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Imprenditore in fin di vita. Prosegue la caccia agli aggressori

Il 68enne Giovanni Mauro, è stato operato e resta in gravissime condizioni nel reparto di Rianimazione del Fazzi. Interrogati familiari e conoscenti. Stamattina nuovo sopralluogo nella villetta teatro dell'aggressione

 

GALLIPOLI - Sta lottando tra la vita e la morte l’imprenditore gallipolino, Giovanni Mauro, 68anni, dopo essere stato trovato esanime e con il cranio letteralmente spaccato a causa di numerosi colpi ricevuti alla testa, nel cortile della sua casa di campagna in contrada “Macchiaforte”, all’estrema periferia sud di Gallipoli. L’uomo è stato operato d’urgenza mercoledì sera e le sue condizioni restano gravissime. Attualmente è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il tutto mentre restano molti dubbi e poche certezze sulla brutale aggressione che ha ridotto in fin di vita l’imprenditore gallipolino. Un mistero fitto e complesso e anche la famiglia Mauro vive nell’angoscia e nella speranza che il proprio congiunto possa riprendersi. E anche la città è sgomenta per una vicenda tutta da chiarire.

Sulla turpe vicenda proseguono, senza tralasciare nessuna pista plausibile, le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Lecce diretti da Michele Abenante e dagli agenti del commissariato di Gallipoli, diretti dal vice questore Emilio Pellerano. Stamattina l’ennesimo sopralluogo nella villetta di campagna, teatro della brutale aggressione e dove il corpo di Giovanni Mauro è stato ritrovato, agonizzante, in una pozza di sangue, dal nipote intorno alle 13,30 di mercoledì. In Procura intanto è stato aperto il relativo fascicolo a carico di ignoti con le accuse di tentato omicidio e rapina e le attività di indagine sono coordinate dal sostituto  procuratore Massimiliano Carducci. Nelle ultime ore sono state ascoltate nella sede del commissariato di via Lazzari, diverse persone per cercare di ricostruire per filo e per segno la vicenda e comprendere cosa sia realmente accaduto mercoledì mattina dopo che l’imprenditore si è allontanato dalla cava di famiglia dove si era recato per sovraintendere un lavoro di estrazione del carparo.

In particolare gli inquirenti stanno cercando di focalizzare gli ultimi spostamenti di Giovanni Mauro e capire anche se si sia incontrato con qualcuno prima di non dare più notizie di sé. Al vaglio anche gli ultimi movimenti bancari dell’imprenditore per comprendere se dietro l’aggressione subita si possa celare qualche motivazione legata ai soldi. Magari una somma, cospicua, prelevata e sulla quale i presunti rapinatori, attivamente ricercati, avevano messo gli occhi. Proprio quella della rapina finita nel sangue è la pista al momento più plausibile, ma non si tralascia nessun'altra ipotesi come quella di un furto nella villetta di campagna scoperto dall’arrivo dell’imprenditore o ancora un’aggressione in piena regola per motivi al momento sconosciuti. Di certo c’è che a Giovanni Mauro sono stati portati via il cellulare (sul quale i familiari hanno tentato di rintracciarlo l’altra mattina) e il portafoglio. Nella villetta non sono state ritrovate impronte o la possibile arma dell’aggressione.  

L'aggressione nel cortile della villetta

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