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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Galatina Galatone

Colpito con pallini e fatto stendere sui binari, proseguono le indagini sui bulli

Vi sarebbero alcune testimonianze ad avvalorare la storia che vede vittima un 12enne. Unico imputabile è un 16enne. Il ragazzo anche minacciato

GALATONE – Sono in pieno svolgimento le indagini per fare luce sulla triste vicenda di bullismo sulla quale ha acceso un faro la Procura minorile di Lecce. La storia vede coinvolto un ragazzino che sarebbe stato prima colpito con un’arma a pallini alle gambe, tanto da provocargli vistose ferite, e poi tenuto immobile sui binari del treno e lasciato solo a convoglio partito e – ovviamente – prima che lo travolgesse. Un vero incubo, una sorta di tortura che potrebbe rimandare a certe azioni intraprese dai gruppi terroristici o da agenzie di sicurezza di certe nazioni che usano sistemi poco ortodossi.

A essere denunciato, con il serio rischio di subire anche una misura cautelare è un ragazzo di 16 anni. Sull’eventualità di una detenzione sarà chiamata a esprimersi la magistratura. Il giovane, ritenuto il “capobranco”, è l’unico imputabile, perché gli altri tre che avrebbero partecipato alla pericolosa e sciagurata bravata non hanno ancora compiuto i 14 anni.

La vicenda è stata raccontata in anteprima nell’edizione odierna de “La Gazzetta del Mezzogiorno” e ora emergono alcune novità. Nel corso delle ricostruzioni che vanno avanti da ormai una settimana circa (cioè a quando si fa risalire l’episodio) sarebbero emerse, infatti, alcune testimonianze che avrebbero confermato parte delle circostanze, in cui coinvolti sono tutti amici di giochi del ragazzino, preso di mira forse perché il più piccolo di un gruppo che annovera anche due fratelli.

Tutto è nato da un referto medico stilato presso l’ospedale “Santa Caterina Novella”. I sanitari hanno riscontrato ferite guaribili in cinque giorni compatibili con lesioni dovute a un’aggressione. I carabinieri della stazione di Galatone sono stati avvisati proprio dai mecidi. I militari hanno così preso contatto con la madre del ragazzo, la quale ha raccontato che circa un paio di sere prima il figlio era tornato a casa con alcuni “cerchi alle gambe”, prodotti evidentemente da pallini di pistola ad aria compressa.

Il figlio non ha subito detto tutto, ma alla fine ha vinto la ritrosia ed ha spiegato non solo di essere stato bersagliato, ma anche di aver subito un’altra forma di sevizia: condotto nei pressi della stazione ferroviaria, sarebbe stato tenuto fermo dagli altri ragazzi e fatto sdraiare per qualche minuto sui binari. Avrebbero mollato la presa soltanto a treno partito che volgeva in loro direzione. In tutto questo, non sarebbero mancate le minacce, per cercare di impedirgli di raccontare questa storia in giro. Ma alla fine i fatti sono emersi e nelle prossime ore potrebbero esservi evoluzioni.

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