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Martedì, 16 Aprile 2024
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Illecito sportivo, Lecce in ansia: Palazzi invoca tre punti di penalizzazione

Le partite incriminate sono Genoa-Lazio e Lecce-Lazio, i club temono la penalizzazione. Secondo le indagini federali, Stafano Mauri avrebbe avuto un ruolo centrale. Rischiano la squalifica anche Ferrario, Benassi e Rosati. Altri due mesi all'ex piacentino Gervasoni

ROMA – E’ iniziato davanti alla Commissione disciplinare della Figc, presieduta da Sergio Artico, il procedimento a carico di sette tesserati per illecito sportivo e di tre club – Lazio, Lecce e Genoa – per responsabilità oggettiva. I calciatori coinvolti sono Stefano Mauri, capitano della Lazio, Omar Milanetto ex del Genoa, Carlo Gervasoni, Mario Cassano, Alessandro Zamperini, Massimiliano Benassi, Antonio Rosati e Stefano Ferrario, difensore che ha appena rescisso il contratto che lo legava al Lecce. Per la Lazio il procuratore della Figc Stefano Palazzi ha chiesto sei punti di penalizzazione, per il Lecce e il Genoa tre a testa.

In merito ai singoli calciatori, il procuratore ha invocato la squalifica più pesante, di 4 anni 6 mesi per Mauri per il doppio illecito, e di 3 anni e 6 mesi rispettivamente per Milanetto, Benassi, Ferrario e Rosati. Un anno in continuazione, invece, la pena invocata per Mario Cassano e due per Zamperini.

Il processo sportivo è stato innescato dalle inchieste della Procura di Cremona e verte su due partite della stagione 2010-2011, Genoa-Lazio e Lecce-Lazio. Secondo indiscrezioni, la società salentina sarebbe pronta a patteggiare, nella speranza di ottenere solo uno o due punti di “punizione” contro i tre richiesti dall'accusa: l’esperienza negativa dello scorso anno, con la retrocessione in Lega Pro per responsabilità diretta, relativamente alla presunta combine di Bari-Lecce, match della stessa stagione, è ancora troppo viva.

Il procuratore federale Palazzi è convinto di avere tutte le carte in regola per ottenere le condanne. Ma i legali della Lazio – Mauri non ha nemmeno lasciato il ritiro dei biancocelesti per seguire l’udienza – contano di mettere a nudo la debolezza dell’impianto accusatorio, basato su tabulati telefonici e sulle dichiarazioni di Gervasoni. Tuttavia, la commissione disciplinare delal Figc ha respinto come "inammissibile poiché relativa a circostanze notorie o irrilevanti" - secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Ansa, l'istanza dell'avvocato Gian Michele Gentile, che aveva chiesto l'ammissione come teste del team manager, Maurizio Manzini, a difesa di Mauri. 

Il calciatore ex Piacenza, deferito insieme al portiere Cassano, avrebbe messo in contatto il cosiddetto gruppo degli "zingari" – che avrebbero tessuto la tela della manipolazione delle partite - con il capitano della Lazio sfruttando l’amicizia di quest’ultimo con Alessandro Zamperini. A Gervasoni, nei confronti del quale è stata riconosciuta dalla commissione una collaborazione fattiva, è stato concesso il patteggiamento di altri due mesi oltre alla radiazione che ha già subito. Il dibattito è terminato in serata e riprenderà domani mattina.

LA GARA DEI SALENTINI SOTTO LA LENTE

Per quanto riguarda la gara dei giallorossi sotto la lente, che risale al maggio 2011, ottenuta la permanenza in A la domenica precedente a Bari (poi compromessa per la tentata combine per cui è in corso un altro processo penale), non avevano alcuna ansia da risultato. Gli uomini di Reja vennero a Lecce alla ricerca di una vittoria che, in combinazione con altri risultati che poi non maturarono, sarebbe potuta valere la qualificazione in Champions League. Finì 2 a 4 (2 a 2 il primo tempo). Ferrario non disputò nemmeno un minuto, Benassi fu espluso nell'azione che portò al terzo goal della Lazio, lasciando il posto a Rosati. 

Nel fascicolo della Procura di Cremona è attestata la presenza di Zamperini a Lecce il 21 maggio, cioè alla vigilia del match. I tabulati telefonici, inoltre, dimostrerebbero anche una telefonata tra lo stesso e Ferrario e poi, nell’ora precedente al fischio d’inizio, lo scambio di tre messaggi. Con Mauri il dialogo indiretto si sarebbe invece prolungato per dieci sms. Nel capoluogo salentino, in quei giorni, sono passati secondo i magistrati anche Hiristijan Ilievski, Gabor Borgulya e Lazlo Schultz, del gruppo dei magiari che avrebbe rimpiazzato quello degli slavi – già compromesso da inchieste precedenti – nell’operazione di abbordaggio e reclutamento dei calciatori: gli ultimi due potrebbero essere venuti nel Salento con una dote di 600mila euro in cambio di un accordo per un risultato con almeno quattro goal in totale, secondo l’opzione dell’over 3,5.

BENASSI NON CI STA: "UN INCUBO"

"Dopo un anno e mezzo dalla mia audizione pensavo che questo incubo fosse finito e invece è continuato ed è arrivato il deferimento. Stiamo parlando di una partita in cui dopo tanta gavetta ho fatto il mio esordio in serie A a 30 anni, uno dei giorni piu' belli della mia carriera che si e' tramutato in un incubo''. Le parole, riportate dall'agenzia Ansa, sono di Max Benassi, che, in lacrime, ha ricordato: ''La cosa più bella di quel giorno non è stata la partita, ma portare mio figlio in mezzo al campo. Doveva essere uno dei giorni più belli della mai carriera, ma si è tramutato in un incubo per colpa di una persona che neanche conosco (il pentito Carlo Gervasoni, ndr). Sono passato da essere un portiere di serie A alla serie C''. Tutti possono giudicare Benassi come portiere ma non come persona, confido in voi e spero che capirete la mia situazione. Voglio tornare ad essere un calciatore e voglio riprendermi la mia vita'', conclude il portiere.

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