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Bilirubinometro e rilevatore di vene a infrarossi: due donazioni per il reparto di Pediatria

I dispositivi sono stati consegnati con una cerimonia, nella giornata di martedì, all’ospedale di Gallipoli. Sono il frutto di un gesto di tre associazioni

GALLIPOLI -  Donati due dispositivi per i piccoli degenti. Nella giornata di ieri, presso Pediatria dell’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli, si è tenuta la cerimonia di consegna di un bilirubinometro e di un rilevatore delle vene a raggi infrarossi.  L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’associazione “Cuore e mani aperte - OdV”, presieduta da Don Gianni Mattia, l’associazione “Amici di Anastasia”, presieduta da Antonella Alfarano e l’Asd Mtf Superbike di Gallipoli. Alla cerimonia erano presenti, oltre ai rappresentanti delle tre realtà associative, il direttore sanitario Asl Lecce, Antonio Bray,  Assunta Sapia, in rappresentanza della Direzione medica di presidio, Alessandro Tronci, ex primario del reparto e Roberta Inguscio, direttore responsabile dell’Unità operativa interessata.

Il dispositivo per gli accessi vascolari aiuta gli infermieri a trovare le vene in tempo reale e determinare il miglior punto di inserimento dell’ago. L’innovativo strumento crea un’immagine digitale utilizzando luce a infrarossi sulla pelle. Si tratta di un illuminatore che proietta luce vicino agli infrarossi: questa viene assorbita dal sangue e riflessa dal tessuto circostante. L’informazione viene poi catturata, processata e proiettata digitalmente in tempo reale direttamente sulla superficie della pelle del bambino, fornendo un’immagine accurata del reticolo sanguigno del paziente. Con questo dispositivo i medici possono osservare vene periferiche, biforcazioni e valvole e valutare in tempo reale il riempimento o flusso sanguigno venoso. Inoltre, una volta inserito l’ago, può aiutare a navigare le curve dei vasi, localizzare e avere accesso al primo colpo alle vene dei piccoli pazienti.

Il bilirubinometro semplifica le pratiche di screening dell’ittero nei neonati, riducendo il numero di prelievi ematici che richiedono tempo e allievando il carico di lavoro dei laboratori. In tal modo, lo screening si rivela efficace poiché riduce il numero di neonati riammessi in ospedale e la durata della degenza. La possibilità di ottenere risultati affidabili in pochi secondi, anziché ore, aiuta a migliorare la sicurezza dei piccoli pazienti e accelera il processo decisionale.

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