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Errico e i nodi del turismo. “La campagna di fango deve terminare subito”

Il sindaco, operatori turistici e balneari difendono l'immagine turistica di Gallipoli dopo le polemiche e i servizi sugli eccessi e i bivacchi della movida. "E' un attacco politico, si lasci in pace la città". Da ottobre cabina di regia

GALLIPOLI - Un baluardo a difesa dell’immagine turistica e dell’onorabilità della città. Innalzato dal quattordicesimo piano dell’hotel Bellavista per frenare sul nascere una campagna mediatica e denigratoria che dipinge, ancora una volta, una Gallipoli come terra di conquista e senza regole. Nulla di più falso e deleterio per l’amministrazione comunale del sindaco Francesco Errico e della categorie di rappresentanza degli operatori turistici, dei locali e dei lidi balneari della città. Che fanno quadrato, si confrontano anche aspramente, rispondendo non tanto velatamente anche ai rilievi mossi dal Comitato cittadino di liberazione, e mostrando i muscoli per difendere con orgoglio il buon nome di Gallipoli veicolato, di contro, con foto di bivacchi e sesso in spiaggia nel mare magnum della rete e sui media anche nazionali e internazionali.

A tutto questo clamore in negativo l’amministrazione comunale e gli operatori dicono basta. Prendendo atto che bisogna intervenire per frenare eccessi, abusi e deregulation concentrati nelle settime clou di agosto, ma nella consapevolezza ribadita che non si può svilire e svendere l’immagine pulita e il primato in campo turistico della città alla gogna mediatica che rischia di ledere irrimediabilmente al tessuto economico del territorio. Su tale punto il sindaco Errico, amministratori, operatori del settore e studiosi sono stati tutti d’accordo. La città di Gallipoli è e vuole essere altro. Non nascondendo sotto il tappeto la polvere delle negatività emerse con evidenza e denunciate anche dal Comitato civico. Ma per le quali (secondo quanto ha ribadito il primo cittadino nel suo incontro con la stampa per argomentare un primo bilancio della stagione turistica finita anche quest’anno nell’occhio del ciclone) si è già intrapresa una strada per fissare regole e per fronteggiare le emergenze. Per quanto possibile. E per la stagione 2015 è già stata annunciata una cabina di regia che vedrà impegnati Comune, istituzioni, associazioni di categoria e operatori e che già da ottobre possa analizzare da vicino le “vulnerabilità” del modello turistico di Gallipoli che va regolamentato e calmierato, ma non certo affossato. L’auspicio è che sul versante della pulizia, dei bivacchi, della lotta all’abusivismo, dei decibel selvaggi e degli affitti in nero si possa realmente cambiare marcia. Nell’interesse di tutti.                            

Ma il sindaco Errico è determinato e difende a spada tratta il suo operato. Snocciolando i dati sui controlli e le verifiche che sono andati avanti per tutta la stagione. E che ci sono stati. E con buon esito secondo il suo abbozzo di report. “Controlli effettuati anche con l’ausilio di un tecnico del suono per le verifiche acustiche” precisa Errico, “e c’è stata tutta una attività di verifica ancora in atto, tutta documentata dagli uffici e dal comando della polizia municipale, e per quanto era nelle nostre possibilità. Basti pensare, parlando sempre di numeri, alle quattromila multe per parcheggio selvaggio sulla litoranea e alle verifiche sul suolo pubblico”. Poi, a muso duro, il primo cittadino entra nel merito della questione turismo maleducato e ai servizi giornalistici che hanno evidenziato il degrado estivo. “Molte delle foto che sono state fatte girare sui social network e poi rimbalzate anche sulla stampa nazionale e nei servizi deleteri dei tg” accusa Errico, “come ha potuto constatare anche il prefetto di Lecce non corrispondono alla realtà di quanto avvenuto quest’anno nella nostra città. Non posso negare che nella settimana centrale di Ferragosto a Gallipoli è successo un finimondo, perché c’è stata moltissima gente e si sono accavallati diversi eventi, ma questo disagio pur evidente” continua il sindaco, “dovrebbe essere tollerato al cospetto del ritorno economico e al risvolto positivo che vede la città di Gallipoli come meta ambita per le vacanze a livello nazionale e internazionale”.

