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Tribunale, chiusura sedi distaccate: "Svolta epocale? Sì, per il caos generato"

Il presidente della camera forense di Casarano boccia il provvedimento del ministro Cancellieri, sottolineando i costi superiori della riforma: "Aggravio che ricade sui cittadini e che non migliora la qualità della giustizia"

CASARANO - "Epocale sì", ma "per il caos che determinerà": non fa sconti la critica dell'avvocato Giovanni Bellisario, presidente della Camera forense di Casarano alla riforma del Ministro Cancellieri relativa alla "geografia giudiziaria". La responsabile del dicastero, infatti, in merito al riordino dei tribunali, con la chiusura di alcune sedi distaccate, aveva parlato di "riforma epocale". Ma c'è chi, evidentemente, la pensa in un altro modo.

"L’esperienza delle varie riforme e riformine degli ultimi decenni, specie con riferimento alla giustizia civile - spiega l'avvocato Bellisario - ci ha dimostrato quanto ogni intervento legislativo abbia portato più a creare oggettivo disservizio e confusione  ( specie quando si pretende di fare le riforme senza adeguare la macchina della giustizia) portando così la giustizia civile in una situazione di difficoltà senza precedenti. Se epocale risulterà quest’ultimo provvedimento certamente tale sarà per il caos giudiziario che andrà a determinare ed il concreto rischio di collasso delle attività che si rischia di determinare in alcuni circondari, questo sì, davvero epocale".

"D’altro canto - ribadisce - una riforma non può considerarsi tale se si limita ad essere adottata unicamente su previsioni di risparmio, senza tenere nel dovuto conto le diverse realtà, sia con riferimento ai territori che ai rispettivi carichi di lavoro ( si pensi ad esempio che un giudice civile di Trento ha un carico di affari civili pari a circa un quinto del carico di un analogo Magistrato in servizio a Lecce), nonché senza un’adeguata politica di edilizia giudiziaria".

Per Bellisario, ciò che lascia ancor più perplessi è il fatto che con riferimento al circondario di Lecce non si conosca alcun dato relativo al “ risparmio” conseguente alla soppressione di tutte le sezioni distaccate. Il provvedimento legislativo si inquadra nella cosiddetta “spendig review”, "ma - afferma - sarebbe giusto ed opportuno verificare e valutare, dati alla mano, se la scelta operata per il Circondario di Lecce determinerà risparmio o aggravio di costi che graveranno su tutti i cittadini".

Il presidente chiede di conoscere i costi che sopporteranno i dipendenti che, con il medesimo stipendio, dovranno sopportare gli ulteriori  oneri per le quotidiane trasferte a Lecce, i costi che graveranno sui cittadini che, eliminata la giustizia di prossimità, dovranno seguire i loro giudizi  percorrendo centinaia di chilometri ( si pensi al cittadino di Leuca che deve accompagnare un disabile a Lecce per una tutela o un amministrazione di sostegno), quelli ulteriori che graveranno sulle parti quando si richiederà a Lecce un pignoramento da effettuarsi su Leuca, o Racale ecc. E ancora i costi che graveranno sulla collettività "in termini di caos, traffico, mancanza di parcheggi, intasamento cittadino ( Lecce serve un bacino di utenza di circa 200mila abitanti, le sezioni soppresse di oltre 600mila abitanti) per lo spostamento quotidiano di migliaia di soggetti (avvocati, parti, testi, ctu) sul capoluogo.

Per Bellisario, inoltre, ci saranno i costi necessari per l’adeguamento delle strutture esistenti ( a Lecce, nel Tribunale di via Brenta, si tengono le udienze nel seminterrato già oggi) e l’aumento di presenze di personale proveniente dalle sezioni distaccate soppresse in spazi insufficienti, quelli per la realizzazione di una adeguata struttura di edilizia giudiziaria a Lecce, quando già esistono strutture in Provincia realizzate con fondi pubblici e vincolate alla giustizia, che resteranno inutilizzate, mentre potrebbero essere utilizzate a costo zero.

"Il paradosso - sottolinea - è quello di vedere in Piemonte numerosi tribunali ( Torino, Alessandria, Cuneo, Novara, Casale Monferrato ecc.) conservati a distanze di poco più di 30/40 km l’uno dall’altro, mentre in un circondario come il nostro ( circa 100 Km di lunghezza, cento comuni e quasi un milione di abitanti, oltre alla notoria presenza di criminalità organizzata), il governo ha ritenuto di concedere un solo presidio giudiziario". Sino ad ora, nessuno avrebbe rappresentato concretamente tale situazione, dati alla mano, dai quali "si rileverebbe che la scelta effettuata, oltre al caos che determinerà, porterà a tutt’altro che ad un effettivo risparmio".

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