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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Un'altra giovinezza". Il ritorno di Coppola alla regia

Dopo dieci anni dal suo ultimo film "L' uomo della pioggia" e dopo tanto buon vino prodotto, il grande Francis Ford Coppola torna alla regia con un nuovo film: " Youth without youth"

Di Francis Ford Coppola
Con Tim Roth, Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Matt Damon
Durata: 121'
Genere Drammatico
Nazionalità: Romania-USA 2007

Dopo dieci anni dal suo ultimo film "L' uomo della pioggia" e dopo tanto buon vino prodotto, il grande Francis Ford Coppola torna alla regia con un nuovo film: " Youth without youth" titolo tradotto in italiano con " Un'altra giovinezza". La pellicola, tratta dal racconto dello storico delle religioni rumeno Mircea Eliade, è una produzione a basso costo dal gusto europeo, molto lontana dalle ciclopiche produzioni hollywoodiane. La storia inizia in una Romania occupata dai soldati tedeschi. Il professore di linguistica Dominic Matei (Tim Roth), ormai settantenne, stanco e sfiduciato, è sul punto di suicidarsi quando viene colpito da un fulmine che, incredibilmente, lo fa ringiovanire riportandolo indietro a quando aveva trent'anni.

La nuova giovinezza sarà l' occasione per portare finalmente a termine il libro sulle origini del linguaggio e ritrovare la donna della sua vita ( Alexandra Maria Lara), trascurata e persa proprio per la realizzazione di questo volume. Coppola torna al cinema, ma non per tutti. Il film è molto difficile, la trama complicata (troppi cambiamenti di spazio, tempo e personaggi), è come se il regista lo avesse girato più per se stesso che per il suo pubblico. I temi affrontati sono molto complessi, si va dal mito faustiano dell' eterna giovinezza e ,quindi, al rapporto tra l'uomo e il tempo che passa, ai concetti di scienza e conoscenza, al tema del doppio io e della metempsicosi, per arrivare, infine, a quello dell' amore eterno.

Lo svolgimento del film, purtroppo, è troppo lento, la dimensione onirica risulta eccessiva e, a tratti, opprimente. Naturalmente il tocco del grande regista non manca, pensiamo alle inquadrature fisse, alle scene proiettate al contrario o, più in generale, alla messa in scena complessiva. Si avverte il suo coinvolgimento personale e quasi autobiografico ( il blocco di Matei nel portare a termine il suo libro, rispecchia forse i problemi di Coppola nel realizzare l'opera "Megalopolis"), tanta passione, forse troppa. Il regista in questi anni di lontananza deve aver meditato a lungo. Proprio questo eccesso di riflessione pare essere il limite maggiore di questo film. Ci auguriamo, quindi, che il grande Francis torni più spesso dietro la macchina da presa, la prossima volta senza pensarci troppo.

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