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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Armi e munizioni nascoste sotto il lavabo. In manette un 36enne

Andrea Cavalera, 36enne di Gallipoli, fratello di Cosimo, è stato arrestato questa mattina dagli agenti di polizia del commissariato locale. In cucina, aveva nascosto armi e varie cartucce. Di recente, la Cassazione ha annullato una sentenza di condanna a 12 anni di reclusione per il tentato omcidio di Luigi Fedele

GALLIPOLI – Una Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa ed una marca “Bruni” a salve, con canne modificate. E’ quanto hanno recuperato questa mattina gli agenti di polizia del commissariato di Gallipoli, a seguito di una perquisizione in casa di due fratelli noti alle forze dell’ordine.

Si tratta di Andrea Cavalera, 36enne  fratello di Cosimo, anziano di un anno e attualmente detenuto e ritenuto appartenente al gruppo degli “irriducibili”, di Pompeo Rosario Padovano, e imputato nel processo per l’omicidio di Salvatore Padovano, alias “Nino Bomba”, avvenuto nel 2008. La perquisizione ha permesso di rintracciare le armi sotto il lavabo della cucina. Assieme alle pistole, i poliziotti coordinati dal vicequestore Emilio Pellerano hanno permesso di rinvenire anche tre caricatori, 17 cartucce calibro 7,65 e altre cinque calibro nove.CAVALERA Andrea-2

Su disposizione del pm di turno, Roberta Licci, il 36enne è finito in manette con l’accusa di detenzione abusiva di armi da fuoco e munizionamento. Nel suo passato, anche gravi precedenti per il tentato omicidio di Lugi Fedele, avvenuto nella Città Bella, nel mese di settembre del 2004. Un fatto di cronaca che, stando all'ipotesi investigativa e accusatoria,  si colloca nel conflitto tra sodalizi criminali contrapposti che, nel recente passato, ha visto Gallipoli al centro di una lotta per il controllo del territorio e al mercato della droga.

Sul luogo del delitto, peraltro, furono rinvenuti i bossoli dello stesso calibro di quelli posti sotto sequestro durante l'ispezione eseguita nel corso della giornata. Di recente, lo scorso 29 maggio, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna per i due fratelli Cosimo e Andrea Cavalera, e per Antonio Caredellini  tutti e tre originari del borgo ionico. I tre erano stati condannati, sia in primo grado che in appello, a dodici anni di reclusione.

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