Definì “maga Circe” una funzionaria, annullata la condanna per il sindaco
Per la Corte di Cassazione, il riferimento al personaggio dell’Odissea utilizzato, nel consiglio comunale del dicembre del 2013, dal primo cittadino di Sannicola, non è inquadrabile nel reato di diffamazione
SANNICOLA - Definì “maga Circe” una funzionaria comunale e lo fece pubblicamente, durante la seduta del consiglio del 24 dicembre del 2013. Per questo motivo, il sindaco di Sannicola Cosimo Piccione fu condannato in primo grado dalla giudice Alessandra Sermarini a 6 mesi di reclusione per diffamazione e il verdetto fu confermato anche in appello. Ma, la Corte di Cassazione ha dato un finale completamente differente alla vicenda.
Ieri, i giudici della quinta sezione hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Luigi Corvaglia, annullando la sentenza senza rinvio, perché il fatto non costituisce reato.
Anche in questa sede il legale aveva osservato che quelle dichiarazioni ritenute lesive alla reputazione della persona offesa, rientrassero nell’esercizio del diritto di critica politica. Non solo. L’avvocato aveva osservato che la “maga”, arrivata ad essere oggetto di un procedimento penale, avesse molte qualità positive, come il fascino e l’intelligenza.
Non fu dello stesso avviso, la responsabile dell’area posizioni organizzative, terzo settore Urbanistica-Edilizia –Suap- Manutenzioni cimitero Erp) del Comune, che, venuta a conoscenza di quelle dichiarazioni si sentì offesa, come fosse stata etichettata “una poco di buono”, e si rivolse alla magistratura, costituendosi poi parte civile al processo con l'avvocato Luigi Covella.
“Nell’Odissea di Omero, la maga Circe, che era un soggetto singolare, era avvezza a ospitare nella sua meravigliosa casa uomini e dava da loro da bere una bevanda “drogata” e quindi faceva in modo di far perdere la ragione agli uomini. Ma grazie a Ulisse, persona arguta, capì della trappola e ne pose rimedio”: fu questa la premessa fatta quel giorno dal primo cittadino per illustrare ai consiglieri che la funzionaria non aveva dato parere favorevole al piano paesaggistico.
Per conoscere i motivi della “nuova” sentenza bisognerà attendere che la Corte finisca di mettere nero su bianco le motivazioni.
E’ invece ancora in corso il processo per presunto mobbing ai danni della stessa funzionaria che, anche in questo caso, vede tra gli imputati il primo cittadino.