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Universitario gallipolino ucciso dai calcinacci di un muro: quattro gli indagati

Tanti i nomi dei denunciati, nelle ultime ore per la tragedia avvenuta lo scorso 20 ottobre: intorno all’ora di pranzo Francesco Caiffa era stato colpito dai calcinacci, staccatisi dalla parete della palazzina attigua al suo terrazzo

BOLOGNA – Prima svolta nella triste storia dell'universitario di Gallipoli morto a seguito del crollo di un muro provocato da una betoniera: sono quattro gli indagati dalla procura della Repubblica di Bologna. Tanti sono i nomi degli individui denunciati, nelle ultime ore, dai carabinieri del capoluogo emiliano a seguito dell’attività di indagine avviata lo scorso 20 ottobre, giorno della tragedia. In quella drammatica mattinata, poco prima dell'ora di pranzo e per una assurda fatalità, è infatti deceduto Francesco Caiffa, 22enne originario di Gallipoli e iscritto presso l’ateneo felsineo.

Deferiti in stato di libertà, dai militari un 46enne, imprenditore edile; un ingegnere di 56 anni; un 86enne e 68enne. Sono stati accusati,  a vario titolo, di quanto accaduto in via del Borgo, dove il giovane studente salentino abitava assieme ad altri universitari suoi amici.  La vittima ha avuto la sfortuna di trovarsi sul terrazzo proprio nel momento in cui, dal cantiere accanto, si è generato il drammatico cedimento. Durante una manovra il braccio meccanico di una betoniera ha investito un muro di circa dieci metri quadrati: il 22ad25b384-3ce1-4848-8f33-12f21cd71d39-2-2-2enne e un altro coinquilino sono stati travolti con violenza da una pioggia di calcinacci e mattoni. Per l’amico di Caiffa le lesioni sono state gravi, al capo e agli arti, ma non tali da compromettergli la vita.

Per il 22enne gallipolino, sepolto dalle macerie, le ferite hanno invece richiesto il trasporto d’urgenza presso l’ospedale Maggiore, dove è stato ricoverato in Rianimazione e dove, purtroppo, è spirato poche ore dopo. Nonostante la portata della tragedia, i genitori del 22enne hanno rilasciato il consenso per l’espianto e la donazione degli organi.  L’inchiesta, avviata immediatamente dalla Procura della Repubblica di Bologna, ha intanto portato all’individuazione di quattro nomi coinvolti nella vicenda. Saranno le successive perizie disposte dalla magistratura inquirente a chiarire se si sia trattato di un guasto meccanico al mezzo di lavoro o di un errore umano che si sarebbe potuto evitare.

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