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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il presidente Tesoro avverte Iurlano: “Non accetto attività di disturbo”

Il patron dell'Us Lecce conferma un primo contatto con il figlio dello storico presidente, interessato a rilevare il club, ma precisa che non potrà tollerare situazioni destabilizzanti come quelle che lo hanno accompagnato nel corso della stagione

LECCE – Anche da parte di Savino Tesoro, patron dell’Us Lecce, arriva la conferma di una manifestazione di interesse da parte di Corrado Iurlano che – insieme ad altri imprenditori locali – si è detto disposto a trattare l’acquisizione del pacchetto azionario del club. I due, al momento, si sono sentiti solo telefonicamente, ma già nei prossimi giorni si potrebbero incontrare.

Resta però da vedere quale sia la reale predisposizione reciproca: da una parte bisogna valutare tutta una serie di presupposti, a partire dalla disponibilità economica dei proponenti, dall’altra la credibilità che gli attuali proprietari del sodalizio attribuiscono a questa “uscita allo scoperto”.

A tal proposito, la nota che oggi ha diffuso il presidente, contiene due indicazioni: la disponibilità, del resto più volte ribadita, “ad incontrare e confrontarci con chi ha a cuore le sorti della società, anche se tengo a precisare che nessuno di noi ha messo in vendita l’Us Lecce”, ma anche la precisazione che “l’essere disponibili ad incontrare persone interessate e che possano offrire delle reali garanzie, però, non significa che accetteremo situazioni che possano destabilizzare la normale attività, come avvenuto fino a questo momento”.

Tesoro ha colto però l’occasione per lanciare, con toni pacati ma chiari, un messaggio all’ambiente che lascia trasparire una certa amarezza per alcuni condizionamenti ambientali che certo non gli hanno fatto piacere: “Prendo atto di questo risveglio d’interesse nei confronti dei colori giallorossi, anche se devo far notare come in questo nostro primo anno alla guida della società, tranne rarissime eccezioni, e non mi riferisco ai tifosi, nessuno è sembrato essere interessato alle sorti del sodalizio che rappresento. La mia famiglia ha rilevato la società in un periodo veramente particolare della sua storia, cercando di ridare a questi colori la dignità e l’onore che erano stati offuscati”.

In fondo – e non hanno tutti i torti - è come se i timonieri del club lamentassero un senso di solitudine o, meglio, di isolamento. Come se non fossero mai stati compiutamente accettati nonostante siano stati gli unici a farsi avanti quando Giovanni Semeraro ha dichiarato chiuso il suo ciclo. Non è la prima volta che una sensazione del genere viene esternata: il direttore sportivo Antonio Tesoro ha fatto più volte, e anche di recente, esplicito riferimento a tutte le voci malevoli che avrebbero accolto l’ ingresso sulla scena della sua famiglia e che sono circolate poi durante tutto il campionato, come dei tarli che corrodono le fibre del legno fino a farlo cedere.

E’ trascorso, del resto, appena un anno da quando l’Us Lecce è stata rilevata dalla nuova proprietà che già si fa largo l’ipotesi di una nuova cessione. Le tribolazioni di quella trattativa, i ritardi inevitabilmente accumulati per la preparazione dell’attività agonistica, la ridda di indiscrezioni e la pioggia di “sentenze” e di opinioni autorevoli non hanno poi giovato al risultato sportivo. Chi vuol davvero bene al Lecce dovrebbe ricordarsene: gli errori commessi non vanno ripetuti.

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