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Gallipoli, a Castellamare l'ultimo atto della disfatta

La sconfitta di Castellamare è l'ultimo punto descritto da una parabola discendente che ha portato il Gallipoli dal sogno play off a metà classifica

La sconfitta di Castellamare è l'ultimo punto descritto da una parabola discendente che ha portato il Gallipoli dal sogno play off a metà classifica. In terra campana Mister Patania ha schierato una formazione incerottata, dovendo fare i conti con una lista di indisponibili interminabile. Hanno esordito dal primo minuti i tre Berretti Greco, Carretta e Zilli, quest'ultimo il migliore in campo dei giallorossi dopo Ginestra. Che la Juve Stabia avesse bisogno dei tre punti a differenza degli jonici era noto, ma i gialloblu hanno trovato nella mollezza del Gallipoli il miglior alleato.

A volte imbarazzante la difesa, con il povero Santarelli che si è visto arrivare davanti i vari Baclet, Peluso e Rizza. Il gol del vantaggio stabiese è figlio di un calcio di rigore, con il fallo di Vastola che atterra Baclet in stile slalom libero. Nessuna risposta allo svantaggio, poche idee e gambe pesanti. Arrivano così nella ripresa il 2° e 3° gol dei compani, molto simili nella modalità con Peluso e Rizza liberi di sguazzare nella mal custodita metà campo giallorossa. L'unico a giocare come se in palio ci fosse qualcosa è Ciro Ginestra, che capitalizza al meglio la verticalizzazione di Molinari per timbrare il cartellino.

Il resto è dominio dei padroni di casa, che nei play out affronteranno il Lanciano. Il castello costruito dal presidente Barba ha ceduto in maniera definitiva, provato dagli errori della squadra e dal sempre discutibile cambio di guida tecnica. Su questo tramonto si staglia imponente l'ombra della volontà del presidente Barba, dettata dalla sua grande delusione. La speranza per tutto il Salento è che ci siano tempi e modi per un ripensamento.

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