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Un foro sul deposito di prodotti di cancelleria, ma i ladri fuggono solo con contanti

Il furto, poco prima dell'una, ai danni della ditta "Mariano", nella zona industriale di Galatina. I malviventi hanno praticato un muro sulla parete esterna della struttura, per poi arraffare soltanto il denaro. Il sistema di allarme li ha messi in fuga: ricercati dal commissariato locale

GALATINA  - Un foro su muro del capannone, e poi all’interno per arraffare il denaro. Un furto è stato messo a segno, poco prima dell’una, ai danni della del magazzino della ditta “Mariano”, nella zona industriale di Galatina, specializzata nella vendita di articoli di cancelleria. La banda di ladri si è introdotta nella struttura, tramite un gabbiotto usato come piccolo magazzino. I malviventi hanno rimosso il rivestimento della parete, servendosi di un attrezzo che loro stessi hanno portato sul posto. Eppure, hanno avuto poco tempo per passare all’azione. Il sistema di allarme, infatti, collegato con la sala operativa di un istituto di vigilanza, si è attivato immediatamente.

Nonostante la sirena dell’antifurto, i ladri non hanno desistito dall’arraffare quanto meno i contanti custoditi all’interno di un cassetto: una somma ancora in fase di quantificazione, ma che dovrebbe aggirarsi attorno ai 500 euro.  Oltre ai soldi, e alle conseguenze al muro, i malviventi hanno anche danneggiato un muletto, appartenente all’impresa, nel tentativo di accenderlo. Lo avrebbero utilizzato, presumibilmente, per trasportare la stessa merce. Ma non ci sono riusciti e sono scappati con i contanti.  Non è dato sapere se vi siano impianti di videosorveglianza utili che abbiano ripreso la scena.

Certo è che la fuga della banda deve essersi rivelata facile: poco distante dalla sede del capannone, infatti, vi è la strada che collega la cittadina a Lecce. Un punto comodo per allontanarsi nel massimo della discrezione, senza essere notati. Sul posto, oltre alle guardie giurate di un istituto di vigilanza, anche gli agenti di polizia del commissariato di galatina, diretti dal vicequestore aggiunto Giovanni Bono.

Gli inquirenti stanno cercando elementi  utili per risalire all’identità dei responsabili, anche tramite l’ausilio di eventuali testimonianze o filmati che possano fornire indizi sui mezzi utilizzati dai malviventi. I sospetti che ad agire sia stato qualcuno che conosce la disposizione della merce all’interno del deposito sono tanti: il luogo in cui è stato praticato il buco, infatti, coincide con l’unico punto in cui, all’interno, non vi sono addossate i pallet in che sostengono le risme di carta e altra merce. Una coincidenza che lascia quanto meno pensare.

Le immagini del furto

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