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Il segretario dei Comunisti italiani: “I gallipolini si sveglino dall’apatia”

Romano Fiammata interviene sulla situazione del “Sacro Cuore” definendo il suo ridimensionamento un delitto mortale preordinato con freddezza da Stato, Regione e Asl di Lecce

 

GALLIPOLI – Di seguito l’intervento di Romano Fiammata, segretario cittadino del Partito dei comunisti italiani, sulla situazione del nosocomio di Gallipoli: “Ancora una voltaci vediamo costretti a denunciare lo stato di salute in agonia dell'Ospedale Sacro Cuore di Gallipoli. Ciò, almeno per noi Comunisti Italiani di Gallipoli, lo riteniamo un gratuito delitto mortale nei confronti del nostro ospedale che lo Stato, la Regione Puglia e la Asl Lecce stanno pianificando con lucida freddezza”.

“Ancora oggi ci domandiamo increduli come sia possibile infierire nei confronti di un ospedale che ha tutti i requisiti per essere un punto di eccellenza della sanità pubblica pugliese. Un ospedale di cui fa riferimento quasi tutto il vasto territorio jonico salentino, che soprattutto nei quattro mesi estivi si trova ad avere a che fare con oltre quattrocentomila utenti. Eppure, la Asl Lecce 1 chiude il reparto infettivi pur sapendo bene che Gallipoli e una città di arrivo di genti che provengono da tutte le parti del mondo con possibili problemi di salute; chiude il reparto di pediatria pur sapendo dell'arrivo in città di decine di migliaia di turiste in stato interessante, chiude i reparti di neurologia, urologia e otorinolaringoiatra che erano la principale carta di credito dell'ospedale, non attiva il reparto di rianimazione pur sapendolo attrezzato alla bisogna più di ogni altro reparto del Salento, riduce drasticamente i posti letto in tutti i reparti e soprattutto di quelli più necessari per la tipologia della città come Ortopedia, Cardiologia e Chirurgia”.

“E tutto ciò, senza scalfire minimamente l'apatia degli utenti, privi ormai di capacità di lotta e critica costruttiva. Noi, con il presente comunicato, intendiamo svegliare dal torpore la pubblica opinione e far sapere alle autorità preposte che i tagli alla sanità pubblica sono inammissibili per un Paese che voglia dirsi civile e soprattutto offensivi per una città come Gallipoli che si è persino tanto onerosamente adoperata per la costruzione di un Ospedale in terra d'Africa. E ora di dire basta allo spoglio criminale delle istituzioni pubbliche della nostra città. Da città punto di riferimento provinciale a località di periferia del proprio entroterra: una vergogna”.

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