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Il Castello Angioino in gestione ai privati. Ma tira aria di polemica

Il Comune intenzionato ad affidare servizi, custodia e pulizia del maniero per 5 anni con gara pubblica. Ma da Gallipoli 2012 piovono critiche. Petrucci: "Decisione senza confronto con la città". Ticket per visitatori di uno e due euro

GALLIPOLI - L’annuncio e la volontà concreta è stata formalizzata dalla giunta comunale di Gallipoli qualche giorno addietro. Il Castello Angioino, o parte di esso, dato in affido nelle mani di un gestore privato per almeno cinque anni. In attesa anche di reperire i fondi necessari per dare esecutività al progetto di restauro che giace ancora improduttivo nell’elenco del piano delle opere pubbliche. Il Comune e l’esecutivo del sindaco Francesco Errico ci provano a riportare alla fruizione pubblica l’antico maniero inesorabilmente chiuso e ingloriosamente confinato nel degrado più cupo. Ma la bagarre è dietro l’angolo. Perché sulla questione, anche nell’ultimo Consiglio comunale, con una mozione a firma di alcuni consiglieri di opposizione, sono emerse non poche remore e polemiche a corredo.

Eppure l’intento dell’amministrazione comunale, dopo la rinascita dell’ex mercato coperto riaperto in seguito alla massiccia opera di ristrutturazione, sembra essere quello di riportare in auge anche il castello, simbolo della città. Al momento la strada intrapresa è quella dell’affidamento della gestione, della custodia, pulizia e organizzazione dei locali del castello demaniale ad un contraente privato da individuare tramite una gara pubblica. L’amministrazione comunale al fine di rendere fruibile alla città ed ai turisti il castello ritiene infatti opportuno affidare in concessione il servizio di organizzazione e gestione delle visite guidate, dell’organizzazione ed allestimento di mostre artistiche da eseguirsi nei locali agibili del maniero, ovviamente con la messa in sicurezza dei percorsi e delle sale, e la garanzia della  pulizia, apertura e chiusura, la riscossione dei ticket visitatori (già fissati in 2 euro per la singola visita e di 1 euro per scolaresche, minori da 6 a 14 anni e over 65) e il servizio di guida turistica.

La gestione privata dei servizi, della durata prevista di cinque anni, è comunque subordinata alla proroga del periodo di concessione, in favore del Comune, da parte del demanio dello Stato (nel 2011 l’amministrazione ha anche inoltrato richiesta di trasferimento del bene al demanio comunale). Un’ipotesi sulla quale il consigliere comunale Aldo Petrucci e l’associazione di riferimento Gallipoli 2012 hanno sollevato alcune perplessità. E non solo di ordine formale e procedurale per il mancato coinvolgimento nella scelta del Consiglio comunale, ma anche di “sensibilità democratica”. Proprio Petrucci ha evidenziato che “la maggioranza ha dimostrato di non avere sensibilità democratica, tanto che importanti scelte amministrative vengono fatte in silenzio, con la partecipazione dei quattro soliti noti, senza in alcun modo interessare la comunità gallipolina”.

E sul punto il consigliere di Gallipoli 2012 ha ricordato che anche a Brindisi l’amministrazione sta verificando la possibilità di far gestire il castello da privati, “ma, al contrario di quanto avviene a Gallipoli, quell’amministrazione ha aperto un dibattito, al quale partecipano partiti politici, associazioni culturali e del volontariato. Perché Brindisi dà un esempio di democrazia matura ed a Gallipoli la volontà politica di scelte di rilievo” si chiede Petrucci, “che interessano beni pubblici e l’intero corpo della società vengono assunte senza alcun dibattito in Consiglio e senza ascoltare gli umori e la volontà della popolazione?”.

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