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Frasi diffamatorie on line contro l’ex vicesindaco: condanna per Spoti

Dopo la querela di Roberta Forte di oltre cinque anni addietro si è concluso il processo penale per diffamazione a carico del consigliere comunale e segretario del Psi di Galatina. I giudici hanno rilevato la punibilità dei commenti lesivi espressi su social e siti web

GALATINA - Alla fine anche il pm aveva concluso con una richiesta di assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Ma al contrario dopo cinque anni, il processo penale nei confronti del consigliere comunale di Galatina, Giuseppe Spoti, imputato per l’ipotesi di reato di diffamazione per aver offeso la reputazione dell’allora vicesindaco di Galatina, Roberta Forte, si è concluso con il riconoscimento della sua colpevolezza e una condanna a 4 mesi ed al risarcimento del danno e delle spese legali in favore della parte civile.

I fatti in questione si sono verificati tra il settembre e l’ottobre del 2014, periodo in cui Roberta Forte ricopriva il ruolo di vicesindaco del Comune di Galatina nell’amministrazione di Cosimo Montagna.     

L’esponente socialista, Giuseppe Spoti, in quel periodo si era reso protagonista di alcune esternazioni di critica politica ritenute però troppo sopra le righe. Il tutto per aver insinuato, dalle pagine di facebook e di un sito web di informazione locale, che durante il suo mandato di vicesindaco, l’avvocato Forte, esponente del partito della Rifondazione comunista, “avesse ricoperto doppi incarichi e affidato o favorito incarichi ufficiosi all’amico-fidanzato architetto”.

Frasi testualmente e fedelmente riportate poi nell’atto di denuncia-querela che l’allora vicesindaco ha presentato contro il già consigliere comunale locale.

Con la sentenza depositata lo scorso 16 settembre la prima sezione penale del tribunale di Lecce ha accertato che: “Tutte le frasi diffamatorie mosse dall’imputato nei suoi scritti nei confronti della parte civile Forte sono state smentite clamorosamente dalle testimonianze dei numerosi testi ascoltati. Nulla di quanto affermato dall’imputato nei suoi post pubblicati su facebook o sul sito www. galatina 2000 ha trovato positivo riscontro nell’istruttoria”. Quindi di contro tali esternazioni  sono state ritenute lesive della reputazione di Roberta Forte e per questo è stata emessa la sentenza di condanna nonostante anche il pm avesse richiesto l’assoluzione per Spoti.

Il tribunale ha quindi accolto le conclusioni rassegnate dalla parte civile difesa dall’avvocato Donato Mellone.

“La pronuncia del tribunale di Lecce ha accertato che le frasi espresse da Spoti sono state diffamatorie e lesive della mia reputazione, della mia immagine e della mia dignità perché affermavano il falso con l’obiettivo di suscitare riprovazione sociale nei miei confronti” commenta Roberta Forte, “il Tribunale penale di Lecce, pronunciando la sentenza di condanna nei confronti di Giuseppe Spoti, ha confermato che nessuno può impunemente diffamare una persona accusandola senza alcun fondamento di condotte riprovevoli e peggio ancora illecite, per poi trincerarsi dietro il paravento della critica politica per evitare di essere condannato”.

“Mi auguro che questa ferma condanna possa insegnare che non è consentito a nessuno gettare fango sugli avversari politici, per minarne la credibilità sol perché non si è in grado di contrastarli sul piano dei progetti, dell’azione politica, dei risultati ottenuti per la collettività” conclude l’avvocato Forte, “il livore per il proprio risultato politico, non può e non deve sfociare nell’insulto, nel dileggio, nella diffamazione di chi, come me, ha fatto dell’onestà, della coerenza, dell’integrità morale non solo la propria bandiera, ma il metro e lo strumento della propria azione politica”.

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