aver subito troppo l’influenza di alcuni calciatori sugli equilibri della squadra. Lo stesso Antonio Tesoro, il direttore sportivo, nell’incontro con i cronisti a margine dell’ultimo allenamento al Via del Mare, aveva riconosciuto con una certa franchezza di rimproverarsi di non aver saputo leggere per tempo alcuni segnali. Concetto oggi ribadito, in altri termini, dal padre: “Quando abbiamo messo ai margini due senatori abbiamo perso quattro partite”. Il riferimento, nemmeno tanto velato, è a Chevanton e Giacomazzi, protagonisti di un parentesi autunnale di accesa conflittualità con il tecnico di allora, Franco Lerda. Alla vigilia di Cremonese-Lecce, prima gara del girone di ritorno, il capitano fu escluso per scelta tecnica dalla lista dei convocati.

Basta rileggersi le cronache di quel periodo, d’altra, parte, per rinfrescarsi la memoria e per capire, se ancora ce ne fosse bisogno, come il mondo del calcio sia pieno di dichiarazioni di facciata, oltre le quali quasi nessuno vuole andare, perché in fondo il calcio è un circo e c’è posto per tutti. A lungo si è detto e scritto che il capitano, ad esempio, era infortunato: lo stesso patron oggi ha smentito quella giustificazione. Immaginarsi poi quando Lerda in persona diceva di non credere alla possibilità che nello spogliatoio ci fosse qualche risentimento nei suoi confronti. Ecco, non aver saputo mantenere un atteggiamento di fermezza, anche nei confronti di nomi altisonanti, può aver costituito uno degli addebiti principali da addossare alla dirigenza, anche se realisticamente i rischi di uno scontro frotnale sarebbero stati molti: in fondo, se nel calcio a pagare è sempre l’allenatore, un motivo ci sarà.

Dal punto di vista della gestione e del controllo della vita dei calciatori al di fuori del rettangolo di gioco, altra nota dolente della stagione, Tesoro ha voluto tagliare corto anche se la sostituzione del team manager, avvenuta già qualche settimana addietro (Lillo è subentrato a Ievolella), è stata il segno evidente della consapevolezza della falla. Ha raccontato di aver sorpreso egli stesso, nei locali e a tarda ora - e in qualche caso di aver successivamente anche multato - almeno una decina di calciatori, anche se questa attività repressiva non è stata pubblicizzata per non creare ulteriori tensioni in un ambiente già provato da sentenze, retrocessioni e umiliazioni.

Finito il tempo delle analisi, è già il momento di ripartire: la proprietà è pronta a fare la sua parte, "nonostante un mese dopo il nostro arrivo ci dessero per morti, per poi tirare fuori la storia degli stipendi non pagati", risponderà ad eventuali richieste provenienti da cordate - per ora fantomatiche - interessate all'acquisto o alla compartecipazione, ma non è alla affatto alla ricerca di una sponda per la cessione del pacchetto azionario. Anzi, ridimensionata la delusione per la promozione sfumata, le premesse per disegnare una nuova avventura in questa terra affamata di passione almeno quanto scottata dalla "depressione" sportiva sono già allo studio. A partire dalla scelta del nuovo timoniere, la prima mossa da non sbagliare nel modo più assoluto.

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