E poi il monito del primo cittadino che sentenzia: “Dico con chiarezza che questa campagna denigratoria sulla città deve finire. Categoricamente. Se qualcuno vuole prendersela per ragioni politiche con il sindaco, deve farlo direttamente con me e con la politica che porto avanti per questa città, ma non deve continuare ad infangare e svilire l’immagine della città. Gallipoli non può pagare il prezzo del disonore veicolato in maniera strumentale e parziale. Non può pagare questo prezzo prima di tutto perché non lo merita, e oggi noi siamo qui per far vedere dal punto più alto della città che meraviglia offre questa terra che ancora in questi giorni è piena di gente che fa il bagno e che viene ospitata nelle strutture ricettive e turistiche. Il tutto mentre c’è gente” incalza Errico, “ che va in giro a farsi intervistare in Rai per parlare ancora di presunti stupri, cosa mai accertata e denunciata alle autorità di polizia. E cosa anche grave alcune televisioni per documentare il presunto caos a Gallipoli hanno addirittura utilizzato le immagini dello scorso anno, quando ora la situazione non è certo quella della passata stagione. Un fatto vergognoso e oltraggioso non per me, ma verso questa splendida città che non merita di ricevere tutto questo fango che viene gettato addosso. Ribadisco” conclude Errico, “che se qualcuno ha intenzione di cavalcare una battaglia sul piano politico, o magari vuole portarsi avanti la fascia tricolore di sindaco deve fare una battaglia con Francesco Errico e non deve permettersi di infangare questo territorio che non merita questo trattamento. Di tutte le persone che si sono radunate in piazza l’altra sera io non ho mai visto nessuno partecipare alle manifestazioni culturali indette dal Comune, eppure abbiamo fatto decine di inaugurazioni di libri, decine di mostre, abbiano aperto il castello, abbiamo riaperto diversi contenitori culturali con concerti meravigliosi e stiamo incentivando i privati a valorizzare i frantoi ipogei per creare la suggestiva via dell’olio e delle antiche cisterne. Ma nessuno ne parla di questo”.

Per il primo cittadino il punto nodale resta invece quello del tipo di offerta e accoglienza turistica da tenere sotto controllo. “Se affittiamo in nero e nei garage senza servizi è questo il vero dramma dell’offerta turistica a Gallipoli” chiosa Errico, “un fenomeno che noi stiamo cercando di combattere. Sono stati oltre cento i controlli dei vigili in tale direzione e le verifiche stanno proseguendo in raccordo con le altre forze dell’ordine preposte”. Il dibattito si è poi animato a più voci con gli interventi di operatori, esperti e rappresentati di categoria. Da Federbalneari con Mauro Della Valle, agli operatori turistici, titolari di b&b, albergatori e l’associazione Gallipoli Nostra in rappresentanza della sfera culturale della città. Dall’esperto di marketing e politiche turistiche Enrico Paolini è arrivata l’avvisaglia: “L’accoglienza è la prima regola per la crescita economica di un territorio a vocazione turistica. Il disagio delle famiglie gallipoline che subiscono una pressione antropica  non si può trasformare in un battaglia mediatica e di principio contro la propria città. Se ci sono disagi ci si rivolge alle istituzioni, ma non si faccia del male all’immagine complessiva alla città e alla sua vocazione turistica. La città unita deve risolvere i disagi e i problemi, e con il lavoro di squadra si deve difendere il primato turistico che Gallipoli si sta conquistando”. E per fronteggiare le problematiche le strade sono sempre quelle canoniche: la prevenzione con la cabina di regia da convocare da ottobre; la selezione: visto che  non tutto il turismo in arrivo è buono, bisogna fare in modo che il turista indesiderato non venga attratto da Gallipoli, e per fare questo bisogna far vedere e veicolare la parte buona e l’offerta turistica migliore, quella cioè che a quei soggetti non interessa. E infine la repressione. “Bisogna cambiare il modello turistico?” chiosa Paolino, “e chi lo decide, il prefetto? No, il prefetto deve pensare a garantire  l’ordine pubblico, il modello turistico della città lo scelgono gli operatori turistici ed economici del territorio”.

Altri numeri e altre cifre dell’estate 2014 in terra gallipolina sono stati richiamati da Angelo Ria,  che confermano il primato della città di Gallipoli con 37 nazionalità diverse ospitate (anche da Australia, Cina, palestina e Kazakhstan) e 28 settimane a pieno regime per le strutture recettive. E ancora l’attestazione, da parte di siti specializzati nel settore turistico di una realtà che è cresciuta maggiormente rispetto al 2013. Mauro Della Valle, presidente dei balneari, ha dispensato elogi per la crescita turistica di Gallipoli: “Dico bravi a tutti gli imprenditori di Gallipoli perchè se il turismo va bene è merito degli operatori gallipolini. E l’accoglienza del turista è la base per la crescita economica del territorio, Bisogna  continuare a lavorare ed eliminare le criticità e regolamentare, noi come Federbalneari siamo pronti a fornire contributi ed energie per fronteggiare quegli eccessi che si badi bene non avvengono solo a Gallipoli ma in tutte le località rivierasche del Salento”. Soddisfatto dei numeri in crescita anche il presidente degli operatori turistici gallipolini Stefan Carlino che ammonisce: “I numeri ci danno meriti e in questi ultimi tre anni le presenze turistiche sono aumentate, mi dispiace solo questa campagna mediatica che scredita Gallipoli, ma dico che siamo pronti a chiedere i danni a chi continuerà a dare terrorismo mediatico sulla nostra pelle”.    

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