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Il dramma degli operatori ecologici. Stipendi in ritardo, pignoramenti e fame

I 40 addetti alla raccolta dei rifiuti nel Comune di Casarano attendono la 14° mensilità. La ditta Igeco Costruzioni non comunica una data, Uil Trasporti sul piede di guerra: "Tra molti mesi vi è inadempienza di obblighi contrattuali"

CASARANO – I ritardi sul pagamento degli stipendi sarebbero ormai “un classico” per i 40 addetti al servizio di raccolta dei rifiuti presso il Comune di Casarano. La denuncia a mezzo stampa è firmata dal segretario leccese di Uil Trasporti, Emanuele Nitto, che ha scritto all’amministrazione cittadina per sollevare il problema della mancata corresponsione della quattordicesima mensilità per gli operai di Igeco Costruzioni spa.

Il versamento che il datore di lavoro è tenuto ad effettuare entro la metà del mese successivo, in base a quanto sancito dal contratto nazionale di categoria “igiene ambientale”,  non è ancora arrivato nelle tasche degli operai. E non esisterebbero certezze rispetto ad una data futura che possa riparare il ritardo. A dirla tutta, spiega il referente sindacale, questi comportamenti non sarebbero nuovi: “L’azienda risulta inadempiente da molto tempo . Da troppi mesi, infatti, il salario viene corrisposto con molto ritardo rispetto agli obblighi contrattuali”.

Nel caso specifico, i lavoratori sono in attesa di notizie da quel lontano 15 luglio. “Ho chiamato i responsabili aziendali diverse volte, ricevendo solo risposte vaghe rispetto ai pagamenti – aggiunge Nitto -. Peraltro non esistono documenti ufficiali che attestino un problema di liquidità momentaneo di Igeco Costruzioni e, nonostante i ripetuti tentativi di trovare una soluzione bonaria, l’azienda non ha mai voluto convocare i rappresentanti di Uil Trasporti”. La giustificazione addotta dalla società che gestisce il servizio in proroga da due anni sarebbe nei mancati pagamenti da parte dell’amministrazione cittadina. “Fino a quando il Comune non effettua il versamento, Igeco si rivale sulle maestranze, non pagando gli stipendi”.

Intanto la situazione tra gli operai è diventata, però, incandescente. Ritardo dopo ritardo, i problemi hanno raggiunto dimensioni preoccupanti. “Molti dipendenti ricevono solleciti e minacce di azioni legali da banche e finanziarie alle quali non viene versata con regolarità la rata mensile dovuta – avvisa il sindacalista -. E quasi tutti incontrano serie difficoltà nell’arrivare alla fine del mese”. Nei casi più gravi, alcune famiglie si trovano a dover fronteggiare pignoramenti e tagli della fornitura di energia elettrica. “Siamo alla fame – denuncia Nitto – .

Addirittura molti non riescono neppure ad acquistare i farmaci indispensabili per alcune malattie gravi”. I tempi tecnici impongono comunque uno stop degli scioperi fino a metà settembre. Ma la piega drammatica che ha preso la situazione non fa escludere che gli operai possano decidere di farsi sentire anche prima. Incrociando le braccia anche in forma spontanea.

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