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Corsa per salvare Re Carnevale. Barba: “Pago metà delle spese”

Fissata per domenica mattina nell'oratorio di San Lazzaro l'assemblea pubblica indetta per trovare una soluzione alla mancanza di fondi per garantire la kermesse. Bandite speculazioni elettorali. Il petroliere darà un contributo

 

GALLIPOLI  - E’ corsa contro il tempo per salvare il Carnevale gallipolino. E la speranza è l’ultima a morire. Anche se a conti fatti oltre alle carenze finanziarie anche l’allestimento delle eventuali sfilate e la messa in opera degli stessi carri allegorici, sono in estremo ritardo rispetto alla tradizionale tabella di marcia. La 71esime edizione del Carnevale di Gallipoli rischia quindi di saltare, anche se la città, l’associazione di riferimento guidata da Gino Cuppone, i maestri cartapestai e un manipolo sempre più consistente di volenterosi cittadini, non sembrano ancora rassegnati alla disfatta annunciata. Il Comune con le mani legate dopo il fallimento del bando pubblico per esternalizzare la gestione e l’organizzazione della kermesse e soprattutto impossibilitato dalle norme finanziarie nazionali a fornire supporto economico per sponsorizzare la manifestazione. Per fare il punto della situazione e capire come muoversi è stata convocata per domenica 15 gennaio, alle 11, nei locali l’oratorio di San Lazzaro, l’assemblea pubblica per affrontare e risolvere il problema della carenza di denaro pubblico che rischierebbe di far saltare lo storico Carnevale di Gallipoli, una manifestazione che solo qualche anno addietro era collegata ad una prestigiosa lotteria nazionale.

Un incontro pubblico che a detta di molti dei partecipanti non “deve avere nessuno scopo o colorazione politica”, ma che nasce anche, e soprattutto, su espressa iniziativa di Vincenzo Barba, chiamato a dar manforte più come imprenditore locale, che nelle vesti di deputato cittadino. E lo stesso Barba ha già chiamato a raccolta la comunità gallipolina, i commercianti, le associazioni e il ceto imprenditoriale, annunciando di essere disponibile a coprire il 50 per cento delle spese che si dovranno sostenere per permettere lo svolgimento della sfilata dei carri e tutti gli eventi a corredo del manifestazione carnascialesca. Il resto dovranno garantirlo le altre categorie chiamate al capezzale del Carnevale gallipolino.           

“Nelle scorse ore, dopo aver appreso dagli organi di informazione della malaugurata eventualità che, anche per questioni economiche, non si possa svolgere il Carnevale” dice in merito proprio il petroliere, “mi sono recato personalmente dai maestri artigiani che realizzano i carri allegorici per chiedere cosa ne pensassero e, dopo aver raccolto la loro tristezza e al contempo la loro disponibilità a rimboccarsi le maniche per recuperare il tempo perduto, ho ritenuto doveroso convocare un’assemblea pubblica per invitare tutti coloro che dovranno dire la propria in termini concreti e non con fantasiosi giri di parole: rappresentanti istituzionali, mondo dell’imprenditoria, papabili aspiranti amministratori, società civile, personalità della cultura, esperti organizzatori di eventi carnascialeschi cittadini, gallipolini veraci, uomini di buona volontà con pregressa esperienza in materia o meno e tutti gli amanti del bello. Mi aspetto, di conseguenza” conclude Vincenzo Barba in previsione dell’incontro di domenica, “una sala gremita in ogni ordine di posto, poiché sono in tanti coloro che amano Gallipoli non soltanto a parole, ma con i fatti. Né si può immaginare che ci siano persone tanto loquaci quando si deve intervenire su progetti dalla forte ricaduta economica in entrata, mentre si chiudono nel silenzio quando giunge il momento della sensibilità in uscita, in maniera disinteressata”.

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