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Gallipoli Gallipoli / Corso Italia

"Cash trapping": le telecamere lo immortalano, la perquisizione lo incastra

Un 46enne denunciato a piede libero per tentato furto aggravato. La sera dell'11 ottobre un'anziana si ritrovò un pezzo di ferro erogato dal bancomat invece di 250 euro e chiamò la polizia. Accertato il maldestro tentativo di manomissione, è poi stato identificato l'autore

GALLIPOLI – Non solo l’esperimento è stato a dir poco maldestro, ma alla fine un 46enne gallipolino s’è anche beccato una denuncia a piede libero per tentato furto aggravato. Già, perché cercando di mettere in atto la tecnica del “cash trapping”, non ne ha rimediato un solo centesimo e in più è stato ben immortalato dalle videocamere di sorveglianza. E avendo precedenti, gli agenti di polizia del commissariato locale, alla fine, l’hanno riconosciuto.

L’episodio incriminato risale alla sera dello scorso 11 ottobre, quando il 46enne cercò di manomettere gli sportelli bancomat della filiale della banca Unipol di Corso Italia. Ma qualcosa andò decisamente storto. Una cliente, mentre effettuava un’operazione di prelievo allo sportello, al posto delle banconote si ritrovò fra le mani un pezzo di lamiera sagomato con nastro adesivo incastrato al centro espulso dalla fessura.

La donna, un’anziana, peraltro, aveva ritirato la ricevuta che attestava l’erogazione del denaro, per 250 euro. Convocata la polizia sul posto, apparve subito chiaro il tentativo non proprio efficace di adoperarsi nel “cash trapping”. Si tratta di una tecnica in cui l’utente conclude l’operazione, ma i soldi non escono.

L’idea che solitamente si fa un cliente è che possa esservi un guasto meccanico. A quel punto, di solito, si allontana per reclamare il disservizio e vengono allo scoperto i truffatori, i quali recuperano il bottino rimasto incastrato nella feritoia. Non nell’occasione di Gallipoli, dove l’anziana ha pensato bene di rimanere sul posto e attendere una volante.

La visione delle immagini del sistema di videosorveglianza della banca, combinata all’esame della registrazione delle operazioni bancomat, ha poi fatto emergere i primi elementi di responsabilità a carico del 46enne, avvalorati dagli esiti della perquisizione in casa svolta l’altro ieri, durante la quale sono state trovate altre parti di lamiera, il nastro gommato dello stesso tipo e colore e una piccola tronchese. 

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